(Comunicato stampa)
In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne ricordiamo che Città della Pieve ha un Centro Antiviolenza, nato nel 2018, che è il punto di riferimento per tutti i Comuni del Trasimeno.
Il Centro è intitolato alla memoria di Maria Teresa Bricca, in ricordo di questa ragazza Pievese uccisa dal vicino di casa ed è egregiamente gestito dall’Associazione Donne La Rosa, con operatrici volontarie opportunamente formate che garantiscono:
– ACCOGLIENZA E ASCOLTO
– RISERVATEZZA RECIPROCA al fine di tutelare la privacy della donna e delle operatrici
– RISPETTO DELLA VOLONTA’ DELLA DONNA per ogni decisione e azione che avverranno solo se e quando si sentirà pronta
– AIUTO NEL RICONOSCIMENTO DELLA VIOLENZA SUBITA.
Il CAV offre altresì:
– Percorsi di SOSTEGNO PSICOLOGICO per l’uscita dalla violenza
– SERVIZIO PEDAGOGICO per il sostegno alla genitorialità materna
– CONSULENZA LEGALE qualora la donna decidesse di seguire un percorso legale
– Interventi di SENSIBILIZZAZIONE sul tema della violenza di genere rivolti al territorio
– Corsi di FORMAZIONE per operatrici volontarie
– Corsi di POTENZIAMENTO FEMMINILE per favorire autostima e empowerment
– AFFIANCAMENTO in percorsi di orientamento per la ricerca di un’occupazione lavorativa in collaborazione con i servizi dell’Unione dei Comuni del Trasimeno.
Nel 2019-2020 il Centro Antiviolenza Maria Teresa Bricca ha ricevuto 47 contatti e seguito 37 casi di donne tra i 20 e i 79 anni. Di queste 37 donne, 22 sono di nazionalità italiana; 4 di nazionalità rumena ed 1 extra UE. In 23 dei casi attivi sono presenti uno o più figli.
Per quanto riguarda i percorsi svolti all’interno del CAV, per tutti i casi in carico sono stati effettuati colloqui di sostegno al percorso di uscita dalla violenza, in 9 di questi casi le donne hanno anche portato avanti un percorso di sostegno psicologico, 4 hanno usufruito della figura della pedagogista principalmente per i figli ed in 5 casi si sono avvalse anche della consulenza legale.
Chi subisce o ha subìto violenza non deve mai credere di essersela meritata; deve al contrario imparare a riconoscerla e a percepire la gravità delle aggressioni, fisiche e psicologiche.
La violenza non è un “fatto privato” da nascondere o qualcosa di cui vergognarsi.
È importante che le vittime escano allo scoperto e denuncino, perché il silenzio fa il gioco dei carnefici.
Accettare disparità e maltrattamenti – sottovalutando la violenza o perdonandola – è pericolosissimo: l’escalation dei comportamenti aggressivi è imprevedibile e può avere esiti tragici. Anche se è difficile, bisogna trovare il coraggio di chiedere aiuto e denunciare.