Home Argomenti Istituzioni Consiglio di Stato su Pronto Soccorso. Incertezza sulla decisione. Sentenza fine agosto-settembre

Consiglio di Stato su Pronto Soccorso. Incertezza sulla decisione. Sentenza fine agosto-settembre

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Giovedì si è tenuta a Roma la riunione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla Regione Umbria contro la sentenza del TAR dell’Umbria che la obbligava a ripristinare un vero servizio di “Pronto Soccorso” a Città della Pieve in conformità con la legislazione nazionale riferita alle zone interne.

Alla riunione hanno partecipato oltre agli avvocati dell’Ente Regionale, anche quelli del Comune di Montegabbione che è stato il promotore del ricorso vinto al Tar e quelli del Comitato per il Diritto alla Salute e del Comune di Città della Pieve che erano presenti “ad adiuvandum”, a sostegno cioè del comune di Montegabbione.

Presenti anche i due sindaci dei due comuni Fabio Roncella e Fausto Scricciolo, insieme ai rappresentanti del Comitato.

Secondo quanto abbiamo potuto apprendere il confronto si è sviluppato soprattutto su tre punti dirimenti:

1) Reversibilità dell’immobile ( casa salute- ospedale), cioè la possibilità di riutilizzazione della struttura sanitaria

2) Tempi di percorrenza per le Emergenze urgenze. Cioè il rispetto di quanto previsto dalla legislazione circa i tempi di intervento dal punto di soccorso più vicino, che non deve mai superare i 20 minuti

3) Diritto alla salute come diritto sociale di tutti insopprimibile al di la’ di ogni tecnicismo amministrativo e finanziario e dei provvedimenti di Regioni e Aziende Sanitarie.

L’impressione diffusa è che la decisione sia stata presa, ma il suo esito è molto incerto. I tempi di pubblicazione pare che non saranno brevi, e si prevede che si conosceranno a fine agosto, primi settembre.

E’ un sentenza molto attesa anche fuori dalla nostra area perché potrebbe mettere in discussione l’intera politica sanitaria regionale non solo dell’Umbria.

In ogni modo in questi mesi una sentenza è già stata pronunciata ed è quella sulla politica sanitaria e non solo della Regione Umbria verso queste nostre zone di confine con la Toscana. Una sentenza di insufficienza e di sordità su tutta la linea, confermata di recente dalla posizioni assunte di collaborazione e di ulteriore richiesta di deleghe anche sulla sanità insieme alla regione  Marche, che la dice lunga su quale sia la visione strategica di Palazzo Donini e dei suoi attuali inquilini.