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Lorenzoni anti Alta Velocità

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Da molto tempo consiglio a Marco Lorenzoni, fondatore, direttore e factotum di Primapagina di fare una lista civica e presentarsi alle elezioni, perché la sua attività è più riconducibile ad un partito o ad un soggetto politico che ad un giornalista. Ma come non mi ha dato retta in passato credo che non mi seguirà in futuro.

In questo momento il bersaglio della sua “lista civica in pectore” è la proposta di collocare la fermata dell’alta velocità nell’area indicata dai sindaci del Trasimeno ed in particolare quella sostenuta dal sindaco di Chiusi e da diverse componenti dell’area Toscana senese.

Le argomentazioni sono degne di essere discusse e valutate, meno una quella cioè che si rifà al partito del “benaltrismo”, cioè quel partito che vede la soluzione sempre come minimo un passo più in là di dove si potrebbe o si indica di arrivare.

Pubblichiamo le sue argomentazioni, perché sul Corriere Pievese, che ha già ospitato diversi punti di vista,  si possa continuare a confrontarsi su questo argomento.

Abbiamo tagliato dall’ intervento, che ci è stato inviato, la prima parte, quella sul progetto architettonico presentato e sugli annessi e connessi a riguardo, perché crediamo che nessuno dei presenti all’assemblea del Mascagni, per quanto interessante, lo abbiamo giudicato decisivo o dirimente.

Sotto mettiamo un nostro breve commento per rilanciare la discussione.

Gianni Fanfano

 

Dice Marco Lorenzoni:

“…Stazione per l’Alta Velocità. Sono parecchi  i ” punti critici” del ragionamento. E le controindicazioni. Ci piacerebbe che il sindaco di Chiusi e quanti ne condividono l’obiettivo e applaudono al “salto nel futuro”, ci riflettessero. Seriamente.

 1) Costi e tempi di realizzazione. Tra iter decisionale e procedurale preparatorio, progettazione, approvazione e cantierizzazione almeno 5 anni (stima molto ottimistica). Durata del cantiere, collaudi e entrata in funzione altri 3-5 anni. Salvo intoppi. Se ne parla insomma per il 2025… Quanto ai costi, Scaramelli dice dai 20 ai 30 milioni di euro. Cioè meno di quanto è costato l’ospedale di Nottola (escluse le attrezzature). Anche questa ipotesi ci sembra alquanto ottimistica.

2) L’utenza potenziale. Scaramelli nell’intervista citata e anche alla conferenza del Mascagni la indica in circa 400 mila abitanti, considerando nel loro le città di Perugia, Arezzo, Siena e Orvieto… Ma i viaggiatori di Arezzo e Siena potrebbero far riferimento a Chiusi solo per andare a sud, non per andare verso Firenze e Milano (più comoda Firenze). Quelli di Perugia e Orvieto farebbero riferimento a Chiusi solo per andare a nord (per il sud più comodo andare direttamente a Roma)… Allora ecco che l’utenza potenziale già si assottiglia e non di poco. Si parla anche di 4 milioni di turisti. Quanti dei turisti che arrivano nel senese o nel Trasimeno, viaggiano (e vogliono viaggiare) in Alta Velocità? La clientela top che viaggia in Av per necessità di lavoro e d’impresa ha anche l’alternativa dell’aereo: da Perugia si raggiunge Milano  o Trapani in meno di un’ora. Quanti sarebbero, in questo territorio, i viaggiatori con necessità di arrivare rapidamente a Milano e Napoli ogni giorno: qualche migliaio, qualche centinaio, qualche decina? L’alta velocità è concepita per le tratte lunghe, non per andare da Chiusi a Firenze o a Roma…

3) Il numero delle fermate. Si dice 8 coppie di treni. Bene, nella stazione Media Padana a Reggio Emilia all’inizio fermavano 12 coppie di treni. Adesso, dopo qualche anno, siamo già scesi a 8 per mancanza di passeggeri. E la Media Padana ha un bacino di utenza di 2 milioni di abitanti (Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Parma, Mantova, Cremona e relativi territori…),  5 volte di più della Media Etruria. E’ realistico pensare che la stazione Media Etruria avrebbe 8 fermate? Forse qualcuna meno… Diciamo 5-6.  Il gioco vale la candela?

4) I tempi di fermata. Quanto impiegherebbe un Freccia Rossa per uscire dal binario di corsa su cui viaggia  a 250 Km/h, rallentare e fermarsi sull’apposito binario di fermata alla stazione Media Etruria e poi ripartire, riacquistare velocità e reimmettersi sul binario di corsa?Scaramelli, nella solita intervista dice 5 minuti. I ferrovieri e gli esperti (anche basandosi sull’esperienza della Media Padana) dicono invece che ne servirebbero almeno 11-12… Poi,  i viaggiatori dovrebbero considerare anche l’eventuale tempo occorrente per raggiungere la stazione Media Etruria dalla stazione di Chiusi (se arrivano lì in treno), quello per parcheggiare, se arrivano in auto, quello perso per strada a causa di buche, semafori, frane, interruzioni…  Siamo così sicuri che, anche i termini di tempo, il vantaggio della stazione in linea sarebbe così rilevante, rispetto a qualche fermata di treni AV alla attuale stazione di Chiusi? Per entrare e uscire a Ponticelli e Montallese e fermarsi a Chiusi il tempo stimato è di circa 20 minuti, riducibile a 18… Va anche considerata la condizione in cui versano le strade che dovrebbero portare alla futura stazione. Ha senso spendere qualche decina di milioni di euro per risparmiare qualche minuto di viaggio in treno, per poi perdere mezz’ora per andare da Chiusi a Fabro o da Chiusi a Chianciano?

