Rilassiamoci e gustiamoci qualche piatto locale

by redazione

  Da qualche anno sentiamo parlare di “Aglione della Valdichiana” con una certa familiarità ma per lungo tempo questa coltura era stata relegata ingiustamente in una sorta di dimenticatoio agricolo. Si nominava quasi fosse un qualcosa di mitico, non appartenente alla realtà. Invece l’Aglione è un magnifico prodotto della campagna. Magnifico perché mette un po’ d’accordo gli aglio-fili e gli aglio-fobi, da sempre in trincea a farsi la guerra a colpi di ricetta. Sì perché l’aglione della Valdichiana, è un aglio, e bello grosso e consistente, ma inversamente alle dimensioni regala un gusto tenue e dolce rispetto alla brutalità dei normali agli. Questa presentazione, pur doverosa, non è comunque l’argomento del quale volevo parlare. Io volevo prendere in considerazione i fiori di aglione. Questi ultimi credo che con termini botanici vengano definiti: Talli oppure Scapi fiorali, io però preferirei chiamarli semplicemente e direi quasi poeticamente: Fiori Di Aglione. Questi fiori che ora si trovano facilmente anche in commercio qui nella zona, sono dei boccioli in cima ad un lungo stelo. Sembra che se lasciati schiudere si trasformino in un bellissimi fiori sempre eduli. Ma  per ora occupiamoci di questi boccioli. A me la prima volta li hanno regalati e potevano essere usati in innumerevoli ricette, intanto fritti in pastella, oppure conservati sottolio come si fa coi fagiolini o i carciofi. Sarebbero stati buoni saltati in padella come contorno e, prima soffritti poi addizionati a pomodoro fresco, ancora ottimi sempre per contorno o anche per la pastasciutta.

Io però senza troppo lambiccarmi il cervello, li lavai, li tritai grossolanamente e li misi in padella con olio extravergine di oliva abbondante e un peperoncino. La fiamma la mantenni vivace: sono un ortaggio tenero, cuoce senza nessuna difficoltà. Volevo aggiungere un po’ di prezzemolo (che ci sta benissimo) ma alla fine optai per qualche foglia di basilico per staccarmi dal paradigma aglio, olio, peperoncino, prezzemolo oppure aglione, pomodoro, prezzemolo. Insomma provai, pur nella semplicità, a creare un piatto abbastanza originale. A questo proposito tagliai anche due fettine sottilissime di pane e le ridussi a cubetti, lasciai che diventassero croccanti in una padella con un po di olio e li profumai con un nonnulla di pepe nero. Voi quale pasta avreste messo? Diciamo che per un condimento simile tutte le paste andrebbero bene. Una sola però sarebbe perfetta, ecco io scelsi quella: i pici fatti a mano. Quindi lessati i pici, li scolai e li tuffai in padella affinché avvenisse l’indissolubile abbraccio di ingredienti e sapori, una volta impiattati, cosparsi la mia generosa porzione con una spolverata di pecorino, poco, per lasciare il sapore dei fiori di aglione ancora percepibile, anzi direi godibile e come ultimo tocco distribuii anche i piccoli crostini sul piatto. Provate poi mi direte.

Nunzio Dell’Annunziata

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