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Impianto di trasformazione dei rifiuti alle Biffe. Iniziativa di Chiusiblog “vediamoci per capirne di più”

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Negli ultimi mesi dell’anno appena finito, il Comune di Chiusi ha portato a termine la vendita dell’area dove era stato costruito a suo tempo il Centro Carni di Chiusi. La gara indetta per la vendita ha avuto un solo partecipante. Si tratta di “Acea Ambiente” una società operante nel settore idrico ed ambientale con sede a Terni, operante anche ad Orvieto e nel Lazio. La società fa parte del gruppo Acea, un colosso del settore delle multiutility, che vede come maggiore azionista il Comune di Roma, e come soci e, di fatto gestori, Caltagirone e i francesi di Suez.  Acea è anche il gestore, ed azionista di punta,  di “Umbria Acque” e di alcuni acquedotti toscani.

Acea è stata a suo tempo insieme a  Cerroni, nel settore della gestione dei rifiuti, una delle aziende romane scelte dalla Regione Umbria come partner nella gestione di alcuni servizi pubblici strategici. Scelta tutt’ora discussa a livello politico. Acea Ambiente ha vinto la gara del Comune di Chiusi presentando un progetto che prevede la trasformazione dei rifiuti che saranno trattati in “lignite” ( da qui il termine “carbonizzazione” usato in alcune prese di posizione critiche che si sono registrate a Chiusi ed anche da parte dei promotori dell’iniziativa che presentiamo) e impegnandosi a pagare al Comune di Chiusi la somma di 2,5 milioni di euro.

Di fronte a queste decisioni si sono mosse le forze politiche di minoranza e soprattutto due organi di stampa locali. Primapagina e soprattutto Chiusiblog. E’ appunto di Chiusiblog, l’iniziativa di cui informiamo i nostri lettori e la nota che segue è quella con cui l’iniziativa ci è stata presentata e viene presentata ai cittadini interessati ad approfondire il tema (N.d.R)

“Alcuni di noi anche su Chiusiblog hanno posto il problema di acquisire informazioni sul possibile insediamento di un impianto di carbonizzazione della società ACEA Ambiente. Per questo dobbiamo valutare la costituzione di un comitato capace di rispondere a questo scopo. Non si tratta quindi di un comitato “contro”, quanto piuttosto capace di poter rispondere alle molte domande che oggi si pongono, come ad esempio:

1) Quale impatto avrebbe sull’ambiente ed eventualmente sulla salute dei cittadini un impianto del genere?

2) Un impianto basato sullo stesso brevetto è funzionante in Spagna in forma sperimentale. Perché allora proprio da noi?

3) Un impianto basato sullo stesso brevetto (anche se proposta da società diversa) è stato proposto per il comune di Capannori e rifiutato. Quali sono le motivazioni del rifiuto? Anche altri comuni come  Altopascio e Piombino avrebbero ricevuto e rifiutato la stessa proposta.

4) Perché con delibera del Consiglio Comunale del 4 dicembre è stato immediatamente riscosso e prima della formalizzazione definitiva della gara per la cessione dei terreni dell’ex centro carni, un consistente anticipo sulla cifra di oltre due milioni per inserirlo nel bilancio del 2017? Non è che il Comune stia anticipando i tempi per difficoltà di bilancio sino ad ora negate? Non è che il Comune attraverso questa operazione si autocondizioni sulle future autorizzazioni in relazione alle autorizzazioni necessaria sia dal punto di vista ambientale che urbanistico?

Queste soltanto le primissime domande che un impianto del genere fa sorgere.  Un’inziativa cittadina, senza alcuna affiliazione partitica o di gruppi precostituiti può dunque essere utile in questo particolare momente. Si tratterebbe di un’iniziativa che comporta un impegno a ricercare e a rendere semprepubbliche le informazioni raccolte.”