Città della Pieve. Siamo arrivati nella nostra “ripubblicazione” del giornale storico della città “Pieve Nostra”, il periodico dell’Associazione Turistica Pievese, con le pagine della fine del 1969. Il mondo cominciava a cambiare velocemente. E anche a Città della Pieve qualcosa si muoveva. La Pieve agricola e mezzadrile, che ancora qua’ e là resisteva, era ormai ai margini, la Fornace Frazzi aveva chiuso e i successori avevano ridotto di molto ruolo e importanza, c’erano segnali di nuove iniziative economiche e anche nella politica si avvicinavano novità. Lo vedremo in particolare nel giornale del 1970. Intanto tenevano banco alcuni temi. Innanzitutto per la prima volta una squadra di calcio, importante, il Perugia, viene in ritiro a Città della Pieve. Lo farà ancora, e darà inizio ad un stagione in cui ogni anno ce ne sarà una. Una scelta dovuta all’ottima struttura alberghiera di cui si era dotato Mario Barzanti, con il suo albergo il “Piccolo Jolly”, ma che metteva sul piatto cittadino un problema che da tempo veniva segnalato, la mancanza cioè di un serio impianto sportivo. Ne passerà di tempo, finché Mario Barzanti, se ne farà uno privato, per conto suo.
L’altro problema che balzava agli occhi, producendo anche qualche battuta acida e amara era quello del passaggio al livello di Chiusi, che da quando aveva cominciato a funzionare la ferrovia divideva la cittadina toscana dalla nostra, come un muro invalicalibile, alzi il dito chi non ricorda qualche interminabile sosta di qua o di la delle sbarre. Il progetto del cavalcavia, che verrà realizzato soltanto più di un decennio più tardi, veniva osteggiato ferocemente dai commercianti della stazione che temevano di essere tagliati fuori. Non è stato il primo e nemmeno sarà l’ultimo caso di come la miopia degli uomini, impedisce di vedere le opportunità del futuro. Si potrebbe fare qualche esempio molto più recente in casa nostra. Del resto furono proprio gli agrari pievesi a regalare a Chiusi la stazione ferroviaria, perché a Po Bandino temevano che le locomotive a vapore , avrebbero incendiato i loro campi di grano e di fieno. C’è la figura di Mondiale Massoli, un personaggio pievese molto importante e da noi quasi sconosciuto, cognome a parte.
Ma ci sono anche altri articoli interessanti a cominciare dagli scritti dell’immancabile Pierino. Vi invitiamo alla lettura segnalandovi un articolo di Mimmo Gostinfini che propone lo spostamento del Monumento ai Caduti. Anche questo è sintomatico di un passaggio del tempo e di un fase nuova. Tutte le volte che Città della Pieve, pensa che deve voltare pagina e farsi un vestito nuovo, ecco che arriva puntuale l’osservazione che quel monumento, valore storico ed affettivo non in discussione, da un pinto di vista di assetto urbanistico della città, in quel punto, non co azzecca nulla. E’ successo e succederà ancora. Chissà per quanto tempo. (g.f)
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