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Mostre Perugino. A Roma, Perugia ha passato il testimone a Città della Pieve!

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Sono stato testimone di questo storico passaggio. Vi ho assistito grazie all’invito rivoltomi da Fausto Risini. Ed è stata l’occasione per una splendida passeggiata da Piazza di Spagna alla fine di Via del Corso.

Il passaggio storico è avvenuto non in un posto qualunque, in uno dei non luoghi del mondo globalizzato,  ma nella cornice del Palazzo del Collegio Romano, uno dei complessi monumentali di Roma, già sede  dell’omonimo istituto d’istruzione dei Gesuiti. Tanto per dire l ’aria che si respirava e la sala utilizzata era quella delle Crociere dove si gode la vista di una delle più belle biblioteche che si possano visitare.

A portare il testimone è stato uno dei protagonisti della mostra di Perugia appena conclusa, il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, Marco Pierini, che ha sciorinato numeri da capogiro, quelli appunto della mostra record che si è svolta a Perugia.

102.000 visitatori. Un catalogo che pesa 3,75 chilogrammmi. 43 gli studiosi che lo hanno realizzato. 29 le sale che hanno proiettato il film. Fra i campioni di incassi del periodo.Pierini non lo ha detto stamattina, lo ha detto in altre occasioni. Il costo. Il costo della mostra: 1,5 milioni.

“Il Perugino funziona” è stata la battuta con cui Pierini ha passato il suo testimone.

A chi? Al padrone di casa, all’anfitrione della mattina, che ha diretto le operazioni con la sua smaliziata, provocatoria e divertente regia. Il sottosegretario Vittorio Sgarbi. Lo ha passato al sindaco Risini, che era presente in pompa magna con l’inseparabile fascia tricolore e con gli assessori. Marchegiani, D’Alessandro e Castelletti.

A chi lo ha passato? Ai curatori della mostra, una squadra in grado di sostenere molto efficacemente il confronto: Vittoria Garibaldi, Federico Mancini e Nicoletta Baldini. Un trio ben rodato che ha esposto le caratteristiche della mostra pievese, i valori storici e filologici e i motivi anche reconditi delle scelte fatte.

“Mi sentivo un po’ in colpa – ha detto Vittoria Garibaldi- perché nella mostra del 2004 avevamo lasciato un po’ in ombra il rapporto di Pietro Vannucci con la sua città. Che sarà in fondo l’asse portante della mostra e l’ultima parte del suo prodigioso lavoro.

Ed ha annunciato tra tutto il resto anche una chicca: sarà possibile attraverso le diavolerie della attuale tecnologia vedere il “Compianto di Santa Maria dei Servi” al completo.

Ad un certo punto Sgarbi ha agganciato anche Monsignor Fisichella, del Dicastero dell’evangelizzazione del Vaticano,  che si era affacciato nella sala. E’stata l’occasione per inserire alcuni antipasti del prossimo Giubileo del 2025, e di alcune mostre previste. Una delle quali particolarmente a cuore a Sgarbi. La chiamerà “In extremis” e sarà dedicata agli anni del tramonto di alcuni grandi artisti. Indovinate, ci sarà anche, ancora il Perugino!

Il passaggio di consegne tra Perugia e Città della Pieve è avvenuto sotto lo sguardo materno e benevolo della Presidentessa del Comitato per i festeggiamenti, Maria Borletti Buitoni. La Borletti Buitoni all’inizio aveva parlato di arte e cultura beni fondamentali per valorizzare il patrimonio. E in questa ottica aveva definito l’Umbria una Regione “timida” a proporsi. Avremmo voluto dire alla presidentessa che se fosse veramente oggi o fosse stato ieri un problema di timidezza, lo avremmo potuto risolvere mettendo in squadra lo spumeggiante sottosegretario Sgarbi. Il problema dell’Umbria e della sua marginalità, forse, però, non è tanto e solo un problema di timidezza. Ma c’è dell’altro.

Ora, afferrato ben stretto  il testimone,  appuntamento il 1 luglio con l’inaugurazione a Città della Pieve. Avremo tempo e modo per tornare sui contenuti della mostra.

Gianni Fanfano