(aun) “Il comprensorio del Trasimeno ha le caratteristiche giuste per trainare la ripresa del turismo umbro, ma occorre un piano strategico generale che ne valorizzi i punti di forza e tenda ad individuare le azioni più idonee a qualificare ed arricchire ulteriormente l’offerta ricettiva e le esperienze di viaggio”. Con queste parole il vicepresidente ed Assessore al Turismo della Regione Umbria, Fabio Paparelli, ha proposto di convocare, entro la metà di giugno, gli stati generali del turismo del Trasimeno accogliendo le osservazioni e gli stimoli emersi nel corso dell’incontro avuto ieri con il neo Presidente dell’Urat (Unione ristoratori e albergatori del Trasimeno) Michele Benemio, in rappresentanza di uno dei territori a maggiore vocazione turistica della regione.
“L’area del Trasimeno – ha detto Paparelli – rappresenta senza dubbio un luogo speciale, capace di attrarre flussi importanti di turisti, sia italiani che stranieri, con una permanenza media decisamente più alta rispetto ad altre zone dell’Umbria. Si tratta di un fattore competitivo utile anche al resto del territorio, ma che necessita di essere messo maggiormente a valore attraverso una strategia di rafforzamento del proprio ‘brand’ sui mercati nazionali ed internazionali e di valorizzazione dei fattori ambientali, storico-culturali, le tipicità e gli eventi, in grado di farne un vero e proprio prodotto turistico di area mirato su target di qualità, dove anche i servizi locali e le infrastrutture sostengano lo sviluppo del settore”.
Nel corso dell’incontro, l’assessore Paparelli ha poi sottolineato l’importanza di manifestazioni promozionali come quella messa in campo dall’Urat nel prossimo weekend, in cui si lancerà la prima edizione di “Porte aperte al Trasimeno”. Un evento che coinvolge tutti gli otto comuni del territorio, con un ricco programma di appuntamenti gastronomici, culturali e ricreativi. Oltre duemila i posti letto messi gratuitamente a disposizione dagli operatori turistici locali, in occasione della manifestazione, al fine il rilanciare il territorio e contrastare gli effetti di una comunicazione ancora condizionata indirettamente dai recenti eventi sismici dei monti Sibillini.