Home Argomenti Politica Pieve di Tutti ” Rincorsa di notizie, solite parole, niente fatti”

Pieve di Tutti ” Rincorsa di notizie, solite parole, niente fatti”

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Era l’ultimo presidio, l’ultimo segno di ospedale. La Medicina Generale chiude con trasferimento a Castiglione del Lago. Le nostre grida di allarme erano ritenute pregiudiziali, le nostre preoccupazioni solo propaganda politica.  Da oggi sappiamo con certezza che l’ospedale del Trasimeno si trova a Castiglione del Lago, dove la Medicina troverà posto in locali ad hoc rinnovati che, quindi, avranno avuto un costo. Gli spazi pievesi rimarranno vuoti di degenti e di personale.

Contemporaneamente la Giunta Comunale sembra avere uno slancio, anche se finora abbiamo visto soltanto accettazione. Accettazione è stata nell’incontro con la Presidente Marini; accettazione è stata nelle interrogazioni in Consiglio Comunale.  Stavolta la Giunta emette la delibera 161 del 1° settembre 2016, pubblicata in Albo Pretorio e non accompagnata da alcuna comunicazione alla cittadinanza, nessuna presa di posizione. Quello che sembrava un intervento di contenuti, si rivela una scatola vuota. La delibera insiste sulla necessità di trasformazione sanitaria legata al passare del tempo e alle esigenze della popolazione. Si parla di innovazione, tecnologie, sistemi di grande efficienza ecc. ecc. Parole che ci pongono la domanda più volte ripetuta.  La chiusura completa di un ospedale a quali esigenze della popolazione risponde? I tempi mutati e i cambiamenti non dovrebbero  potenziare e rendere i servizi più accessibili per tutti, invece che toglierli? Sono queste l’efficienza e l’efficacia?

La delibera continua poi con il riferimento alle Aree interne, zone disagiate con servizi precari e bisognose di interventi. Città della Pieve è inserita nelle arre interne e qualificata anche come Comune Montano. Che strano! Proprio nell’incontro con la Presidente Marini il nostro gruppo espose le problematiche, ma anche le potenzialità, di una città come la nostra che cuce zone di confine. Ma in quell’occasione non ci ricordiamo – forse perché non le abbiamo sentite – parole coerenti con queste esigenze, né da parte dell’Amministrazione comunale, né da parte della Presidente. Ora, invece, le Aree interne sembrano la risposta a tanti campi d’azione.

Comunque, il quadro che emerge nelle indicazioni della delibera è il seguente: centro geriatrico, assistenza domiciliare, riabilitazione post-ictus, riabilitazione pneumatologica, centro odontoiatrico e poi ambulatori. Il primo soccorso, anche se raddoppiato, rimane una struttura che, per casi gravi, ha pochi mezzi di intervento.

L’Assessore Regionale Barberini  però interviene rassicurando che l’ospedale non chiude ma si trasforma, con un piano di riqualificazione che procederà in accordo con il Sindaco e secondo le promesse. Noi crediamo che l’unico progetto credibile e realizzabile è di avere il centro geriatrico e una sufficiente assistenza domiciliare. Per fare il resto occorrono investimenti, piani già in fase di attuazione, dinamismo operativo, azioni concrete.

Quello che vediamo è il nulla. Basta avere un problema. Quello che ci aspetta è emigrazione sanitaria e non vicino, ma in tutta l’Umbria. Ecografie a Branca o Pantalla, visite a Città di Castello, tac o risonanze ad Assisi e molto altro.

Se questa è la sanità efficiente ed efficace del 2000 riteniamo che è stato fatto un  passo indietro. Nelle dinamiche regionali contano i numeri e le concentrazioni. Forse  –  ed è tutto da dimostrare – ci saranno risparmi, ma per i cittadini è un dispendio di forze e di danaro. Nella rete capillare di ospedali  del passato i medici erano vicini ai pazienti, adesso  i pazienti devono inseguire i servizi. Inaccettabile.

Per Città della Pieve, la fine dell’ospedale è una ferita. La città, spogliata di uno dei suoi servizi più antichi, vive un’altra decadenza. Dobbiamo trovare modi per arrestarla.

da pieveditutti.it