Home Rubriche Lettere dl giornale. Gianfranco Gobbini “Impianto Acea. Credo che non basti “vigilare”

Lettere dl giornale. Gianfranco Gobbini “Impianto Acea. Credo che non basti “vigilare”

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(riceviamo e pubblichiamo) Leggo incredulo la nota, giunta ieri al Corriere Pievese, di un gruppo di minoranza del Comune di Città della Pieve che descrive il Progetto Acea (che dovrebbe realizzarsi nel Comune di Chiusi-Località Le Biffe), come un progetto “addirittura” benefico, facendolo apparire come una realizzazione di un’oasi felice.

Credo che non basti “vigilare” su tale Progetto per tutelare i cittadini.

Come si fa a prendere in considerazione un Progetto che tratta di  R I F I U T I (nei termini indicati nella nota) quando ci sono in gioco sul Territorio beni, interessi e valori che sono già preesistenti e ben più importanti da preservare e sviluppare.

A parte i primari temi di salute e salubrità dell’ambiente che do per imprescindibili (peraltro dubito che possa esserci qualcuno che potrà certificare con assoluta certezza che non ci saranno emissioni nell’atmosfera e nel sottosuolo nocive e compromettenti la salute, dato che il Progetto Acea è in via sperimentale), parlo di un Territorio conosciuto nel mondo per la sua unicità, per la sua storia, la sua cultura, la qualità dei prodotti della sua terra, parlo di beni, interessi e valori che se sviluppati concretamente creerebbero condizioni di miglioramento dell’ambiente, di crescita del territorio e occupazionali ben più proficui e sostenibili nell’ottica dell’impatto ambientale.

Ove venisse realizzato l’impianto Acea (e ciò sarebbe da scongiurare), mi domando come potrebbero le Regioni Umbria e Toscana giustificare il fatto di finanziare da una parte progetti come lo Zafferano, il Termalismo, i prodotti doc e dop, la promozione dei parchi naturali del Trasimeno e della Valdorcia, il turismo culturale ed enogastronomico e così via e, dall’altra parte permettere che nel medesimo Territorio si parli di un Progetto che contrasta e annulla tutte le potenzialità che già ci sono.

Che fine faranno gli indirizzi delle Unioni dei Comuni sulle politiche di area?

Non vorremmo ritrovarci a dover affrontare problematiche abnormi, che nessuna politica potrebbe bonificare e risolvere.

Non sono riuscito a trattenermi, è stato più forte di me intervenire sull’argomento e vorrei non essere letto con nessuna connotazione politica perché ho voluto esprimere il mio pensiero come cittadino che è nato, cresciuto e che vive in questa parte di territorio meraviglioso e che tale vuole consegnarlo alla sua nipotina ed a chi verrà dopo di lui.

Gianfranco Gobbini