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Chiusi. “Festival Cigni”. “Non c’ erano le coperture economiche e il coinvolgimento della città”

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A Chiusi, da diverso tempo, nella vita politica e culturale, teneva banco la situazione della Fondazione Orizzonti ed in particolare la decisione assunta di “sospendere” almeno per quest’anno il “Festival Orizzonti” diretto da Andrea Cigni. Dopo diverse prese di posizione politiche e richieste di chiarimento, la risposta del sindaco Bettollini e della sua giunta è stata quella di convocare un Consiglio Comunale apposito, tutto dedicato all’argomento.

E’ durato due ore e mezzo il confronto , tra il Sindaco Bettollini. la sua giunta e il gruppo consiliare di maggioranza e i due gruppi di opposizione del M5S e di Possiamo Sinistra per Chiusi. E’ stato un dibattito ricco, sono intervenuti oltre a tutti gli assessori, i quattro consiglieri dei due gruppi di minoranza e tre consiglieri di quello di maggioranza. Bettollini, ha introdotto e concluso e commentato tutti gli interventi.

Al termine si può dire che, sia chi vi ha assistito nella Sala Consiliare, sia chi ha seguito il dibattito tramite la diretta trasmessa in streaming, può essersi fatto diverse idee ma almeno la situazione e i diversi punti di vista sono  stati abbastanza chiari.

Bettollini introducendo ha detto, in sintesi,  tre cose. Il debito della Fondazione al netto dei crediti considerati esigibili, si aggira sui 200 mila euro. Il debito si è formato nel 2014, e da allora è stato sostanzialmente congelato. Di questo debito si è avviato il ripiano, anche se non ha detto come. E’ stato deciso di nominare il sindaco in carica a capo della Fondazione proprio dopo aver riconosciuto la delicatezza della sua situazione finanziaria e ha rivendicato questa scelta come scelta di serietà politica e di assunzione di responsabilità. Terzo si è deciso di non fare il “Festival Cigni”, (così è stato chiamato dal nome del direttore artistico degli ultimi anni), che sono stati quelli più caratterizzati dalla sperimentazione nel campo teatrale. Mancavano le coperture finanziarie anche per una edizione”rivista e corretta”.

Infine e qui sta un po’ la novità sostanziale che finora non era emersa così chiaramente, Bettollini ha detto, che il “Festival Cigni”, pur essendo di elevato livello artistico, non era apprezzato fino in fondo dalla popolazione chiusina.

Da qui, ha concluso il sindaco nella sua introduzione la pausa di riflessione, per definire meglio il risanamento e per ripensare sia il Festival Orizzonti sia la politica culturale tutta del Comune e della città.

Il primo ad intervenire fra le opposizioni è stato il capogruppo di “Possiamo-Sinistra per Chiusi”, Luca Scaramelli, il quale ha sostanzialmente accusato sindaco, giunta e maggioranza, di non potere essere i medici adatti ad intervenire sul problema, perchè corresponsabili degli errori che hanno portato a questa situazione di crisi. Scaramelli ha ricordato che gran parte dei protagonisti dell’attuale maggioranza erano anche presenti in posti di responsabilità nella legislatura precedente, ed in particolare nel 2014, quando si è creato il disavanzo più consistente, ma hanno lasciato incancrenire il problema senza intervenire e soprattutto senza informare sia il Consiglio sia i cittadini.

E’ seguito l’intervento del capogruppo del M5S, Bruna Cippitelli, che ha fatto una serie di domande e di appunti di carattere formale sulla contabilità della Fondazione e sulle responsabilità di controllo che comunque l’amministrazione comunale avrebbe sempre dovuto avere, richiedendo di chiarire quale sia la natura della fondazione, se di carattere pubblico o privato. Nel sostenere poi che il Comune di Chiusi ha destinato nel corso della sua esistenza alla Fondazione circa 1 milione e 200 mila euro, con esiti fallimentari e senza informare i cittadini ha chiesto le dimissioni del sindaco Bettollini.

Nella sua replica finale il sindaco ha detto con ancora più chiarezza che per il Comune si tratta di una svolta, che si chiude “il Festival Cigni”, e si apre una nuova stagione delle politiche culturali del Comune. La Fondazione Orizzonti non è solo il Festival e i 158 mila euro annuali che il Comune le destina vanno a coprire tante altre spese che vengono sostenute a cominciare dalla gestione ordinaria e straordinaria del Teatro Mascagni.

Ascoltando il dibattito come osservatore interessato, anche se non cittadino chiusino, mi sono rafforzato su una mia idea. Anche perché ho seguito con interesse sia l’evolversi dell’esperienza del “Festival Orizzonti”, sia le Giornale dedicate alla Cultura recentemente organizzate dal Comune. Nei nostri comuni c’è un grande sforzo da parte di tutti, sia maggioranza che opposizione, nel ricercare tutte le opportunità che si presentano per far crescere le rispettive cittadine. Non potendolo fare sul piano economico ed imprenditoriale lo si prova a fare , nel campo  culturale, dove esiste minore e più debole imprenditorialità e dove spesso non vi sono margini di remunerazione.

Quello che rischia di sfuggire a molti, i sono le dimensioni dei problemi e delle proprie risorse rispetto ad un cosiddetto “mercato”dei luoghi e delle città. Ho sentito più volte nel corso del dibattito parlare dell’obbiettivo di fare del “Festival Orizzonti” il festival più importante d’Italia. Ecco questo è l’aspetto patologico delle politiche locali che stiamo vivendo e abbiamo vissuto.

Questa non è ambizione, questa è mancanza di senso della realtà. Che è grave non solo perché crea problemi tra il dire e il poter fare. Ma soprattutto impedisce di lavorare nell’unica direzione che, forse, e sottolineo forse, ci potrebbe consentire di competere con realtà più grandi e spesso più attrezzate di noi. Cioè ci impedisce o ci fa rallentare nella ricerca di politiche comuni, fra Comuni, di area vasta. Siamo un territorio ricco di storia e di patrimonio artistico ed ambientale. Ma non siamo l’ombelico del mondo. E ognuno per conto suo non facciamo tanta strada infatti i nodi prima o poi vengono al pettine. E’ così, mi è sembrato di capire, di là del passaggio al livello. Ma la stessa cosa vale anche di quà del passaggio al livello. Lo abbiamo toccato con mano, appena qualche settimana fa. Anche se su argomenti diversi. ( g.f)