Ho conosciuto Daniele nelle partite di pallone, da ragazzi, fra rioni. Io giocavo per lo Shangai (o Barricate) e lui per la Maremma. Più tardi ci siamo incrociati con la politica e da allora non ci siamo più persi di vista. Quando io con Massimo Mangiabene ed altri studenti avevamo il Gruppo Camilo Torres, fine anni sessanta, durante le elezioni volevamo attaccare dei manifesti, ma non avevamo la concessione degli spazi. Daniele ci portò a Perugia per chiedere alla Federazione del Psi questa possibilità ed evidentemente per farci conoscere e prendere contatti. Ci fece conoscere l’onorevole Brizioli, appena eletto deputato ed il segretario della federazione Tomassini. L’operazione non andò in porto ma mantenemmo contatti stretti. Finì che lo spazio ce lo dettero i repubblicani di Mazzi, che sarà presidente dell’ACI. Poi ricordo Daniele accanto al nostro gruppo in un’altra circostanza. Era il 1970. Elezioni Comunali. Tre liste. PCI, PSI e Anno Zero, lista Dc con candidato sindaco Piero Scricciolo. Tre assemblee affollatissime al Teatro. Partecipammo e parlammo io e Massimo in tutte e tre. Criticando in tutte e tre i rispettivi partiti. In quella con la Dc, la prima dopo il nostro intervento ci fu un po’ di maretta, anche perchè eravamo andati giù pesanti, e alcuni simpatizzanti della lista vennero sotto il palchetto che occupavamo per dircele da più vicino. Fu allora che Daniele lasciò la platea dove era e si mise insieme a noi nel palchetto in segno di solidarietà.
E’ stato per diversi anni, insieme al padre Ivano un punto di riferimento dei e per i socialisti. E la sua storia politica e professionale e nel mondo del calcio, la racconta in questa intervista che gli feci nel 2007 in occasione della pubblicazione del libro “Fanno scuola agli argentini”. Nel corso di questi anni credo che un sentimento di amicizia ci abbia sempre tenuti collegati anche se in campi diversi, ma vicini. C’è stata un’altra occasione in cui le nostre strade invece hanno coinciso. E’ successo nel 1999, quando, in occasione delle elezioni comunali, ho presentato la lista civica “Pieveduemila”, insieme ai Verdi ed a parte del PSI. Daniele, insieme a Renato Pistella, si rese disponibile, a far parte dell’eventuale staff del sindaco.
Gianni Fanfano
Intervista del 2007 per il libro “Fanno scuola agli argentini”
“Sono nato il 12.03.47. Ho conseguito la maturità scientifica e poi nel 1970 sono stato assunto all’Ente di Sviluppo Agricolo. In quegli anni era presieduto dal cavalier Pirami, mentre il direttore era il dottor Enrico Gigliotti.
Mi sono occupato inizialmente delle fideiussioni alle cooperative ed alle aziende singole. Poi con l’assessorato di Mario Belardinelli e con la delega all’Ente del credito agrario mi sono occupato di credito insieme al dottor Giancarlo Lunghi con cui dirigevo l’ufficio. Dal 1986 invece sono diventato assistente dell’Assessore Aldo Potenza, assessore al Turismo, Commercio e Acque Minerali. Ho lavorato in assessorato fino al 1993, svolgendo sempre in questi anni funzioni di capo della segreteria dell’assessorato.
Poi sono stato distaccato per circa un anno e mezzo al Gruppo Regionale del Partito socialista. Dal 1993, mi sono trasferito a Castiglione del Lago presso l’Azienda di promozione turistica del Trasimeno. Oggi sono responsabile del servizio turistico territoriale del Trasimeno. Ho avuto quindi una notevole esperienza nel campo della promozione di due settori molto importanti dal punto di vista economico: agricoltura e turismo. Penso di avere fatto fino al 1990 un’esperienza molto positiva per avere conosciuto in quegli anni personalità di grande rilievo politico, culturale e professionale, basta pensare ad uomini come Pietro Conti, Belardinelli, Fiorelli, Menichetti, Potenza.
Dopo quegli anni, diciamo negli anni novanta sono cambiate le persone ed il modo di amministrare. Diciamo che non si è più fatta politica. Oggi tutti avvertono nell’amministrazione pubblica, l’assenza d’ogni progetto politico.
