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Città della Pieve. Scuola e legalità. Gli studenti del “Calvino” a tu per tu con il procuratore generale Sottani

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(Cittadino e Provincia) Confronto sulla legalità al “Calvino” con il Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani.

Giornata speciale martedì per gli studenti superiori pievesi, delle classi 3D – 3C – 3F – 3M, a conclusione di un ciclo di attività relative all’insegnamento dell’Educazione civica e, in particolare, ai progetti realizzati in collaborazione con l’associazione “Libera”.

Sottani è stato accolto dalla docente Alessandra Capponi, in rappresentanza della Dirigente, e dalle referenti delle attività di Educazione civica, Lucia Annunziata e Miranda Farnetani, organizzatrice dell’incontro.

In rappresentanza di Libera Umbria è invece intervenuta Ivonne Fuschiotto.

In apertura dell’incontro Farnetani ha presentato due lavori della classe 3M dedicati alle vittime innocenti delle mafie: il video “Il buio, la paura, l’infinito silenzio”, e una presentazione realizzata da Aurora Mechelli, “Gaetano è amico mio”.

Il Procuratore ha preso spunto per la sua conversazione da alcuni aspetti del video e, parlando ai ragazzi con grande spontaneità, si è presentato e ha fatto riferimento al Diritto e alla Costituzione come a degli inviti alla bellezza e alla giustizia, “perché la vita di tutti noi si alimenta delle regole del Diritto che ci consentono di vivere in armonia, nel rispetto dell’ambiente e nella tutela della salute”.

Sottani ha poi riportato concreti esempi tratti dalla sua esperienza di magistrato, e ha parlato delle grandi opportunità, ma anche delle insidie, di internet e dei principi cui si ispirano le pene che devono avere una funzione sanzionatoria ma anche rieducativa.

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata ad alcune domande poste dalla platea che hanno ricondotto il discorso maggiormente sulle attività criminali della nostra regione: spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, vendita di armi. Il procuratore ha delineato l’aspetto peculiare che caratterizza la mafia nei nostri territori, definita “silente”, ma non certo assente.

“La risposta – sono state le parole di Sottani – deve partire da un tessuto sociale sano perché la corruzione è il modo migliore per consentire alle mafie di penetrare, ma non bisogna dimenticare che la mafia crea consenso perché dà lavoro e quindi lo Stato sociale ha il dovere di aiutare i cittadini maggiormente in difficoltà, non solo per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza, ma anche perché lasciare indietro qualcuno permette alle mafie di penetrare”.

Altre domande hanno infine riguardato il regime detentivo speciale del 41 bis e le condizioni degli istituti di pena in Umbria.

La rappresentante di “Libera” ha colto invece l’occasione per ricordare ai ragazzi l’opportunità di formazione rappresentata dai campi estivi e invernali che l’associazione organizza su tutto il territorio nazionale