ARCHIVIO DEL CORRIERE PIEVESE
16 DICEMBRE 2016
Qualche tempo fa, in uno dei nostri giretti sulla rete alla ricerca di notizie sui centri della nostra zona, fra Trasimeno – Pievese, Alto Orvietano e Bassa Valdichiana confinante, ci imbattemmo in un piccolo gioiello di sito web. Mi piacque molto e cercai subito l’autrice. Il sito si chiamava e si chiama “Fabro nascosta” ed è opera di Francesca Bianco una giovane archeologa che è stata anche tra le volontarie che hanno partecipato agli scavi della Tomba etrusca di Laris a San Donnino e poi alla sua prima sistemazione presso Santa Maria dei Servi. Con Francesca facemmo un incontro per chiederle se potevamo pubblicare qualcosa del suo lavoro e poi se era disponibile a collaborare con noi. Ora vogliamo far conoscere ai nostri lettori questo prezioso e curatissimo lavoro che nello stesso tempo ci permette di far conoscere ad un pubblico ampio, anche la storia di Fabro, piccolo, ma ancora vitale centro vicino a Città della Pieve e all’interno dell’area geografica di nostro interesse. Lo facciamo partendo da uno degli ultimi capitoli della storia narrata quello relativo alla nascita del Marchesato che risale al 1654. Il testo che pubblichiamo, nell’originale, è corredato di note, che noi non pubblichiamo, ma che invitiamo a leggere nell’originale. (N.d.R)
*la foto di copertina è di Massimiliano Neri
Fabro Nascosta nasce come progetto editoriale per la riscoperta, la diffusione e valorizzazione della storia più antica di Fabro, paese situato nell’Umbria Occidentale a confine con la Toscana. Tale progetto si rivolge a chiunque sia interessato alla storia del paese e del suo territorio, sia esso un abitante del luogo, uno studioso o un semplice curioso.
Il nome del blog, Fabro Nascosta, sta ad indicare l’oggetto del progetto ossia tutti quei dettagli e informazioni, luoghi ed edifici storici che per un motivo o per un altro sono sfuggiti e sfuggono alla memoria rendendoli appunto nascosti, dimenticati od ignorati.
Il blog si propone di pubblicare materiali originali, frutto di studi rigorosi e verificati dal punto di vista storico, documentario e archeologico, che saranno corredati da note e bibliografia per poter approfondire gli argomenti trattati. La quasi totalità della documentazione, quando non estratta da pubblicazioni, proviene da documentazione archivistica conservata negli Archivi di Stato di Roma e di Orvieto e dell’Archivio Storico Comunale di Fabro.
1654: LA NASCITA DEL MARCHESATO DI FABRO
Nel volume dei Consigli Comunali relativi agli anni 1627-1655, presente nell’Archivio Storico Comunale di Fabro , è riportato il consiglio in cui si annotava l’avvenuta vendita del Castello di Fabro e della Tenuta di Salci (oggi tenuta di Poggiovalle) al Marchese Carlo Maria Lanci da parte della Città di Orvieto.
Il documento, datato 21 agosto 1654, riporta la copia delle lettere originali della compra-vendita che accadde il 19 agosto precedente. Il Castello nel 1638, infatti, era stato venduto dall’allora proprietario Marchese Capizucchi al Comune di Orvieto per debiti di gioco, pertanto la città esercitò il potere feudale sul nostro castello per circa 16 anni.
Come ogni consiglio comunale che si rispetti vengono citati i nomi dei consiglieri, tra i quali si possono leggere alcuni cognomi tutt’oggi presenti tra gli abitanti di Fabro, come Lunardi (adesso Leonardi), Neri, Barzi, Lanzi, Gorini e Canini.
La lettera redatta dai Conservatori della Pace della Comunità di Orvieto è molto stringata e riporta il passaggio di proprietà dal Comune al Marchese Lanci, per l’interposta persona dei suoi procuratori, il signor Gualtero Gualteri e il signor Giuseppe Margrande.
Dalla lettera del Marchese Lanci, invece, si evince l’affetto, reale o simulato, del futuro padrone verso i suoi sudditi e la disponibilità di assecondare le loro richieste. Cosa che farà, effettivamente, quando il popolo di Fabro protesterà contro il Comune di Orvieto per essere esentato dal pagare la tassa sul macinato introdotta dalla città su tutti i castelli sottoposti alla sua baronia. Infatti, non essendo più proprietà del comune orvietano, il popolo trovava assurdo continuare a pagare questa tassa ed il Marchese si fece portavoce di questa istanza. Ma di questo si parlerà in un altro articolo.
La lettera, poi, fornisce un’informazione molto importante. Il Marchese, oltre a decretare l’acquisto del Castello di Fabro avvenuta per intercessione del Papa, di cui non fa il nome ma è semplicemente indicato dalla formula Santita di N.S., riporta la concessione fatta da questo stesso a elevare il suo possedimento a rango di marchesato. Il Papa in questione, in base alla data della vendita, è Innocenzo X.
Quindi il feudo del castello di Fabro, con il suo distretto e le sue tenute, sarà marchesato dal 1654 fino al 1816, quando per decreto papale saranno aboliti tutti i diritti feudali entro lo Stato Pontificio. Gli ultimi marchesi saranno i Marchesi Antinori di Perugia.
Infine il 30 Agosto 1654, un nuovo consiglio comunale stabilisce cosa regalare al Marchese come dimostrazione di vassallaggio e buona accoglienza. Il consigliere Giuseppe Calandrini suggerirà di regalare al padrone quello che ritengono migliore i Priori del castello, da scegliere tra vino o pollame.
Qualche dato sulla famiglia Lanci.
Originaria di Firenze, questa famiglia accumulò grandi ricchezze grazie agli incarichi avuti nell’amministrazione pontificia. Per generazioni i Lanci si occuparono della gestione della Tesoreria di Spoleto e Perugia. Carlo Maria Lanci alla sua morte lasciò tutti i suoi beni al figlio Francesco [3]. La moglie Girolama, figlia del Marchese Ludovico Chigi di Viterbo, gestì il patrimonio del marito per il figlio ancora giovane. Di Francesco e Girolama Chigi Lanci abbiamo testimonianza nei documenti d’archivio presenti in Comune a Fabro, soprattutto di Girolama. Ella, infatti, emanò nuove leggi e modifiche allo Statuto del Castello, e pretese di venir messa al corrente della contabilità del feudo, poiché gestito in modo inappropriato fino a quel momento.
F.B.