Città della Pieve, sede di Diocesi dal 1600 e tuttora contitolare con Perugia anche se la sede è stata spostata, ha visto nascere nel suo centro storico e nelle sue campagna densamente popolate fino alla metà degli anni sessanta, un patrimonio ecclesiastico e di luoghi di culto molto vasto. Con lo spopolamento delle campagne, gran parte di questo patrimonio è stato abbandonato e la Chiesa ha rivolto altrove il suo interesse, selezionando altre proprietà e luoghi di maggiore valore. Ma la storia ha una sua tigna e una sua forza di sopravvivenza, come questa chiesto che si trova lungo la strada che va a Ponticelli. Pubblichiamo volentieri questo post di Antonio Dell’Aversana pubblicato nella sua pagina Facebook, nel dicembre scorso, per continuare a far vivere questo patrimonio abbandonato, e questi brandelli di storia passata.
Lungo la strada che da Città della Pieve porta alla frazione Ponticelli, a poche centinaia di metri sotto l’agglomerato urbano, ci si imbatte in una Chiesetta Campestre che ritiene il titolo di S. MARIA DELLE GRAZIE.
Le Cronache locali la riportano costruita dopo l’abbattimento di un’altra più antica e situata più in alto dell’attuale livello stradale, detta “Madonna di Nardicchia”, demolita per fare spazio alla costruenda strada che doveva collegare il Centro con la località “dei Ponticelli”, poi divenuta Frazione e Stazione ferroviaria del paese.
Nella vecchia Chiesa, dicono sempre i cronisti, esisteva un Affresco (di presumibile Scuola Senese del XIV secolo) raffigurante Madonna con Bambino in braccio detta, appunto, “delle Grazie”. Il popolo pievese era sempre stato molto devoto a questa Immagine, presso la quale si recava annualmente in Processione il lunedì dopo la Pentecoste (sicuramente per ringraziare per le primizie del Raccolto), per Voto fatto.
All’atto della demolizione della Chiesa, si volle perpetuare la Devozione verso l’immagine “segando” il pezzo di muro che la conteneva per trasportare e ricollocare l’affresco nella nuova Chiesetta costruita a circa 200 metri di distanza.
Chi si trova a passare lungo la strada nota una facciata pulita, senza fronzoli ornamentali se non due lesene ed un timpano, di una struttura apparentemente integra. Soffermandosi a guardare, si rende conto, invece, che l’Edificio Sacro, lasciato all’incuria per tantissimi anni, risulta completamente privo del tetto e di quanto conteneva all’interno, ormai fatiscente ed in pericolo di crollo totale.
Dell’affresco della Madonna delle Grazie è rimasto solo un lacerto in cui, con i colori chiaramente sbiaditi, si possono intravedere a malapena le silhouettes della Vergine e del Bambino. Al di sopra del muro di fondo “resiste ancora” un piccolo Campanile a vela.
In un greppo sul lato destro della strada, più avanti 200 metri ( laddove doveva trovarsi la Chiesa precedente) si nota uno “strano manufatto” in mattoni, di forma ellissoide verticale apparentemente rotto a metà, incastrato nel bel mezzo della notevole altezza del greppo stesso.
Sicuramente faceva parte delle opere murarie della Chiesa abbattuta , ma cosa è, a cosa servisse e perché lo abbiano lasciato lì non riesco ad immaginarlo.
Né, tantomeno, ricordo di aver mai letto di esso in qualche carta pievese.
Credo che varrebbe la pena che qualcuno, appassionato a queste cose, si impegnasse per scoprirne di più.
Potrebbe anche esso diventare un ulteriore “mezzo di attrazione” per il paese.
Antonio Dell’Aversana