Non sempre il cambiamento corrisponde a innovazione o progresso. Gli ultimi 20-25 anni, quelli che hanno segnato il più forte camaleontismo dell’ ex glorioso e trionfante PCI, col palese affondamento attuale, che hanno patito il berlusconismo, la globalizzazione nella sua versione più deteriore di revanchismo neocapitalista agguerrito, ci hanno propinato niente altro che privatizzazioni, ulteriore disimpegno dello stato non solo nel sociale ma anche nel controllo di tutte le ‘libertà’ e autonomie concesse con tanta leggerezza e miopia, lo stallo dell’occupazione, una decrescita infelice e la pessima gestione del fenomeno migratorio.
Ora salutiamo trionfanti … il ritorno al passato! Per fortuna, visto che Chiusi era tradizionalmente uno snodo ferroviario vitale, efficace, quanto mai necessario nel centro Italia. E allo stesso tempo si lotta, speriamo bene con successo, per recuperare l’ospedale a Città della Pieve, ‘conquista’ che altro non sarebbe che il recupero di una dolorosa perdita.
Ora che l’alta velocità torna a garantire un collegamento efficace con il nord e il sud, sarebbe il caso di rivedere in maniera sostanziale anche la politica dei trasporti locali di collegamento, prima di tutto, tra i comuni e le sue frazioni, tra comuni limitrofi, come Città della Pieve e Chiusi, a prescindere dai confini regionali afflitti dalle politiche ottuse e scellerate del federalismo, e offrire all’interno dei comuni anche piccoli la garanzia di collegamento tra le strutture e i servizi cruciali, come scuole, ospedale, ambulatori, mercato, uffici comunali, banche, poste, ….
Non si può infatti blaterare di lotta all’inquinamento senza muovere un dito per favorire il trasporto pubblico, oltre tutto in considerazione della notevole popolazione di anziani che anche volendo non guidano o non possono guidare.
Dunque, speriamo che si disegni un piano trasporti nella direzione di utilizzare veicoli più piccoli, non inquinanti e sufficientemente frequenti da consentire a tutti di spostarsi senza macchina, per la stazione di Chiusi ad esempio, come pure per l’ospedale, e non solo quello della Pieve, ma Castiglione del Lago, Perugia, Pantalla, e tutti gli altri posti dove ormai il CUP ti invia allegramente, come se si trattasse di una gita di piacere! Dobbiamo quindi concludere che gli ultimi decenni hanno patito politiche perdenti, i cittadini ci hanno messo parecchio per accorgersene e hanno per lo più reagito in modo da peggiorare la compagine politica.
Sarebbe ampiamente ora di tornare a politici e amministratori onesti e intelligenti, capaci di sostenere il sistema sociale e l’economia congiuntamente, dimostrando che si tratta di correlativi oggettivi e non di contrapposizioni insanabili.
Serenella Pelaggi