(Antonio Dell’Aversana) In Città della Pieve esistono numerose Lapidi , installate su facciate di edifici ed all’interno delle Chiese. Esse commemorano personaggi ed eventi che hanno interessato il paese e che sono stati ritenuti degni di essere tramandati ai posteri.
Le iscrizioni risentono degli stili letterari di coloro che le dettarono e del periodo di riferimento.
Pur se ignorate in una epoca in cui i dati informativi risultano assicurati da supporti multimediali di altissima tecnologia, restano comunque una testimonianza di alto valore storico della Comunità. Anche se solo frammenti di una storia locale molto più ampia, esse stanno lì a documentare, e continueranno a farlo, momenti del passato sottraendoli all’oblio di oggi.
La lapide di cui parlo in questo scritto è installata nella Chiesa del Beato Giacomo Villa e ricorda una bambina , Antonietta Venturini, morta all’età di 5 anni. La vicenda è stata sicuramente nota ai Pievesi del 1800. A quelli di oggi racconta ben poco ma essa ci dà, comunque, lo spunto per conoscere vicende legate ad un personaggio di origine romagnola che ha vissuto, per motivi di lavoro, nella nostra città: il Medico Carlo Venturini.
Il marmo riporta questa iscrizione:
O Antonietta
Angiolo nostro dolcissimo
dormi il sonno della innocenza.
Questo marmo
che noi afflitti genitori
Carlo Venturini di Massa Lombarda
e Giuseppa Presottini di Recanati
poniamo alla tua Memoria
sarà bagnato dalle lagrime nostre
miste ai caldi sospiri
finchè non torniamo
a godere nella vita futura
di quelle grazie e vezzi gentili
che ci fecero beati sulla terra
e ti resero cara a chi ti conobbe.
Nacque nella Patria della genitrice
il XVII Settembre MDCCCXXXXIV
morì il XXVI Maggio MDCCCXXXXIX
in Città della Pieve
ove il padre esercitava l’Arte Salutare.
La lastra, rettangolare, è sormontata da un frontone su cui è scolpito lo Stemma della Famiglia dei Conti Stelluti-Scala dalla quale discende, in linea materna, Giuseppa Presottini.
Non conosciamo la causa di morte di Antonietta. Sicuramente neppure la capacità medica e l’amore del padre l’hanno potuta sconfiggere.
Cenni biografici di Carlo Venturini.
La vita di Carlo Venturini (come si evince dal suo “Memoriale” conservato presso il Museo che ne porta il nome) risulta complessa e piuttosto “avventurosa” per i frequenti spostamenti fra varie città per l’esercizio della professione di medico e per una carriera diplomatica onoraria per conto di Tunisia, S.Marino e Venezuela. Partecipa come socio e corrispondente a quasi 160 Accademie e Società del tempo entrando in contatto con studiosi, viaggiatori, diplomatici ed esponenti della borghesia e della classe dirigente. Riceve numerose onorificenze da Governanti e Regnanti (Commendatore del Reale Ordine Tunisino, Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro per nomina di Vittorio Emanuele II, Commendatore del Reale Ordine intitolato a Isabella la Cattolica conferitogli dal Governo spagnolo). Riveste la carica di Vice Presidente Onorario della Reale Società Universale per l’incoraggiamento delle Arti e dell’Industria di Londra; è membro della Società Parigina di archeologia e storia; Vice Presidente della Società Italiana di Storia e Archeologia. Originale figura di Collezionista e Filantropo, accumula materiale archeologico, ceramico, numismatico, mineralogico, pittorico e librario che, alla sua morte, insieme alla sua casa, lascia al Comune di Massa Lombarda. Dal 1989 il tutto diventa un Museo Civico intestato a suo nome.
Egli nasce a Massa Lombarda, nella Legazione (corrispondente ad una Provincia) di Ferrara dello Stato Pontificio, il 6 giugno 1809.
Primogenito di Sebastiano (impiegato comunale) ed Antonia Bassi , rimane orfano della madre a 6 anni.
Compie con grande profitto gli studi ginnasiali e, nel 1829, si iscrive alla Facoltà di Medicina della Università di Bologna, grazie ad un sussidio concesso al padre. Durante la sua carriera universitaria, ottiene certificati di lode dai docenti e dai direttori degli ospedali dove svolge il tirocinio, per l’impegno, la bravura, la condotta e il successo nella cura dei malati.
Il 9 giugno 1830 ottiene il titolo del Baccellierato ed a giugno del 1833 si laurea a pieni voti in Medicina. Svolge un anno di “esercizio pratico della medicina” sotto la guida del Professor Giambattista Comelli.
