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“Italia di Mezzo fra storia e attualità” se ne parla a Chiusi con il Presidente del Consiglio Toscano e i sindaci di Chiusi e Città della Pieve

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Pubblicando il loro terzo libro, dopo “La Terra e le Acque” e “Umbria rara, Umbria nascosta”, Piero Giorgi e Carla Cicioni, sapevano che, oltre che a portare a termine un lavoro di ricerca che ha accompagnato da sempre la loro passione per la cartografia geografica, un amore particolarmente rivolto alla terra nativa,  sarebbero entrati dentro un argomento caldo e di attualità. Ma a due anni dalla sua pubblicazione non immaginavano che la loro “Italia di Mezzo” sarebbe diventato uno dei temi più seguiti ed approfonditi nei territori di confine fra Toscana ed Umbria, fra Valdichiana e Trasimeno.

A parlare del loro libro e del tema nella sua storicità, ma anche attualità,  i Venerdì 15 giugno alle ore 18 presso la Sala delle Conferenze di san Francesco a Chiusi, saranno oltre agli autori, il Presidente del Consiglio Regionale Toscano Eugenio Giani, e i sindaci di Chiusi e Città della Pieve, Juri Bettollini e Fausto Scricciolo. Coordinati e stimolati, dal vice sindaco di Chiusi, Chiara Lanari e dall’editore del giornale on line “L’Ora del Trasimeno”, Gianni Fanfano.

Due comuni, Chiusi e Città della Pieve, che insieme agli altri del Trasimeno, della Valdichiana e dell’Orvietano, hanno già avviato da tempo una proficua collaborazione nel campo dei servizi e della promozione turistica e culturale e soprattutto in quello delle scelte strategiche, a cominciare con le grandi vie di comunicazione, vedi la recente istituzione delle fermate dell’alta Velocità, frutto anche di una diffusa mobilitazione territoriale ed istituzionale.

Ma inutile nasconderlo, l’idea dell’Italia di Mezzo rappresenta per le nostre zone anche una prospettiva di crescita e di superamento dell’emarginazione territoriale, istituzionale e politica, che con gradi diversi questi territori di confine hanno vissuto anche dopo la istituzione e la crisi del regionalismo.

Quali che siano siano i gli sbocchi delle riforme istituzionali future, qualunque sia la delimitazione territoriale che le regioni avranno nei prossimi anni, di due cose siamo certi. Dopo una “Questione Meridionale” che ha accompagnato e accompagna la storia d’Italia perlomeno dalla nascita dello stato unitario fino ad oggi. Dopo una “Questione Settentrionale” che è esplosa e si è imposta con forza a cominciare dagli anni novanta e tuttora domina lo scenario politico ed economico nazionale. E’ tempo che si imponga nella sua corposa dimensione storica, economica e politica, anche la “Questione dell’Italia di Mezzo”, “in modo che la medianità, non sia solo una categoria geografica, ma anche la sintesi di valori nazionali”(Raffaele Rossi).

Qualunque sviluppo abbiano le vicende politiche ed istituzionali, è scontato che i comuni e le forze sociali e politiche di queste nostre zone dovranno aumentare e qualificare i momenti di collaborazione e di sinergia sui tanti aspetti della vita sociale che accomuna le popolazioni residenti, valicando confini ormai in gran parte anacronistici. E dire, come vedremo, che i cartografi ed i geografi dei secoli scorsi lo avevano già capito.