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Pd, Comuni e Tribunale. Ma non sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti?

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Capiamo tutto. Le ragioni della comunicazione politica. Il tentativo di mantenere un canale di rapporto con la cittadinanza e magari di provare a spiegare i motivi di un ritardo o di una scelta iniziale incomprensibili ai più. La necessità di stimolare e vincolare i parlamentari affinché non perdano ulteriore tempo e facciano alla svelta questa seconda approvazione della legge. Capiamo anche che si voglia valorizzare e ringraziare i deputati che si sono più di altri impegnati o che si dovranno impegnare per la approvazione della legge.

Capiamo e saremmo disposti a comprendere tutto, ma il senso di questa iniziativa di venerdì 26. di cui sotto riportiamo la locandina, promossa dal Comune di Città della Pieve ci sfugge. Sono passato ormai cinque anni dal luglio 2012 quando fu legiferato l’accorpamento del Tribunale di Orvieto, cui, per antica storia compartimentale Città della Pieve e i comuni limitrofi facevano parte,  al Tribunale di Terni. Da allora per cose serie o per semplici certificati i cittadini delle nostre zone hanno dovuto sobbarcarsi ore di viaggio per raggiungere la città ternana. Quello che più amareggiò allora fu la disattenzione, oserei dire la sciatteria che quel provvedimento denoto in chi se ne occupò a livello tecnico e politico. Bastava un minimo di conoscenza geografica del nostro territorio per bloccare quel provvedimento e fare scelte diverse. Cioè quelle che è stato chiesto di fare da anni. Quelle che ci si è impegnati a fare da anni. Invitiamo i nostri lettori a leggere la storia degli articoli comparsi sul nostro giornale per farsi un’idea di quello che stiamo dicendo.

Finalmente qualche settimana fa la notizia dell’approvazione in un ramo del parlamento bicamerale, la Camera dei Deputati.  Il primo passo. Voto unanime di tutti i parlamentari umbri. Non sarebbe quindi il caso di passare dalle parole ai fatti il più velocemente possibile? (g.f)