In seguito si specializza in “teorico-chirurgica e ostetricia”, sotto la guida del Professore Paolo Baroni, (che sarà anche medico personale del Pontefice Pio IX), conseguendo anche la laurea in Chirurgia. Nel gennaio del 1835 ottiene l’abilitazione alla professione medica che inizia a Montemarciano nello stesso anno.
Il 29 dicembre 1835 viene prescelto come “medico comprimario” a Recanati dove esercita fino al 12 gennaio 1841.
Il 21 novembre 1837 sposa Giuseppa Presottini, figlia di Antonio (Capitano dell’Esercito Pontificio) e della Contessa Alessandra Stelluti, dalla quale ha due figli. Il primo nasce morto il 5 agosto 1843 e la seconda, Antonia, venuta alla luce il 17 settembre 1844, muore a soli 5 anni il 26 maggio 1849.
Tra il 1841 e il 1842 è “medico primario” a Palestrina, poi a Ripatransone e a Filottrano fino al 23 settembre 1844.
Sempre come “medico primario” si stabilisce poi a Città della Pieve e qui trascorre 8 anni . Durante questo periodo, ottiene una serie di riconoscimenti da Accademie, Istituti ed Atenei ed intesse una fitta rete di corrispondenza con personaggi della Cultura italiana ed europea. Nel 1846 è nominato, dalla Repubblica di S. Marino, “medico militare onorario” e nel 1851 è promosso “capitano medico onorario delle truppe”. Nel 1848 il Pontefice Pio IX lo insignisce dell’Ordine Equestre di San Gregorio Magno “per i servizi resi con la sua arte medica al Governo Pontificio”.
Nel 1853 risulta primo eletto alla “primaria condotta medica” di Spoleto di cui prende possesso il 23 settembre . In città svolge un’intensa attività e quando, nel 1855, si sviluppa un’epidemia di colera, come medico si distingue nella cura degli ammalati. Egli stesso è colpito dal male, si cura da solo e guarisce in sette giorni.
Diventa un personaggio influente della società spoletana ma, nel 1858, per “dissidi” sorti a causa della posizione sociale raggiunta, è costretto ad andarsene. Si reca a Roma in udienza da Papa Pio IX a cui chiede un impiego nella Sanità Militare ottenendo risposta negativa.
Viene nominato, invece, “Medico Governativo” e Direttore dell’Ospedale del Bagno Penale di Ancona.
Nel 1860 riceve la nomina di “Console ed Incaricato d’Affari del Governo di Tunisi” in Ancona da Muhammad III al-Ṣādiq ibn al-Husayn, Bey della Tunisia, per aver guarito quest’ultimo da una grave malattia.
Il 30 novembre 1860 le truppe piemontesi liberano Ancona dal potere pontificio ma il Governo Piemontese prega Venturini di continuare il suo incarico di medico direttore della Darsena che mantiene fino al 1864.
Da quest’anno svolge solo attività diplomatica come console tunisino e rappresentante del Governo di San Marino.
Nel 1865, incaricato dal Governo della Repubblica di San Marino, si reca a Tunisi per consegnare al Sovrano le insegne dell’Ordine Equestre di San Marino. Il Sovrano gli conferisce l’onorificenza di “Commendatore del Nichan al-Iftikhar di Tunisi”.
La sua appartenenza al circuito culturale delle Accademie gli fa accumulare numerosi doni come ricompensa per l’attività di medico e di diplomatico e ciò gli fa nascere il progetto di creare un proprio museo.
Nel 1871 dona al Comune di Massa Lombarda 50.000 lire in oro, a scopo di istruzione e beneficenza. Assegna anche due pensioni annuali di L.500 l’una , per mantenere giovani agli studi; istituisce un fondo per acquisto libri e uno stipendio ad un bibliotecario, destina premi di incoraggiamento agli insegnanti, contribuisce con sussidi a favore degli indigenti e alla società operaia di mutuo soccorso.
Dal 1874 al 1884 intensifica la raccolta degli oggetti e dei libri a lui donati o acquistati attivandosi anche per trovare una sede appropriata per la sua raccolta che celebri degnamente la sua figura nella patria di origine.
Il 27 giugno 1881 cessa dalle funzioni di Console della Tunisia dopo che questa è diventata Protettorato della Francia .
Il 18 novembre 1881 muore la moglie Giuseppa Presottini..
Nel 1882 accetta l’incarico di Console in Ancona della Repubblica di Venezuela.
Nel 1883 torna a vivere a Massa Lombarda e vi muore, nel 1886, a seguito di una “congestione cerebrale”.