Home Rubriche Lettere dei lettori Serenella Pelaggi “Chiariamoci subito che “oggi non è festa””

Serenella Pelaggi “Chiariamoci subito che “oggi non è festa””

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La giornata mondiale della Donna ci deve far riflettere sulla sua millenaria sudditanza, mortificazione e umiliazione.

Tralasciando il fatto che ne ammazza più il maschio che il COVID19 o qualsivoglia altra pestilenza, LA CONDIZIONE DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ NON È SOSTANZIALMENTE CAMBIATA come vorrebbero farci credere.
Possiamo solo dire che si è colorata di modernità, ma attenzione soltanto nel mondo sviluppato poi, ricordiamocelo bene, cioè in un angolino di mondo, e si è assuefatta a sembrare  di aver raggiunto la parità con l’uomo, solo perché lavora come e  più e meglio dell’uomo, ma guarda caso continua a:

– GUADAGNARE DI MENO
– NON FARE CARRIERA ADEGUATA
– NON RAGGIUNGERE I VERTICI PRESTIGIOSI ISTITUZIONALI PRIVATI SCIENTIFICI  nella società
– DOVER ASSOMMARE SU DI SÉ UN NUMERO DI  FUNZIONI E MANSIONI INAUDITO, MOGLIE MADRE, LAVORATRICE E DONNA DI CASA, BADANTE MALATI E ANZIANI, ACCUDIMENTO GENERAZIONE  PRECEDENTE E SUCCESSIVA.

Non è un caso che non esista la giornata o la festa dell’uomo, per loro è festa tutti i giorni fin dai tempi dell’Eden.
Cerca il tuo uomo adesso, dove lo trovi? Tv computer, bicicletta, passeggiata, bar, circolo, piazza, massimo in giardino o nell’orto, a leggere il giornale, a pesca, eccezionalmente a fare la spesa, o nel migliore dei casi a straziare un povero innocente albero di mimosa.

Lasciamo la mimosa sull’albero e sviluppiamo una consapevolezza lucida dei problemi di genere, che non sono esattamente sul punto di essere risolti.
Non facciamoci infinocchiare dagli auguri, dalla pizza con le amiche, che è peggio del giorno libero della badante, perché quella almeno ce lo ha una volta a settimana, non una volta l’anno.
E diffidiamo dei modelli maschilisti, delle Ladies di ferro, delle presidentesse teutoniche, o delle arrampichine all’americana.
Un mondo giusto e nuovo, dignitoso, merita tutto un altro tocco, una forza della dolcezza e della competenza, uno charme della saggezza e della compassione.
Lottiamo anche a livello linguistico e contro l’abitudine di considerare la violenza un problema della donna. Non è un problema della donna, è decisamente un problema dell’uomo, ma finché non si cambia prospettiva nell’approccio al problema, continuiamo a mandare le donne secondo i casi al cimitero, al pronto soccorso o nella migliore ipotesi al Rifugio antiviolenza. Insomma esattamente come nei secula seculorum, con la debita differenza tra il Rifugio e il convento.
Se non cambia l’uomo non cambia niente, e se le madri e la scuola non si impegnano ad una educazione molto più adeguata alla pari dignità , al rispetto, agli affetti, alla consapevolezza di sé e degli altri, non ci sono normative, processi o giudici che possano fare un millimetro di differenza.
Auguriamoci buona giornata, buona riflessione e possibilmente un futuro molto migliore.

Serenella Pelaggi