Nel mentre che si avvicina al termine della prossima settimana, l’importante scadenza che vede impegnata la banca Crediumbria nella discussione del progetto di fusione con la BCC di Mantignana, riteniamo importante pubblicare un articolo che compare nella newsletter della banca con sede a Moiano, sui risultati e sulle valutazioni circa il bilancio 2015, scritto dal Direttore Generale dottor Stefano Capacci. (N.d.R)
Maggio è anche il mese dei bilanci per gli istituti bancari, ed ecco puntuale quello di Crediumbria. L’esercizio 2015 mostra un bi- lancio che ad una prima occhiata appare profondamente migliore rispetto a quello del 2014 mentre, di fatto, ne continua integralmente le dinamiche positive già tutte evidenti nel documento finale dell’anno scorso. Nel dettaglio, tuttavia, alcuni aspetti gestionali migliorano ulteriormente mettendo a segno eccellenti risultati. Tra questi, la crescita del patrimonio netto, la ripresa degli impieghi lordi e la copertura delle partite deteriorate delineano la sintesi del 2015 e rappresentano i motivi di maggior soddisfa- zione per l’esercizio appena conclusosi. Il patrimonio netto, vero e proprio baluardo della solidità di ogni banca, continua in una crescita robusta e costante; meraviglia – in particolare – che proprio nel corso degli ultimi 4 anni caratterizzati da una crisi sen- za precedenti, la Banca sia riuscita ad incrementare la propria dotazione di capitale primario di circa un terzo rispetto ai valori di soli 4 anni prima. Il rapporto tra il proprio patrimonio e l’ammontare delle attività ponderate per il relativo rischio (CET1 ratio) ammonta al 31.12.2015 al 15,57% mentre risultava pari al 13,41% solo un anno prima.
Sul fronte della raccolta la Banca ha incoraggiato la diversificazione dei portafogli della propria clientela raggiungendo un riposizionamento tra raccolta diretta (-3,05 mln. rispetto il 31.12.2014) ed indi- retta (+5,94 mln. rispetto alla stessa data). Nel complesso la raccolta complessiva amministrata continua a segnare un progresso costante e regolare. Anche gli impieghi economi- ci lordi, cioè i prestiti effetti- vi erogati a consumatori ed imprese, mostrano per la prima volta negli ultimi anni, un sensibile incremento rispetto la sostanziale stasi dei pre- cedenti tre esercizi. L’incremento di 13,5 milioni di euro (+3,9%) assume una maggio- re rilevanza se confrontato con il settore bancario nazionale, dove si è registrata una flessione dell’0,07% (fonte ABI) e testimonia la volontà della nostra Bcc di essere presente sul territorio e di assecondare questo modestissimo embrione di ripresa che nell’esercizio passato ha visto il ridestarsi, tuttavia in misura assolutamente insufficiente, dell’investimento immobiliare privato.
Sul fronte degli accantonamenti, la Banca, da tempo, persegue politiche di incremento delle relative coperture basandosi su criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti. Al termine del 2015 la copertura dei crediti deteriorati raggiunge il 38,20% in riduzione rispetto al dato del 2014 esclusivamente per l’effetto della cessione di 4,92 mln. di crediti a sofferenza; senza la citata operazione la copertura avrebbe raggiunto il 41,16%. Tuttavia, malgrado gli ottimi risultati, alcune nubi si affacciano all’orizzonte. Colpisce come anche per la nostra piccola Banca siano rilevanti le questioni che il Governo sta faticosamente cercando di affrontare sul piano legislativo, la sconcertante durata dei recuperi giudiziali dei crediti a sofferenza incide profondamente sul loro valore complessivo impedendone una progressiva e veloce riduzione; parimenti, a causa dell’aleatorietà del loro recupero, anche il loro smobilizzo a prezzi sostenibili risulta, a tutti gli effetti, una soluzione attualmente non percorribile.
L’introduzione del bail in, in particolare dopo l’intervento del Governo sulle quattro banche fallite, ha fatto letteralmente crollare la fiducia dei cittadini sul sistema bancario italiano; si è cominciato ad intravedere da parte dei clienti una crescente diffidenza, anche verso una banca come la nostra che non ha mai emesso obbligazioni subordinate e che può mostrare indicatori di patrimonializzazione che la pongano ampiamente al di sopra delle principali banche nazionali. Nella situazione in cui si trova attualmente il sistema bancario italiano ci vorranno sicuramente anni per recuperare integralmente la fiducia dei risparmiatori. La situazione dei tassi di interesse di mercato, infine, ora- mai negativi su tutti i titoli di stato con scadenze fin quasi ai tre anni, colpisce profondamente la redditività dell’industria bancaria gettando le basi, qualora non si invertano le attuali tendenze, a futuri problemi in termini di redditività se gli istituti non saranno in grado di individuare fonti alternative di reddito o di riduzione dei costi.
Alla luce dei fatti, quindi, non ci possiamo permettere nemmeno un minuto per potersi sedere e godere dei risultati raggiunti. Non resta che rimboccarci nuovamente le maniche ed affrontare le numerose sfide che attendono noi, il mondo delle Bcc e l’intero sistema finanziario italiano in attesa di poter rivedere il nostro Paese approdare su lidi, finalmente, più tranquilli.