Home Rubriche Comitato Diritto Alla Salute Art 32 “ Sanità nel Trasimeno Pievese e Alto...

Comitato Diritto Alla Salute Art 32 “ Sanità nel Trasimeno Pievese e Alto Orvietano. Siamo alla frutta”

Condividi

(riceviamo e pubblichiamo) L’emergenza nell’emergenza. È notizia di dominio pubblico che la Usl Umbria 1 intende sospendere il turno notturno del PPS di Città della Pieve per mancanza di medici. La ciliegina che mancava su una torta in disfacimento totale. Nel territorio del Trasimeno Pievese e Alto Orvietano registriamo un collasso dei servizi senza precedenti:

Sospensione servizio notturno del PPS: un provvedimento che causerà un ulteriore sovraffollamento dell’ospedale Silvestrini con il risultato di un ulteriore impoverimento dell’assistenza sanitaria. La legge prevede un Pronto Soccorso di area disagiata, disponiamo a mala pena di un ibrido come il Punto di Primo Soccorso, i dirigenti della Asl ritengono opportuna, decorosa e proponibile la sospensione del servizio notturno dell’emergenza-urgenza. È invece inammissibile.

Impossibilità di fare esami radiologici: non risultano prenotabili radiografie a Città della Pieve per mancanza di medici radiologi. Il territorio del Trasimeno dispone attualmente di due radiologi più uno in reperibilità su un totale necessario di 7 medici radiologi. Per contro, Città di Castello dispone attualmente di 14 medici radiologi su un totale di 10; Branca di 11 radiologi su un totale di 7, eccetera. I decisori pubblici ci spieghino per quale motivo non è stata attuata un’ IMMEDIATA ridistribuzione dei medici in tutto il territorio.

Diagnostica e visite specialistiche: dalle ecografie alle risonanze magnetiche fino alle visite specialistiche, i cittadini di queste comunità vengono sistematicamente spediti a Città di Castello nello stupore degli stessi medici specialisti che operano a Città di Castello. Le dirigenze rendano noti i motivi di questa ennesima discriminazione.

Servizi ambulatoriali: tra il recupero delle visite non eseguite a causa dell’emergenza Covid, i nuovi pazienti, e le misure restrittive, i medici che svolgono servizio ambulatoriale lavorano circa sedici ore al giorno. Per quanto ancora reggeranno?

Questo smantellamento della sanità pubblica non è più sostenibile dai cittadini di queste comunità. Noi abbiamo fatto la nostra parte durante e dopo l’emergenza pandemica. Abbiamo rispettato e continuiamo a rispettare tutte le restrizioni, abbiamo compreso la situazione post-emergenza e ci siamo imbarcati per Pantalla per una dialisi, Città di Castello per una visita specialistica, e fuori distretto per qualunque altro servizio. Adesso basta. Che i decisori pubblici facciano la loro parte.

In quanto cittadini, NON possiamo farci carico nè delle risorse economiche a disposizione della Regione nè tantomeno della mancanza di medici. Problema che, peraltro, viene sollevato da più di dieci anni e di cui i cittadini non solo non sono responsabili ma ne pagano, a caro prezzo, le conseguenze. Non possiamo più tollerare risposte quali: non ci sono i soldi e non ci sono i medici, o le varianti più oltraggiose come trovate voi i medici, trovate voi i soldi. Il troppo, inevitabilmente, stroppia

Comitato Diritto Alla Salute Art 32