La situazione è piuttosto ingarbugliata a livello modellistico (nel senso dei modelli matematici meterologici) e ancora di più a livello di pura fisica dell’atmosfera, per la quale servirebbe una preparazione nettamente superiore alla mia.
Riassumento e “stringendo” però ecco il punto: è in atto nella stratosfera un fenomeno ricorrente ogni qualche anno, ma non in modo regolare, che si chiama “Stratwarming”. Trattasi di riscaldamento repentino e potente, anche se temporaneo, della stratosfera nella zona polare, dove invece normalmente in inverno si trova il vortice polare stratosferico, una massa d’aria resa molto fredda dalla mancanza di luce solare, che normalmente se ne sta intorno ai -70 gradi alle quote superiori per intenderci.
Questo fenomeno, nella sua forma più intensa, che è quella che si sta verificando adesso e che si chiama “split” (divisione), “fraziona” temporaneamente il vortice polare in varie parti che poi se ne vanno a spasso per le medie latitudini, azionando una “inversione” dei venti a tali latitudini, che cominciano così nella stratosfera a soffiare da est verso ovest invece che il contrario, come accade normalmente.
Tale situazione tende poi, con alterne fortune a seconda della potenza dell’evento, delle condizioni di partenza e da svariati altri fattori, a “scendere” nella troposfera, cioè negli strati bassi dell’atmosfera, i nostri per intenderci, portando un “blocco” delle miti correnti Atlantiche che scaldano il clima europeo e aprendo la strada a venti più freddi da nord e soprattutto da est, dalla Russia. Non è detto ovviamente che tale “inversione” interessi anche l’Italia, poichè succede a volte che il freddo rimanga a nord delle Alpi, ma questo può variare da evento ad evento. Nel 2012 ad esempio il gelo arrivò ben bene fino a noi a seguito di uno stratwarming avvenuto a inizio gennaio di quell’anno, nel 2013 invece ad esempio il “grande freddo” colpì in modo forte Germania, Francia e Inghilterra, lambendo soltanto il nostro paese.
Ad ogni modo tale inversione delle correnti prevalenti anche nella bassa atmosfera potrebbe verificarsi in maniera netta nel corso della terza decade di febbraio, condizionando in modo fresco/freddo e probabilmente perturbato la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, in particolare la fine di febbraio e il mese di marzo. Ma al momento non posso darvi certezze in merito, nemmeno un fisico dell’atmosfera potrebbe, figuriamoci io!
Tornando alla normale amministrazione, i primi effetti del rallentamento delle correnti zonali da ovest verso est, non necessariamente ancora dovuto allo Stratwarming, si sta verificando in questi giorni, con temperature più basse, che lo diverranno ancora di più nei prossimi due-tre giorni.
Un vortice di bassa pressione infatti sta infatti passando sull’Italia centrale e tale situazione depressionaria, con afflusso di aria fredda da nordest annessa, si protrarrà fino a giovedì mattina.
In tale frangente sembra possibile che ci siano deboli nevicate a quote collinari tra la notte e la mattinata di domani segnatamente sull’Appennino, con rari sconfinamenti qua ad ovest, mentre nella notte successiva un corpo nuvoloso in scorrimento sul Tirreno potrebbe portare sempre deboli nevicate per sovrascorrimento, ma anche tale previsione al momento è “preda” di un’incertezza quasi soverchiante.
Quindi al momento non ci sono certezze, io comunque segnalo la possibilità che accada qualcosa, anche se tenue, perchè nella meteo, come in altre cose della vita, vale la regola che “è sempre meglio aver paura che buscarne”.
Giaime Marchesini