5) I pendolari. Il sindaco di Orvieto ha spiegato, alla conferenza del Mascagni, che l’alta velocità e i pendolari sono cose separate. Che per i pendolari occorrono treni più veloci, efficienti e puliti, degli attuali. Come le “Frecce Bianche” che già oggi corrono e fermano in tante linee e stazioni diverse dall’AV, come la Tirrenica o l’Adriatica. E possono viaggiare sulla linea normale fermare a Orvieto, Chiusi, Arezzo ecc…Il costo di un abbonamento mensile per un “Freccia Rossa” (Av) sulla tratta Firenze-Bologna è di circa 250 euro. Per la tratta Chiusi-Firenze o Chiusi-Roma sarebbe ancora più elevato perché i km sono di più. Intorno ai 300 euro. Quanti pendolari potrebbero permettersi l’abbonamento AV? Inoltre ci sarebbe il costo dell’eventuale navetta o taxi per raggiungere la stazione…

6) L’impatto ambientale. Si dice sempre che il treno è mezzo più ecologico dell’automobile. E anche dell’aereo. Vero. Ed è vero che Chiusi ha dato molto in termini di consumo di territorio all’alta velocità, senza ricevere in cambio nulla, anzi subendo un progressivo impoverimento della propria stazione, sacrificata sull’altare di una “Direttissima” che l’alta velocità sta scippando alla città.  E’ vero anche però che per costruire la nuova stazione non sarebbe probabilmente sufficiente recuperare l’area degradata e inutilizzata dell’ex centro carni, ma sarebbe necessario espropriare terreni privati, innalzare piloni e viadotti per qualche chilometro, appesantendo una zona già ampiamente compromessa e delicata. E già fortemente inquinata (la contaminazione da nichel della falda acquifera, per esempio). Non solo, quella è zona di bonifica, con la falda a acquifera a 4 metri di profondità… I piloni per i viadotti affonderebbero nell’acqua insomma. Si è visto cosa sta succedendo nei cantieri Alta Velocità di Bologna e Firenze. La cautela in certi casi non è mai troppa…

7) Le alternative. Prima dell’ipotesi area centro carni a Chiusi Scalo erano emerse le “candidature” di Montallese (sempre in territorio di Chiusi) o Ponticelli, territorio di Città della Pieve. Praticamente all’altezza delle due “connessioni” della direttissima con la linea lenta. Anche nei pressi di Montallese la linea AV passa in gran parte su viadotto. A Ponticelli no, lì la direttissima corre in piano e poca distanza dalla linea lenta. Dal punto di vista dei costi probabilmente entrambe le soluzioni sarebbero meno onerose. Dal punto di vista dei collegamenti tutte e due più problematiche. Quanto all’ipotesi Olmo, si è detto che sarebbe troppo vicino ad Arezzo e quindi anche a Firenze. Troppo poco baricentrica. Più baricentrica  e meglio collegata con Arezzo, Perugia e Siena sarebbe Farneta, in comune di Cortona, ma a due passi dal casello A1 Valdichiana,  dalla Siena-Bettolle-Perugia, dalla stazione di Sinalunga e anche da quella di Terontola… Rimarrebbe comunque una infrastruttura in mezzo alla campagna. Ma a nostro avviso è quella da tenere maggiormente d’occhio…

8) Le controindicazioni. Certo la battaglia avviata da Scaramelli e dal Comune di Chiusi, sostenuta da sindaci della Valdichiana e del Trasimeno, da quelli di Orvieto e Corciano, dalla Provincia di Siena punta a spuntarla su Arezzo e area aretina. Ma se le due regioni e le Ferrovie dovessero decidere di procedere alla costruzione della stazione e dovessero optare per l’area aretina (l’assessore regionale toscano ai trasporti è di Arezzo), Chiusi perderebbe in un colpo solo la stazione Alta Velocità e pure ogni possibilità di rilancio della stazione attuale. La città verrebbe definitivamente tagliata fuori dal flusso di traffico. Il rischio è alto. Molto alto. In caso di sconfitta sarebbe una debacle.

Meglio puntare ad altro. Detto questo, fatte tutte queste valutazioni, non tecniche, ma solo di buon senso e basate su un minimo di conoscenza del territorio e  della materia, crediamo che se si vuol parlare seriamente dell’argomento, lo si debba fare con dati alla mano e non solo con gli slogan e le suggestioni dei “salti nel futuro”. E crediamo che sarebbe molto più proficuo aprire una battaglia politica e istituzionale per ottenere la fermata di qualche treno AV nella stazione di Chiusi. Cosa che è possibile da subito e a costo zero. O quasi. E nello stesso tempo chiedere treni più veloci e dignitosi per i pendolari e per i collegamenti con Roma, Firenze, Siena, Perugia, perché sono quelli che servono all’utenza di questo territorio. Tre coppie di treni Av con fermata a Chiusi sarebbero già un buon servizio. La stazione dovrebbe essere adeguata ai nuovi standard, spendendo nell’opera un milione di euro, come dice Scaramelli? Pazienza, sarebbero, quelli sì, soldi spesi bene. E anche molti meno dei 30 milioni di cui sopra…

Su un obiettivo del genere, che consentirebbe di rilanciare da subito il ruolo di Chiusi come snodo ferroviario, di non farsi tagliare fuori definitivamente, di garantire forse anche un po’ di ossigeno alle asfittiche attività commerciali cittadine, il sindaco Scaramelli troverebbe più consenso che sulla stazione in linea. E forse farebbe anche in tempo a godere dei frutti della battaglia. La stazione, ammesso che la facciano, non sarà roba per lui. Forse per suo figlio…”