Sul tema delle politiche e delle scelte ambientali che si vengono definendo a Chiusi e nella zona dell’ex Frigomacello in particolare c’è stato un incontro fra il Comitato ARIA, che organizzò l’opposizione al carbonizzatore di Acea e la nuova giunta Sonnini. Queste che seguono, sono le valutazioni del Comitato pubblicate nella propria pagina fb. (ndr)
Luci ed ombre.
Così possiamo definire l’incontro con il Sindaco. Senz’altro positivo per la possibilità di confrontarci in modo sereno e franco con l’Amministrazione. Un confronto che il Sindaco ha detto dovrà continuare (in sede e con il coinvolgimento del Consiglio Comunale) secondo principi di trasparenza e per ristabilire un clima di fiducia. In questo contesto è altrettanto positivo l’aver constatato la volontà dell’Amministrazione ad evitare che Chiusi diventi un polo regionale di trattamento rifiuti e che è intenzione dell’Amministrazione coinvolgere i cittadini per il tramite dei propri rappresentanti in Consiglio Comunale. Il futuro ci dirà se e con quali modalità avverrà questo coinvolgimento. Abbiamo registrato positivamente anche il fatto che il Comune ha intenzione di incontrare ACEA Ambiente Srl per conoscerne i progetti dal momento che non è all’ordine del giorno la restituzione ad ACEA Ambiente Srl dei 2,5 mln €, così come richiesto da quest’ultima con la diffida al Comune. Anche qui si tratterà di seguire da vicino l’evolversi di questo confronto i cui rischi sono evidentissimi: un compromesso che risulti “il male minore” o il “massimo che potevamo ottenere” ma che per Chiusi si potrebbe tradurre comunque nell’ennesimo impianto insalubre di 1° classe, in spregio al principio di prossimità e di massima precauzione ambientale.
Dove invece rimangono molte perplessità è sulle questioni concrete che rischiano di rendere vane tutte le buone intenzioni di cui si è appena parlato.
Abbiamo manifestato tutta la nostra preoccupazione per le ormai tre famose iniziative regionali in corso, ponendo domande precise e circostanziate (citando atti e iniziative) riguardo allo stato di attuazione, dimensionamento e localizzazione degli impianti da realizzare, individuazione delle tecnologie da adottare, utilizzo dei fondi stanziati. Ciò in quanto il rischio che vediamo è che mentre noi parliamo dei “massimi sistemi” e delle possibili alternative all’impianto di rifiuti (fotovoltaico o altro), delle buoni intenzioni della cittadinanza e del Comune, la Regione proceda per la sua strada facendoci poi trovare davanti a decisioni ormai prese e difficili (se non impossibili) da revocare.
Abbiamo evidenziato come l’impianto ex Bioecologia, con le recenti ristrutturazioni, costituisca una probabile premessa alla realizzazione di una filiera per il trattamento dei fanghi che verrebbe completata dalla realizzazione di un impianto per la loro ulteriore riduzione. Abbiamo infine domandato quale fosse la posizione dell’Amministrazione sullo scenario che consegue a tutti questi fatti: da un lato la Regione con le sue iniziative definisce quantità, tecnologie, finanziamenti e criteri localizzativi degli impianti che dovranno essere realizzati, dall’altra ACEA Ambiente Srl dichiara che vuole realizzare a Chiusi un impianto perfettamente in linea con le esigenze regionali, disponendo già del contiguo impianto di trattamento fanghi sinergico con quello che vuole costruire nell’area acquistata di recente.
A queste nostre preoccupazioni a cui abbiamo accompagnato la richiesta che l’Amministrazione si faccia parte attiva per seguire da vicino l’evolversi delle iniziative e intervenire ci è stato risposto che non è possibile che l’Amministrazione non venga coinvolta ma che per il momento ciò non è avvenuto. In altri termini dunque, allo stato, sembra che l’Amministrazione Comunale sia in attesa di essere interpellata, senza intenzione di avanzare iniziative propositive e di dare impulso al confronto con la Regione.
Queste le ombre che noi vediamo: per il momento una scarsa iniziativa dell’Amministrazione nell’intervenire nei procedimenti e il rischio concreto che ci si ritrovi con i “buoi fuori dalla stalla”.
A nostro avviso il coinvolgimento della cittadinanza deve essere diretta già in fase di confronto e non solo indiretta tramite lo strumento della doverosa trasparenza. Parimenti a nostro avviso sarebbe opportuno un impulso di confronto con l’Amministrazione Regionale senza attese di interpello o di contatti “ad ultima istanza”. A nostro avviso serve prevenire in maniera attiva e determinata, non subire in maniera silente.
