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Sanità. Trasimeno, Alto Orvietano. Si avvicinano le scelte. I tecnici hanno finito il lavoro?

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Il coronavirus ha dominato la scena di questi primi mesi del 2020 e la dominerà ancora per qualche tempo, anche se in misura diversa. Nel frattempo però i grandi problemi restano squadernati tutti lì. In Italia, come dalle nostre parti. Quelli dell’economia e quelli della salute, più di altri.

Ora è indubbio che in questi ultimi 20 anni la “questione ospedale unico” nella cosiddetta area del Trasimeno e la “questione chiusura ospedale di Città della Pieve” hanno marchiato la politica e negli ultimi tempi i risultati delle elezioni, a cominciare da Città della Pieve. Nel corso della campagna elettorale, ma anche dopo, sono state diverse le occasioni in cui, esponenti del maggior partito della nuova maggioranza che si è insediata a Palazzo Donini, la Lega, hanno manifestato il loro consenso per la realizzazione di un pronto soccorso di area disagiata nella Patria del Perugino e più in generale per un potenziamento dei servizi sanitari ed ospedalieri di questa nostra zona.

Anche perchè, nel dramma del coronavirus,  l’indebolimento dei servizi territoriali e di base è stato individuato come una delle debolezze del sistema sanitario. Ma pare che siamo arrivati prossimi al momento delle scelte e della verifica delle coerenze. Ed alla verifica del passaggio dalle parole ai fatti. Perché circolano alcune voci. Voci abbastanza attendibili, perché vengono dall’interno dell’assessorato della sanità. Pare che dopo le elezioni siano stati costituiti dei comitati di tecnici che hanno analizzato i diversi campi della sanità umbra, per rilevare le carenze principali e per individuare le scelte di riforma e di riorganizzazione da fare. Non abbiamo la certezza, ma sembrerebbe che questi comitati o commissioni, avrebbero concluso il loro lavoro e lo avrebbero consegnato all’assessorato per i passaggi successivi, che spettano alla politica ed alle istituzioni.

Quello che lascia sperare in qualcosa di buono è che dai lavori dei tecnici, pare, che siano uscite confermate tutte le argomentazioni che, dal Trasimeno, dal Pievese e dall’Alto Orvietano, erano state segnalate alle  precedenti giunte. Si dice che è stato riconosciuto che per questa nostra zona e per la Valnerina, non sono rispettate le indicazioni di legge per quanto riguarda i parametri dei posti letto e soprattutto quelli per gli interventi di pronto soccorso e dell’emergenza. Gli stessi argomenti verso i quali la Giunta Marini-Barberini fece orecchi da mercante ed addirittura ricorse al Consiglio di Stato contro una sentenza del Tar e contro due suoi comuni, quello di Montegabbione e di Città della Pieve e contro il Comitato Cittadino Art.32.

Sarà importante vedere quali sono state le indicazioni dei tecnici anche per quanto riguarda l’ospedale unico, che sarebbe il solo modo per rispondere allo squilibri fra popolazione e posti letto e servizi di base. Ma altrettanto importante sarà vedere se ci sono le indicazioni per la sua ubicazione, perché anche in questo caso si possono seguire due strade. Ricollocare la sua sede in prossimità di quella vecchia sarebbe infatti la strada forse più corta e indolore per la politica. Ma sarebbe anche pericolosa. Pericolosa perché in quella vecchia collocazione i parametri della distanza chilometrica e temporale, dall’area disagiata individuata,  non sarebbero sufficienti ed a norma, come non lo sono oggi, rapportandoli a qualsiasi altro Ospedale di Emergenza Urgenza. Non ci resta che attendere. Con occhi e orecchi vigili. Da cittadini.

Gianni Fanfano