Conservo ancora l’elenco delle 9640 firme che nel Dicembre del 1994 ho raccolto insieme a chi, come me, credeva che l’ospedale pievese andasse difeso ad ogni costo. Allora i nostri figli potevano ancora nascere alla Pieve e c’era una sala operatoria funzionante. In quell’elenco, di tanta gente della Valnestore, dell’Alto Orvietano, della bassa Valdichiana e anche del Trasimeno, ci sono le firme di tanti Pievesi, sostenitori di sempre e paladini dell’ultimora (non di tutti) che, nonostante abbiano avuto ruoli importanti nelle scelte, oggi da oppositori sembra non rammentino il passato.
Oggi vedo e sento parlare di Ospedale da molti che sembrano non avere memoria. E invece la storia è importante. Ricordo che il reparto di Ostetricia venne chiuso meno di venti anni fa, era il 1999. L’anno dopo si iniziò a parlare di ospedale unico e il territorio individuato era nel comune di Castiglione del Lago. Da li parte anche il progetto di riconversione dell’ospedale Pievese. Poi, con la scomparsa del compianto Prof. Legittimo ed il pensionamento del Prof. Vecchiarelli, si arriva ad un unico responsabile di Chirurgia, il Dr. Liscaio, che operava in entrambe le strutture. E’ con il pensionamento del Dr. Liscaio che a Città della Pieve cessa anche l’attività chirurgica. Ma nel frattempo il progetto dell’ospedale unico a Villastrada naufraga per assenza di risorse tra il 2012 e il 2013. Da quel momento si individua come sede dell’ospedale unico la struttura esistente di Castiglione del Lago. E’ in questi anni che nasce l’ospedale di Nottola e si amplia il Santa Maria della Misericordia (ex Silvestrini).
Per Città della Pieve non esiste più l’ utenza di vent’anni fa che oramai si è spostata altrove. Senza numeri significativi e dovendo far fronte ai requisiti attuali di una moderna sanità non rimane che individuare interventi che garantiscano la sopravvivenza di una struttura capace di erogare i servizi essenziali, mantenere i livelli occupazionali ed accrescere l’offerta con reparti che si possono mantenere ed essere sostenibili nel tempo, in un territorio come il nostro che è e rimane periferico per storia e geografia.
O si ha il coraggio di guardare la realtà o si continua con i rimpianti e con le colpe. Questa Amministrazione non ha responsabilità delle scelte e della situazione attuale ma ha la responsabilità di lavorare e se serve lottare, per conseguire i risultati e gli obiettivi che si possono ancora realizzare e che debbono garantire sicurezza e serenità ai nostri cittadini.
Abbiamo approvato in giunta un documento che fissa le richieste di Città della Pieve. Richieste possibili e giuste che sono la sintesi di quanto dichiarato in campagna elettorale, di quanto condiviso con le associazioni a carattere sociosanitario pievesi, di quanto più volte comunicato ai cittadini. Dalla Regione ci attendiamo il pieno rispetto degli impegni assunti.
Nessun trasferimento o modifica avverrà fin quando non saranno avviati i lavori di riqualificazione che debbono consegnare un futuro alla nostra struttura. Non ci sono firme da apporre o accordi sottobanco da sottoscrivere. Tutto alla luce del sole. Noi ci siamo assunti la responsabilità delle scelte dichiarando cosa avremmo fatto prima di iniziare, non dopo aver saputo che la fiducia ci era stata tolta.
Il Sindaco
Fausto Scricciolo
- dal giornale on line del Comune di Città della Pieve