Altri due mesi ed ai primi di gennaio del prossimo anno la proposta di impianto presentata da Acea nella zona delle Biffe, nell’area dell’ex Centro Carni di Chiusi, avrà una prima risposta, anche se non decisiva. Sarà la risposta che sarà scritta nella relazione del dottor Alessandro Franchi, responsabile per l’Agenzia Toscana per l’Ambiente dell’impatto ambientale.
La sua relazione concluderà i due mesi di inchiesta pubblica decisi dalla Regione Toscana a luglio su richiesta di alcuni consiglieri cui poi si è aggiunta la totalità del consiglio reginale.
L’inchiesta pubblica dovrà valutare tutti gli aspetti di questa proposta, quelli ambientali ovviamente ma anche quelli economici e di impatto sociale.
Per questo anche se non viene detto ancora esplicitamente , la decisione sarà una decisione di carattere politico. Perché gli atti decisionali saranno assunti da due istituzioni pubbliche politiche e non tecniche: la Regione Toscana ed il Comune di Chiusi. La Regione Toscana per le procedure ambientali ed il Comune per le eventuali varianti di piano urbanistico.
Ieri, in una sala San Francesco mai vista cosi colma, c’è stato il primo atto di questa inchiesta. Quello dell’insediamento della commissione che guiderà il percorso partecipativo previsto dalla legge regionale. La Presiederà un uomo di grande fiducia della Regione e di grande esperienza nel settore. Franchi ha dedicato molto tempo a spiegare le caratteristiche ed i passaggi di questa inchiesta che non è stata quasi mai usata come procedura, pur essendo di grande valore, diciamo noi.
A coadiuvarlo ci saranno due esperti nominati dai due principali, al momento, contendenti, Da una parte la mega azienda Acea, società quotata in borsa, tra la maggiori del settore, formalmente di proprietà del Comune di Roma, ma come spesso accade nella aziende partecipate dal pubblico, e noi in Umbria ne sappiamo qualcosa, sostanzialmente gestita dai due soci privati più importanti che sono, in questo caso la francese Suez e l’imprenditore romano Caltagirone.
Dall’ altra parte ci sono i due comitati che da diversi mesi si sono attivati perché si aprisse una discussione pubblica su questo progetto e che ne hanno criticato gli assunti principali. Il comitato ARIA che fa riferimento prevalentemente a Chiusi, con contatti anche con l’opposizione politica locale, e il gruppo Il Riccio che invece è espressione dell’ambientalismo del pievese e dell’alto orvietano.
A rappresentare l’Acea nel triunvirato direttivo ci sarà la professoressa dell’Università di Pisa Sandra Vitolo, mentre a rappresentare i due comitati cittadini sarà il professor Cristiano Casucci, dell’Università di Ancona. Casucci è una figura nota a Città della Pieve sia per le sue qualità professionali, che per il suo impegno civile. Diciamo quindi, che Città della Pieve è degnamente e sufficientemente rappresentata in una questione che la riguarda da vicino, La zona commerciale, ma anche quella abitativa di Pobandino, stanno diventando sempre di più un continuum con l’area confinante di Chiusi Scalo. Così come da vicino il tema riguarda gli altri paesi confinati come Cetona e Chianciano in primis.
I temi di questo confronto sono da tempo abbastanza chiari. Il confronto avviene prima di tutto su temi ambientali e l’oggetto del contendere sono in primo luogo le emissioni solide e liquide che questo impianto produrrà, oltre naturalmente alle ripercussioni dell’indotto funzionale come i trasporti.
L’altra questione, più corposa, di carattere ambientale oggetto di confronto è la sperimentazione di cui si avvale questo progetto. Un progetto, infatti, che non ha una sua storia consistente da vagliare alle spalle, una sua letteratura, ma è in funzione soltanto in Spagna e con caratteristiche notevolmente ridotte e diverse, rispetto al “format” che si propone a Chiusi.
Come è stato detto più volte in queste settimane, il rischio è che Le Biffe facciano “da cavia” per una tipologia di impianto e di investimento tutto da provare.
Questi i nodi ambientali principali. C’è poi ed è grosso come una casa un nodo politico. Non il dire lo facciano da qualche altra parte. Per arrivare ad un economia circolare in cui ognuno si faccia carico dei suoi rifiuti ci vorrà tempo ed olio di gomiti. Il nodo politico è altro. Questo impianto che si propone è compatibile con l’idea, il progetto di area che si è cercato e si sta cercando di costruire?. Quali contraddizioni crea?
Negli ultimi tempi Chiusi, con il suo Comune ed il suo sindaco, è stata in prima fila in tante iniziative che tendevano alla costruzione di un distretto turistico d’area. Un distretto che dovrebbe avvalersi delle sue grandi risorse in campo storico, archeologico, artistico ed ambientale. In questo progetto sono stati coinvolti gli altri comuni interessati e confinanti e si è cominciato a ragionale e coinvolgere concretamente livelli regionali e nazionali. Fino all’ottenimento, dentro questa strategia della ferrmata del Frecciarossa con scopi turistici. E allora una fermata del Frecciarossa, presa come esempio del tutto, a qualche centinaio di metri da questo impianto è del tutto compatibile con quanto si propone? Ma non è forse il tempo di parlare concretamente delle diverse vocazioni delle aree territoriali e delle conseguenti scelte, diverse, che vanno fatte. Ovviamente con tutto il computo del dare e dell’avere. Che non significa opporsi allo viluppo o alle imprese ma significa lavorare per un certo tipo di sviluppo e con un certo tipo di imprese. Per un certo tipo di progetti. E significa che non si può continuare a pensare che si possa fare ovunque tutto.
Sarà, come si può capire, un confronto non semplice ed una scelta non semplice. Acea azienda leader nel settore ha investito molto nell’acquisto dell’area. I contatti non credo che siano iniziati dopo l’esito della gara. Non avviene mai quando si programmano investimenti di una certa consistenza. Il Comune di Chiusi ed in particolare il sindaco Bettollini si è speso molto per la realizzazione di questo progetto, anche se negli ultimi tempi sta assumendo posizioni più equilibrate. Acea infine ha molti interessi e molti rapporti in Toscana, nella vicina Umbria e nel Lazio confinante. Per di più incombono le elezioni regionali della prossima primavera. Vedremo come proseguirà il confronto. Un confronto, è facile prevederlo, che farà scuola.
Intanto il primo appuntamento è per Sabato 23 pomeriggio al Teatro Mascagni. Si entrerà nel merito del progetto presentato.
Gianni Fanfano