Ore 18 del 27 maggio 2019. Fausto Risini viene proclamato ufficialmente sindaco di Città della Pieve e Fausto Scricciolo, sindaco uscente, gli passa simbolicamente le consegne, cedendogli la fascia tricolore.
E’ la fine di un’epoca. Perché i partiti di centro sinistra, nelle loro diverse conformazioni, per la prima volta, cedono potere e responsabilità di comando locale, cedono quella fascia tricolore di sindaco ad un soggetto che non è loro espressione .
A sostituirli e a vincerli è una lista civica che per la prima volta, da quando è in vigore il sistema elettorale maggioritario ha l’accortezza, di non disperdere voti, o di pensare alla propria piccola bandierina, ma di presentarsi da sola ed unita al confronto elettorale.
A vincere è una lista civica molto trasversale come tutte le liste civiche. Che ha preso i voti di gran parte dell’elettorato di destra in netta crescita anche a Città della Pieve , che ha preso i voti di gran parte dell’elettorato dei Cinquestelle, che ha preso anche alcune centinaia di voti dell’elettorato proveniente da sinistra.
Una lista i cui consiglieri, detto per chi conosce Città della Pieve, e non come certi giornali di cui non faccio nomi, come Primagina, che hanno la presunzione di parlare di cose pievesi e non solo, esclusivamente attraverso gli occhiali di un datato ideologismo, dicevamo consiglieri e capolista che escluso forse un caso isolato, ma non per questo illegittimo, nulla hanno a che fare con storie e provenienze “rivendicate” di destra o di sinistra.
Una lista di consiglieri che ha orgogliosamente proclamato, nel corso di tutta la campagna elettorale. la sua autonomia civica.
Una lista civica che ha dovuto e dovrà fare i conti , è facilmente prevedibile, con chi proverà a metterci il cappello. Come è naturale che sia. E di cui non c’ è nemmeno molto da scandalizzarsi. I problemi sono a e saranno altri. Ma è un compito che è stato già assolto abbastanza bene e che ci auguriamo verrà assolto con coerenza, senza pregiudizi e sempre nell’unico interesse della nostra città.
Perché sia detto a chiare note . Se le politiche regionali e le cecità locali hanno ridotto quest’area senza un ospedale degno di questo nome, e se adesso, ammesso e non concesso, qualcuno risolvesse questa ingiustizia, quale atteggiamento dovrebbe assumere un delegato al bene pubblico come un sindaco o un consiglio comunale? Domanda ragionevolmente assai retorica. Ma non si sa mai, meglio farla.
Dicevamo una lista di consiglieri che nasce da un manifesto che alcuni cittadini pievesi, non schedabili politicamente, hanno messo in campo di fronte all’immobilismo della politica tradizionale, diversi mesi prima delle elezioni, e con cui nessuno, in altre faccende affaccendati, si è preso la briga di confrontarsi. Tutti convinti che le vecchie e logore logiche garantissero la continuità.
Direi una lista civica capeggiata dalla persona giusta al momento giusto. Tenere insieme un progetto ed un programma che rispondesse a diversi impulsi e che garantisse così diverse aspettative pubbliche, non era cosa semplice. Fausto Risini ci è riuscito e questa è stata ed è la sua forza. Direi la sua unicità anche rispetto ad altre precedenti esperienze. E la sua forza è anche quella di non avere avuto sostegni determinanti. Nessuno senza la sua opera, unitaria, aggregatrice e di garante di autonomia, avrebbe vinto questa partita. E’ tanta roba.
Certamente. E’ una lista civica che ha potuto sfruttare un radicale spostamento dell’elettorato che si è prodotto in questi anni, anche in queste zone, diciamo più ferme elettoralmente. Basta dire che nelle ultime elezioni europee, nel 2014, il PD prese a Città della Pieve, 2.661 voti. Questa volta ne ha presi 1.432. Gran parte della spiegazione, è tutta qui.
Ma questa lista civica ha incassato anche, senza colpo ferire, alcuni errori madornali del Pd nella fase preparatoria di queste elezioni, a cominciare dal modo e dal motivo della sostituzione di Fausto Scricciolo, al suo primo mandato. Motivo mai espresso pubblicamente, aiutato anche dall’iniziale ambiguità dello stesso sindaco uscente. Per non parlare dei metodi usati, dove per la prima volta dopo, forse decenni, ha avuto un ruolo ed un peso importante una segreteria regionale di partito che poco dopo dovrà dimettersi per le note vicende.
Una lista civica che, ancora una volta, ha potuto denunciare la catastrofica politica regionale in tema di sanità, sia con le vicende che hanno interessato la magistratura e messo alla porta giunta e consiglio regionale, di cui sopra, sia con il non avere ancora equiparato, toppe e pastrocchi contingenti compresi, in termini di diritti alla salute e di servizi primari, questa parte della Regione, a cavallo tra Trasimeno ed Orvietano, con tutte le altre.
Una lista civica che ha sfruttato anche la montante insofferenza verso le insufficienza, la inefficienza e gli alti costi delle politiche sovracomunali che vengono gestite da società o enti pubblici partecipati dai comuni, come rifiuti, come acqua, come trasporti, come viabilità.
E’ la fine di un’epoca. L’epoca della sinistra nata nel secolo scorso e che a Città della Pieve ha amministrato dall’ immediato secondo dopoguerra fino ad oggi. Prima con il PCI, poi con il PDS, poi con i DS ed infine con il PD. Ho detto sinistra del secolo scorso perché quella del ventunesimo secolo , da queste parti non si è mai vista. C’è stata una sinistra che ha solo vissuto, come dichiarato, da un certo momento in poi, di una vecchia rendita, anche conquistata con merito, un tempo, poi solo sfruttata solo con la gestione del potere diventato negli anni, controllo del voto e quasi un appannaggio dinastico.
Fine annunciata perché nel frattempo, il voto cambiava, il voto di appartenenza o di fede era soltanto un residuo delle vecchie generazioni, i valori si attenuavano, la sola governabilità prevaleva. I grandi problemi venivano solo segnalati, mai affrontati. E anche i partiti di sinistra seguivano questo fiume. E a segnalarlo, qui, erano proprio ambienti “eretici”. Da sinistra nascevano nel 1999, nel 2004 ed anche nel 2014, le ultime liste civiche. “Uomo avvisato mezzo salvato” dice il proverbio. Ma se tu vieni avvisato e continui per la stessa strada meriti che ti venga tirato addosso l’altro proverbio, “errare humanum est, perseverare…” E così è stato.
Tutto questo solo per dare qualche lettura e qualche interpretazione, che come è naturale ha diversi retaggi con il passato. Ora invece finisce un’epoca. Si volta pagina. Ed è una pagina tutta da scrivere. E Città della Pieve ha nascoste e non sfruttate tante risorse. In una fase di grande transizione ad ogni livello. C’è da scrivere una nuova pagina e da scalare la montagna più difficile, quella del giusto funzionamento, e del necessario cambiamento. Un segno tangibile e coerente di rottura con il passato sarebbe se, Risini e la sua lista, chiedessero a tutti i cittadini disponibili di scrivere e di scalare insieme, nei prossimi giorni e nei prossimi anni. Potrebbe essere questa la nuova missione pievese. Da sempre città di confine di frontiera.
Gianni Fanfano