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L’AVIS di Città della Pieve va a scuola

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Come accade ormai da anni, l’AVIS di Città della Pieve ha incontrato gli studenti, oltre cento, delle classi quinte dell’Istituto di Istruzione Superiore “Italo Calvino”: venerdì 12 gennaio, le ultime ore di scuola sono state all’insegna della solidarietà e della prevenzione.

Il Dott. Paolo Angori, figura storica tra i volontari dell’AVIS, ha parlato di donazioni: sangue, midollo, organi, cordone ombelicale, spiegando – nella speranza di fare proseliti – chi può iscriversi all’AVIS e quindi chiedere la visita per l’idoneità alla donazione: uomini e donne che abbiano raggiunto il diciottesimo anno di età, di peso non inferiore ai 50 kg. e che si attengano ad un corretto stile di vita, garanzia di buona salute e promessa di sangue sano.

Gli uomini possono donare ogni tre mesi, le donne ogni sei; a tutti viene tolta una quantità pari a circa 450 gr. di sangue, che si riproduce in breve tempo. Prima di ogni donazione, il donatore deve, in assoluta onestà e nel più totale rispetto delle norme di privacy, compilare un modulo di autocertificazione a proposito del suo tenore di vita degli ultimi mesi.

L’obiettivo a cui si punta è quello di fare in modo che l’Italia raggiunga l’autosufficienza per il fabbisogno di sangue, questo traguardo è raggiungibile solo a patto di un profondo processo di maturazione dei cittadini. Tuttavia, l’atto di donare è anche un mezzo per controllare lo stato di salute del donatore che viene sottoposto ad una serie di controlli preliminari.

C’è bisogno di sangue, c’è bisogno di donatori: in Umbria si registrano 30.000 donatori, il 3% della popolazione totale, per complessive 43.000 sacche, ma non è sufficiente.

In Italia ogni anno è purtroppo necessario sottoporre a trasfusione circa 400 bambini. Le cellule ematiche hanno vita breve e chi ha problemi necessita di frequenti trasfusioni, alcuni interventi chirurgici necessitano di numerose sacche ematiche: per un solo trapianto di midollo servono cento donatori e il sangue purtroppo non si produce in laboratorio!

Allora bisogna educare i giovani ai valori della cittadinanza attiva e responsabile e donare sangue è un dovere di tutti quelli che possono farlo.

Il dott. Angori si è poi rivolto alle ragazze, future mamme, per informarle a proposito della donazione del cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, utili alla cura delle leucemie. Le donne in stato di gravidanza che decidono di donare il cordone ombelicale devono tempestivamente avvertire il proprio ginecologo e sottoporsi ad alcuni analisi al sesto mese di gravidanza e ad un altro controllo sei mesi dopo la nascita del bambino.

L’essere solidali è un bel modo di essere di cui non ci si pente mai!

Per il Presidio del Volontariato “Insieme si può”

Anisa Meca e Lorenza Vanni