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Inverno rimandato… a febbraio?

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Fioriranno le mimose in anticipo anche quest’anno, come successe 2 anni fa? Oppure la stagione ha pronto il colpo di coda nel mese di febbraio? Mi piacerebbe rispondervi ma la verità è che non lo so. Posso al massimo dirvi il tempo che farà nei prossimi giorni, vista l’incertezza massima nelle previsioni più a lungo termine.

In verità non lo sanno nemmeno i grandi centri mondiali di calcolo, che anzi hanno preso una grandissima batosta nei giorni scorsi. I due principali modelli matematici di calcolo mondiali, l’europeo ECMWF e l’americano GFS sono infatti passati, all’unisono in una bella dimostrazione di inefficienza congiunta, dal prevedere freddo e forse neve nel prossimo fine settimana ancora pochi giorni fa, a prevedere niente di niente da ieri e ancora di più da oggi, sempre per i prossimi due giorni, che dunque trascorreranno con una variabilità tipicamente marzolina e con temperature, che dopo una lieve discesa domani, nei giorni successivi potrebbero addirittura raggiungere valori primaverili.

Insomma negli ultimi anni il cambiamento climatico si sta facendo sentire anche nella stagione fredda, dopo aver preso piede stabilmente in quella calda dal 2003 in poi, con record di caldo giornalieri, mensili o persino assoluti che si infrangono un anno sì e uno no. In inverno dal 2014 in poi invece quando va “bene” ci fa un mese di inverno su 3, l’anno scorso fu gennaio, quest’anno è stato (almeno un po’) dicembre. Gennaio 2018 invece sta trascorrendo con temperature di oltre 3 gradi più alte della media ed è seriamente candidato a chiudere come il più caldo degli ultimi 25 anni almeno, battendo anche con una certa probabilità il gennaio 2007, finora detentore di tale record.

Certamente la mancanza di gelate di una certa entità quest’anno, se non ce ne saranno nemmeno a febbraio, non depone bene per quanto riguarda la questione delle fioriture anticipate, sempre destabilizzanti e che espongono poi gli alberi ad eventuali ritorni di freddo a inizio primavera, e soprattutto per quella degli insetti e dei parassiti, compresa la “famigerata” mosca degli olivi, che trae beneficio da estati piovose ma anche da inverni miti e senza gelate. Non è un caso che l’ultima raccolta 2017, seppur funestata dalla siccità, non ha visto per niente la presenza della mosca, spazzata via dal gelo di gennaio 2017 e dal caldo secco dell’estate.

Per febbraio non nutro eccessive “speranze” in chiave gelo, anche se credo sia probabile almeno una “piazzata” del freddo, forse già in prima decade, ma quel che vi posso dire è che con molta probabilità farà un po’ più freddo che a gennaio. Ci vuole davvero poco.

 

Giaime Marchesini.