Di seguito una breve sintesi dei principali argomenti trattati
Partecipanti: Gianluca Sonnini Sindaco di Chiusi, Claudio del Re Consigliere Comunale (Capogruppo di maggioranza), Daria Lottarini Consigliere Comunale – Elona Kerengi, Lucia Lelli, Luca Marrocchi, Romano Romanini.
Il primo argomento preso in esame è stato il futuro della zona industriale delle Biffe, che vede concretizzarsi il rischio di diventare un polo interregionale di trattamento di rifiuti anche alla luce delle tre iniziative regionali (Protocollo di Intesa tra Regione e Autorità Idrica Toscana (A.I.T.), l’Accordo per l’Innovazione tra Regione Toscana e MISE da un lato e SEI Toscana, ACEA Ambiente, e REA dall’altra ed infine i Tavoli Tecnici per l’Economia Circolare.
Il Sindaco ha riferito che attualmente, provvisoriamente e limitatamente alla nostra area (di competenza di Nuove Acque), il trattamento dei fanghi attraverso l’essiccazione avviene presso un impianto nel Comune di Arezzo. Il prodotto di questa prima fase viene poi conferito fuori regione in impianti collocati in Lombardia e Veneto.
Il Comitato ha fatto presente che tale soluzione, proprio perché temporanea, non influisce sulle tre iniziative regionali che hanno come obbiettivo strategico quello di dare una risposta strutturale al tema dei fanghi di tutta la regione. È stato perciò affrontato il tema della logistica degli impianti e la loro collocazione rispetto alle esigenze di autonomia gestionale della Regione Toscana. Il principio di prossimità rispetto alle zone di maggior produzione dei fanghi vorrebbe che tali impianti regionali siano collocati nell’alta Toscana dove si produce oltre l’80% dei fanghi oltre alla possibilità di smaltire anche quelli provenienti da fuori Regione. Si è quindi fatto riferimento all’Impianto di Bioecologia Srl, attualmente proprietà di ACEA Ambiente Srl, alle modifiche attuate negli anni relativamente al trattamento dei fanghi di supero, dove l’attuale modifica in sede di AIA pendente dinanzi alla Regione Toscana, permetterebbe di eliminare il limite per sottocategoria e tipologia di rifiuti smaltibili, consentendo in ipotesi di trattare quindi quantità percentualmente maggiori di un rifiuto rispetto agli altri, a prescindere dalla sottocategoria di riferimento e rendendo quindi l’impianto idoneo a trattare quantità di fanghi di scala regionale.
Il Sindaco ha espresso la volontà di condividere con il Consiglio Comunale le decisioni da prendere sulla materia Ambientale, ribadendo il fatto che su queste tematiche non devono prevalere appartenenze politiche, in piena trasparenza e nel rispetto della popolazione tutta. Ha anche confermato che ad oggi l’attuale Amministrazione non è stata interpellata con riguardo a progetti che potrebbero interessare l’area del terreno di proprietà di ACEA Ambiente Srl Il Sindaco ha ricordato che essendo stato ritirato il precedente progetto da parte di Acea Ambiente le volontà espresse dalla precedente Amministrazione, non assumono valore vincolante.
In merito alla diffida di Acea Ambiente Srl il Sindaco ha confermato che è stato conferito incarico all’avvocato del Comune a riscontrare tale diffida. Attualmente sono al vaglio i documenti per predisporre la risposta.
Il Capogruppo di Maggioranza in Consiglio Comunale ha espresso la disponibilità a confrontarsi con ACEA Ambiente Srl e a chiedere soluzioni alternative rispetto a questo tipo di impianti, riservandosi poi la valutazione qualora ACEA Ambiente Srl le proponga. Il Consigliere ha sottolineato che non sono percorribili né la restituzione del prezzo di vendita né la revoca della variante al PO impugnata dinanzi al Tar Toscana da parte di Acea Ambiente Srl. Riguardo al procedimento in questione attualmente si registra una situazione di attesa in merito al prosieguo del processo, riservandosi il Sindaco di fornire ulteriori informazioni in merito previo confronto con il Legale del Comune.
Riguardo al nuovo Impianto di trattamento rifiuti speciali di Cascina Pulita in Località Le Biffe, abbiamo segnalato all’Amministrazione la necessità di verificare il mancato rispetto dell’Art. 80 delle NTA che vieta l’insediamento di nuovi impianti insalubri di prima classe. Il Sindaco si è riservato di sottoporre la questione all’attenzione dell’Ufficio Urbanistica.
Infine abbiamo espresso forte preoccupazione per questo ulteriore impianto insalubre di 1 classe, per la fisiologica crescita che potrebbe avere in futuro sia per le tipologie e le quantità di rifiuti che per le lavorazioni autorizzate. L’evoluzione di Bioecologia ci insegna che in 20 anni l’impianto ha quasi raddoppiato i volumi trattati introducendo nuove tipologie di rifiuti e nuove procedure di trattamento.