Anche l’opposizione non la si fa più sul terreno politico, ma con le lettere anonime. Posso quindi dire di avere fatto un’esperienza professionalmente molto ricca. Ho preso la prima tessera del Psi a Roma, dove frequentavo il Liceo, nel 1961. nella sezione Carlo Pisacane di Piazza Mazzini Dove c’era una sezione divisa con il Pci. Ho svolto politica attiva fino al 1993, nel Partito Socialista, fino a quando c’è stato quello che c’è stato. L’incarico di maggior rilievo è stato la presenza nella Segreteria Regionale con l’incarico della Commissione agraria. Ho fatto per alcuni anni anche l’amministratore a Città della Pieve e alla Usl del Trasimeno. Dal 1980 al 1985 ho fatto il vice sindaco a Città della Pieve con sindaco Danilo Fonti e vice presidente della USL con presidente Palmiro Giovagnola. Qui a Città della Pieve sono stato considerato un punto di riferimento storico, grazie anche al lavoro ed alla figura di mio padre Ivano. Il calcio è stato ed è tuttora la mia più grande passione.
Inizialmente soprattutto per motivi familiari. Il padre è stato calciatore, arbitro di fama riconosciuta e allenatore per decenni. Uno zio, Ennio, che giocava mediano, oggi avrebbe giocato a livelli professionistici notevoli.
Un altro zio, Franco ( detto Conghe) ha fatto il factotum per anni nelle diverse squadre che si sono succedute. Al mio babbo lo chiamavano Pipano quando arbitrava.Non so cosa volesse dire. Io ho giocato nelle giovanili della Pievese negli anni 65/66. Erano gli anni in cui presidente era Enrico Mariottini.
Ho fatto attività anche nel campo dell’atletica leggera. Ho iniziato praticando il lancio del disco quando frequentavo il liceo di Orvieto e poi il salto in lungo, i cento metri e la staffetta 4×100. Come dirigente invece ho iniziato nel 1986.
Fui contattato da alcuni sportivi e dirigenti di allora. Mi sembra che presidente fosse Luciano Convito. La Pievese faceva allora la seconda categoria. Fui eletto subito presidente ed avevo come consiglieri Rampi,Paolo Pausilli, Franco Carnieri, i fratelli Maurizio e Massimo Scargiali, Alessandro Bacci Cianfrini( Lalli), Mi ricordo bene ancora oggi la prima partita da presidente. Fu giocata al campo nero, perché in quello a Santa Lucia c’erano in corso dei lavori. Fu una partita allucinante. Finì con i giocatori che correvano dietro al pubblico perché nel corso della partita era successo di tutto. Io avevo portato anche la moglie. Ad u certo punto mi disse:”sei proprio convinto di voler fare il presidente?”risposi che se evidentemente erano venuti a cercarmi mi ritenevano anche all’altezza di risolvere certi problemi.
Da lì cominciò l’avventura! Con il Campionato regionale di seconda categoria.
Affidai subito l’incarico a Rampi di seguire il settore giovanile, cui tenevamo molto e si sono visti i risultati. Pensai subito di allestire una squadra competitiva. Innanzi tutto perché per carattere se non vinco non mi diverto, anche se sono un estimatore di De Coubertain, poi perché sentivo nella gente, nei tifosi, una grande aspettativa, per dei risultati adeguati, cioè vincere il campionato e far salire la Pievese il più possibile. Di fatto ho diretto la Pievese fino al 1992 quando sono stato eletto consigliere del Comitato Regionale della lega Dilettanti dove sono stato fino al 2000. Incarico dove ora c’è la Serenella Baglioni. Ho avuto per diversi anni degli incarichi a livello regionale nel settore del calcio. Negli anni 90/92 sono stato membro della consulta del comitato regionale umbro del calcio. Dal 1990 al 2000 sono stato e sono tuttora membro della Commissione Organizzatrice delle manifestazioni della lega calcio nazionale dilettanti. Con la Pievese il primo anno di presidenza abbiamo vinto il campionato di seconda categoria. Mi ricordo che tutto il paese seguiva la squadra sia la casa che fuori. Facendo il campionato di seconda categoria facemmo un incasso relativo solo ai biglietti di otre 50 milioni. Erano altri tempi, anche in generale, per il calcio. Io sostengo che la rovina del calcio soprattutto a livello dilettantistico sia stata la televisione ed in particolare la televisione a pagamento. Quando giocavamo in casa avevamo lo stadio esurito Pensa che in quei campionati avevamo a volte anche più di cento persone che ci seguivano in trasferta. In prima categoria facemmo lo spareggio per il secondo posto a Passignano che abbiamo perso.
