(Comunicato stampa)L’Associazione di salvaguardia ambientale “Il Riccio” prende atto, con sbigottimento, che Juri Bettollini, Sindaco della Città di Chiusi avrebbe presentato addirittura un esposto alla Procura della Repubblica di Siena, rilevando come “intimidatorio” il legittimo sollecito ad avere un riscontro all’istanza, inviata in data 8 agosto 2018, che richiedeva l’inclusione dell’Associazione nei procedimenti decisionali che riguardano le proposte progettuali di Acea nel complesso immobiliare denominato “Ex Centro Carni di Chiusi”, ed in difetto della quale, la scrivente Associazione, avrebbe fatto segnalazione all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione).
Ricordiamo che la normativa prevede una tempistica di trenta giorni dalla ricezione dell’istanza, entro il quale il Comune della Città di Chiusi avrebbe dovuto quantomeno esporre le ragioni di un ritardo/silenzio che, al contrario invece, si è protratto per ben settantacinque (75) giorni.
Nella mail che il Sindaco ha inviato all’Associazione, con in copia il Procuratore Capo della Repubblica di Siena, il primo cittadino, in aggiunta al reato di minaccia (art.612 del c.p.), ravvede altresì per le mail inviate al protocollo del Comune, due ad agosto ed una ad ottobre, il reato di cui all’art. 340 del c.p., ovvero una condotta interruttiva o turbativa della regolarità del funzionamento dell’ufficio o servizio pubblico nel suo complesso.
“Il Riccio” ritiene di essersi sempre mosso nel completo rispetto della legalità, e di non aver mai ostacolato la pubblica amministrazione ma, al contrario, ha sempre avuto ed ha come obiettivo quello di servire l’interesse pubblico e lo stimolare una partecipazione attiva alla vita civica del territorio, ivi compreso il sollecitare la P.A. circa le conseguenze, in termini di responsabilità, di una mancata risposta nei termini di legge.
Questo atto del Sindaco della Città di Chiusi viene visto anche dal WWF Perugia, che agisce di concerto all’Associazione “Il Riccio”, come tentativo intimidatorio che potrebbe assumere anche rilievo penale, pertanto le suddette Associazioni ambientaliste si riservano ogni azione al fine di tutelare l’interesse pubblico alla partecipazione nei procedimenti autorizzativi in materia ambientale, affinché condotte così gravi non abbiano più a ripetersi in spregio alla normativa comunitaria e nazionale.