Rassegna stampa. Dal Corriere dell’Umbria di Alessandro Antonini
Perugia – Centocinque tonnellate di rifiuti al giorno saranno portati fuori regione. La Forsu, frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che non potrà essere più smaltita da Borgogiglione dal primo marzo finirà fuori dall’Umbria. Due le destinazioni possibili. Un impianto Hera in Emilia, dove già viene conferita la frazione organica umida non più smaltita da PietrameIma dal 9 dicembre, dopo la diffida della Regione per gli eccessivi scarti – che ha portato alla sostituzione del vaglio e all’attuale stop per manutenzione – e il nuovo sito di Bei Luogo di Lanciano, provincia di Chieti, della Ecolan. Gesenu e Gest hanno già trattative in coreo con entrambe le società, che hanno fornito anche i preventivi. Verrà scelto il sistema più economico, anche calcolando le distanze.
Si tratta per entrambi i casi di impianti di recupero e non di semplice trattamento: ne uscirà un combustibile commercializzabile sul mercato, anche se a più basso potere calorifero del combustibile solido secondario (css). Questo però permetterà di bypassare gli accordi interregionali. Ma la firma del contratto dovrà es- sere rapida. E’ emerso dall’incontro di ieri pomeriggio in Regione tra i dirigenti del settore ambiente Becchetti e Monsignori e i rappresentanti di Gesenu – con le nuove guide Farabbi (Ad) e l’ex Acea Piacenti come direttore impianti – capofila del consorzio Gest che ha l’appalto da 1 miliardo di euro per l’Ati 2, alle prese con l’emergenza rifiuti. Borgogiglione da ieri conferisce l’indifferenziata (DI) a Belladanza con cui vanta crediti di rifiuti smaltiti lo scorso anno per 45mila tonnellate. Ma è la Forsu che non trova spazio entro i confini regionali.
Su chi debba prendersene carico c’è stata nei mesi scorsi una corrispondenza di fuoco tra Gesenu e Tsa: partecipante e partecipata si sono scaricati vicendevolmente la responsabilità dello smaltimento e del trattamento. E dei trasporti. Ieri si è definito che, essendo Ponte Rio l’impianto da cui esce la Forsu, spetta a Gesenu occuparsene. Si tratta di costi aggiuntivi sul fronte dello spostamento su gomma (si ipotizzano quattro camion giornalieri) ma la possibilità di vendere il prodotto recuperato come produzione di energia è una contropartita che può compensare non poco. Tutto potrebbe essere evitato col collaudo del biodegestore di Borgogiglione, ma l’ok del’Arpa, tassello mancante, è ancora lontano. Remota la possibilità che possa arrivare in settimana. L’allarme rifiuti del cuore verde risuona anche a Roma.
Tanto che la commissione bicamerale di inchiesta sugli ecoreati, dopo le ultime notizie sulla chiusura della due discariche di Pietramelina e Borgogilione, sta preparando un rientro in Umbria – non ancora calendarizzato fa sapere il presidente Alessandro Bratti – per aggiornare il dossier umbro. All’orizzonte c’è l’audizione del direttore Arpa Walter Canapini sulle questioni umbre in generale (Temi compresa), ma sui rifiuti dovrebbe illustrare il progetto annunciato II consorzio Gest è titolare di u n appalto da un miliardo di euro per il servizio nell’ambito del Perugino La commissione bicamerale d’inchiesta sugli ecoreati pronta a tornare in Umbria in queste pagine – rimasto ad oggi inattuato – che prevede l’installazione in uno degli impianti di selezione dell’Ati 2 di un “tmb”, trattamento meccanico biologico a freddo. Un sistema che permetterebbe l’autosufficienza regionale nella chiusura del ciclo. Canapini informerà anche sullo stato di monitoraggio delle discariche da parte dell’Agenzia regionale di protezione ambientale.