Poi facemmo la domanda di ripescaggio insieme all’Ortana.Evidentemente eravamo due società ben viste e stimate. Il Presidente allora era Giulivi di Terni, che autorizzò l’ampliamento del campionato a diciotto squadre e consentì così il ripescaggio di entrambe le squadre. Così nell’88/89 facemmo la Promozione che corrispondeva all’Eccellenza,che fu inserita invece nel 92.
Dobbiamo tenere presente che la Promozione di allora era la seria A dell’ Umbria. Con la Pievese giocavano Orvietana, Foligno, Narnese, Ortana, Città di Castello, Tiberis. Noi abbiamo sempre giocato con le maglie sponsorizzate dalla Romana Quadri.Una figura importante per la Pievese di quegli anni è stato infatti Matarrese.Fino a quando ci sono stato io lo sponsor della società era Matarrese. Cioè fino agli inizi degli anni 90. Per tutto il periodo in cui sono stato presidente io non ho avuto la figura del direttore sportivo. Avevo una buona capacità di vedere il giocatore con le capacità. I bilanci di un campionato allora erano abbastanza alti. Quello più costoso forse si avvicinò ai duecento milioni. Oltre ai 50 milioni di incassi avevamo 60 striscioni di pubblicità e di sottoscrizione, i contributo di Matarrese come sponsor e poi i ricavi del mercato che usavamo per la gestione. La squadra che mi è rimasta nel cuore è stata quella con cui abbiamo vinto la seconda categoria. C’erano giocatori come Luca Saravalle,Brillo Fulvio,Casodi Stefano,il capitano Guerrieri Massimo, Fallarino Marco, Grezzi Mario. Una squadra cui sono rimasto legato sentimentalmente come ad alcuni allenatori quali Timitilli Gianni con cui andai in prima , Paladini che veniva dalle giovanili del Bastia. Mancini. Lupi che gli subentrò. Poi Buzzi che era allenatore quando io ho lasciato la società, un allenatore bravissimo. Per quanto riguarda il mercato il primo acquisto in assoluto che abbiamo pagato è stato Paolo Scorpioni dal Bastia, che abbiamo pagato diversi milioni. Dopo seguì Bazzurri.
Questo ci permise di fare anche un buon girone d’andata nel primo campionato d’Eccellenza dove ci alternammo al comando con lo Spoleto. Poi nel girone di ritorno ci fu un calo Anche se io sono convinto che con un allenatore più esperto di Palladini si poteva vincere quell’anno il campionato.
I nomi di altri importanti giocatori acquistati in quegli anni sono quelli di Giappichini dal Pianello, Magrini dal Siena, Falasconi dal Potenza, Manganelli dal Tavernelle,Sacchetti dal Mugnano. Se ci sono piccoli centri che hanno squadre che fanno campionati importanti vuol dire che dietro c’è un presidente o un finanziatore con i soldi. Ma quelli furono anni straordinari. Senza falsa modestia i migliori anni del calcio pievese.Una realtà come Città della Pieve può fare tranquillamente solo i campionati che sta facendo adesso. Allora per dodici mesi l’anno si andava in giro a cercare i soldi necessari. Un’altra cosa che vorrei ricordare è quella che per tre anni di seguito la Pievese fu imbattuta in casa, per oltre 45 partite. La prima sconfitta interna dopo quel periodo fu con l’Ortana , quando sbagliammo due rigori.
Un’altra gran partita in seconda categoria fu quella con il Torre Alfina. Perdevamo in casa per 3 a 0 nel primo tempo, perché queste squadre vicino Orvieto, spesso utilizzavano i militari. Abbiamo vinto rimontando nel secondo tempo per 4 a 3. Si vede che non erano allenati. Nella partita di ritorno, sempre contro loro, mi accorsi che chiamarono un nome non in lista.
Chiesi allora i documenti, e feci notare che non mi sembravano in regola. Facemmo ricorso. l’ufficio indagini ci fece visita. Vincemmo il campionato con un punto di vantaggio ma ci diedero anche la partita vinta. Di Matarrese ricordo il grande contributo dato oltre che come sponsor per l’assetto societario ed aziendale portato nella Pievese.
Da allora non ho più avuto altri rapporti con la società e con la squadra.
Dopo di allora sono stato Direttore Sportivo nel Tavernelle negli anni 93/94 e portai il Tavernelle in promozione ed ancora dirigente regionale della rappresentativa umbra che nel 1997 ha vinto il campionato nazionale a Trento.”