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Macroregione. Segatori “l’importante è non lasciarla soltanto ai politici”

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dal Corriere dell’Umbria  del 19-12-2015 di Anna Lia Sabelli Fioretti ( titolo del Corriere Pievese)

Se ne è discusso in un dibattito organizzato a Perugia da Federmanager Il sociologo Segatori: “L’importante è non lasciarla soltanto ai politici” La macroregione: nuove opportunità e vecchi timori

 Umbria e Toscana? Oppure Umbria e Marche? O anche Umbria, Toscana e Marche? E persino mezza Umbria con la Toscana e l’altra mezza con le Marche? Si discute di macroregione per non farsi trovare impreparati, per capire quale sia la strada migliore da battere soprattutto dal punto di vista sociale ed economico.

Ad organizzare l’incontro questa volta sono stati gli imprenditori, la Federmanager di Perugia, che ha inteso prendere alla lettera la propria “mission” istituzionale dove si conferma il ruolo dei manager quali protagonisti di innovazione, crescita e rilancio valoriale ed economico del Paese, ed essere “protagonisti del cambiamento per una società più equa e responsabile”.

“I confini regionali sono diventati un peso per l’amministrazione pubblica, eliminandone una parte si risparmierebbero 400 milioni di euro” ha ribadito più volte la presidente di Federmanager Perugia Gabriella Parodi nella sua introduzione “una cifra di cui tener conto nel rapporto costi e benefici , corruzione compresa”. A suo avviso il perimetro regionale è più un limite che un reale territorio di aggregazione, per l’Umbria la macroregione sarebbe una integrazione con uno o addirittura due territori che si affacciano sul mare, e questa sarebbe una salutare apertura mentale. “Chiediamo anche l’abolizione delle regioni a statuto speciale che non hanno più alcuna ragione d’essere. Dobbiamo aprirci al mondo se vogliamo essere veramente una nazione. Dobbiamo far capire ai politici che noi siamo l’industria, un motore importante del Paese e che ci debbono ascoltare”.

E c’è chi, dei politici, ascoltava con attenzione ed anche condividendo. Come la presidente dell’assemblea legislativa Donatella Porzi o come Claudio Ricci, consigliere regionale. “Le Regioni stanno dimostrando di essere vecchie” ha precisato la Porzi che a suo tempo invece si è a lungo battuta contro l’abolizione delle Province “perché era una riforma fatta solo a metà”. Lei che vive in un piccolo paese di 30 persone dove non c’è nessun servizio pubblico, una delle tante microscopiche realtà umbre, afferma che “piccolo, piccolissimo è bello ma non ce la fa a reggere da solo, cosi la gente va via. “Io sono per una realtà più ampia che ci faccia valere nel contesto generale. Dobbiamo mettere insieme un territorio che poi dovremo condividere, con lo stesso tipo di cultura. Dobbiamo pensare al globale ma partendo dal nostro locale”. Macroregione sì, dunque, per la Porzi ma non con un disegno calato dall’alto, senza una ratio. Già l’operazione creerà molti traumi. Più pratico ancora Claudio Ricci che ha parlato del rapporto tra micro e macro tra tradizione e innovazione, senza arrivare ad una soluzione, ovvero cosa sia meglio ma in compenso ha fornito alla platea vari input di discussione e consigli reali.

Al sociologo Roberto Segatori il compito di teorizzare, in questo passaggio cruciale, sul ruolo fondamentale che dovranno svolgere gli imprenditori.

“La domanda è: chi è competente a trovare la soluzione ottimale? I politici in parte si ma è importante non lasciarla solo ai politici. La soluzione siete voi. Fatevi avanti, fatevi promotori, costruite dei focus. L’Umbria si crogiola con l’idea del turismo ma il pii del turismo non supera il 9%. La ricchezza di un territorio la fanno le imprese. Interrogatevi su quali sono i veri legami interregionali capaci di guidare le scelte. Le risposte ce le dovrete dare voi”.