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Il problema delle processionarie

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L’argomento non è strettamente meteorologico, ma è legato a doppio filo al clima insolito di questo autunno-inverno.

Infatti le temperature insolitamente alte (abbiamo avuto consecutivamente novembre-dicembre e gennaio sopra la media, dicembre in maniera eccezionale ed eclatante), unite a una siccità davvero inusuale in questo periodo, con scarsissime precipitazioni a novembre, il mese normalmente più piovoso dell’anno, completamente assenti a dicembre (un fatto senza precedenti) e scarse anche a gennaio, hanno messo le basi per una proliferazione sinceramente mai vista e assai più precoce del normale delle processionarie, da noi comunemente chiamate “ruche” o “rughe”.
Le larve, già nate e attive a causa del clima mite e secco, quando normalmente tutto ciò accade a inizio primavera, stanno spogliando letteralmente i pini dove sono i bozzoli, con certi alberi praticamente quasi senza più aghi, mentre con l’avanzare della stagione potrebbero attaccare le querce, come già successo in passato, causando lo spettrale spettacolo dei nostri bellissimi boschi di querce, sia cerri che roveri che roverelle, quasi del tutto spogli in piena stagione vegetativa.
Con questo articolo vorrei sollecitare chi di dovere a prendere provvedimenti, come ho visto fare altri anni, per “sparare” ai nidi in eccesso prima del solito, visto l’anticipo e l’estensione del fenomeno, in modo da risolvere la questione prima di avere gravi danni alla vegetazione e al paesaggio circostante.
Nel nostro piccolo nel frattempo possiamo, come io ho già fatto, tagliare i rami dei pini vicini alle case dove sono i bozzoli e bruciarli per ridurre la problematica, ma per una soluzione a più ampio spettro è necessario un intervento generalizzato.