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Balbo e Cappannini. Due destini in simbiosi

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La carriera di Ufficiale Motorista e la stessa Vita di Gino Cappannini sono state legate, tra il 1931 ed il 1940, al Destino di Italo Balbo.

Con lui il Pievese condivide due Trasvolate Atlantiche, 7 anni di servizio coloniale in Libia e la morte.

Il 3 novembre 1933 Italo Balbo riceve la nomina di “Governatore della Libia” (denominazione territoriale con cui vengono fusi i precedenti possedimenti coloniali della Cirenaica, della Tripolitania e del Fezzan) e sbarca a Tripoli il 16 gennaio 1934.

Il 15 gennaio 1934 Gino Cappannini, nel grado di Tenente, viene assegnato all’Aviazione della Tripolitania alla cui crescita contribuirà in maniera notevole negli anni a seguire.

Il 19 marzo dello stesso anno viene promosso Capitano per merito straordinario per i suoi trascorsi ed il 30 aprile, dopo essersi imbarcato il 28 a Siracusa, sbarca a Tripoli raggiungendo il Governatore.

Tra il 1934 ed il 1940 partecipa ad innumerevoli missioni aeree tra l’Africa e la madrepatria.

Allo scoppio della guerra anche le truppe italiane presenti in Libia vengono mobilitate e Gino Cappannini , tra l’11 ed il 28 giugno 1940, accompagna Italo Balbo nei suoi spostamenti aerei soprattutto verso il confine egiziano. Nell’ultimo volo, del 28 giugno, egli trova la morte , per fuoco amico, insieme all’intero equipaggio dell’aereo pilotato da Balbo nel cielo di Tobruk.

Gli verrà concessa, alla memoria, la Medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione e per essere “caduto in combattimento ” (come si evince dal suo Stato di Servizio):

“Ufficiale motorista di eccezionale valore, pioniere glorioso del Volo Roma Tokio, due volte attendente e fedelissimo gregario del Maresciallo Balbo in ogni più audace impresa, trovava con lui la morte gloriosa nel cielo di Tobruk, concludendo così la sua vita vita di eroico soldato”

Il 30 giugno le salme vengono portate in corteo fino a Bengasi dove si svolgono i riti funebri. Il giorno dopo , in aereo, esse raggiungono Tripoli ove è allestita la camera ardente nel Palazzo del Governatorato. Il 4 luglio , dopo i funerali solenni per le vie della città, vengono sepolte nel cimitero di Hammangi . Qui rimangono fino al 1970, quando Gheddafi minaccia lo smantellamento dei loculi , e poi traslate ad Orbetello. A curarne per anni il ricordo, in terra libica, è stato Bruno Dalmasso, l’italiano custode del Cimitero dei connazionali.

Antonio Dell’Aversana

Stralcio dello “Stato di Servizio” di Gino Cappannini che riporta la dicitura “Deceduto a Tobruk in combattimento”

Stralcio dello “Stato di Servizio” di Gino Cappannini con la motivazione della concessione

della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria


Bruno Dalmasso, custode del Cimitero di Hammangi, davanti alle lapidi che ricordano i nomi dell’equipaggio di Italo Balbo

 

Corteo funebre delle salme dei Caduti

Corteo funebre delle salme dei Caduti

Corteo funebre delle salme dei Caduti

Corteo funebre delle salme dei Caduti

Corteo funebre  delle salme dei Caduti

Corteo funebre delle salme dei Caduti.

Corteo funebre. L’autocarro che trasporta la salma di Gino Cappannini

Corteo funebre – Affusto di cannone con la salma di Italo Balbo

Ingresso del Cimitero di Hammangi

I resti dell’aereo di Italo Balbo dopo l’abbattimento a Tobruk

Orbetello – La Tomba comune che ritiene i resti mortali del’equipaggio