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Chianciano vista al tempo del virus

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Se non fosse un dramma mi verrebbe da dire che siamo stati fortunati ad aver assistito ad una sciagura mondiale come la pandemia: non è da tutti nella vita vivere un evento così totale da coinvolgere il mondo intero. Rimane la drammaticità e quella credo ci metteremo per digerirla.

In definitiva volendoci affidare a fredde e spersonalizzanti cifre, la mortalità della popolazione mondiale è poco superiore al 1% e con il COVID 19 tale percentuale non è variata, e anche in Italia con i nostri seicentomila decessi all’anno non c’è stata una decimazione. Certo è drammatico immaginare la situazione che hanno vissuto i malati di COVID 19 e i loro parenti, malati che sono morti senza nemmeno il conforto umano portato dai propri cari. Ammesso che ( voglia il cielo) tutto sia sotto controllo e non deflagrino focolai gravi, rimane la situazione economica nazionale che è a terra come non mai. Il governo sta cercando di arginare come può con sussidi e interventi a sostegno delle imprese, l’economia, cercando di scongiurare una sorta di default delle aziende con conseguente chiusura dell’attività. Qualcuno dirà è poco altri saranno soddisfatti, boh, tuttavia lentamente si sta ripartendo, come un convoglio lento che si avvia a sferragliare sull’incerto binario dell’economia che deve misurarsi con una globalizzazione che ad ora deve fare i conti con la batosta pandemia. Anche Chianciano cerca di riprendersi, numerosi negozi, bar, ristoranti, con un impegno e una volontà che definirei eroici fanno di tutto per ripartire e mostrando finanche un entusiasmo veramente ammirevole.

…Ma per gli alberghi sarà dura, dura come non mai. Ora io nel dettaglio non conosco bene i provvedimenti a favore delle aziende alberghiere, credo che siano stati stanziati fondi, prestiti a bassissimo o inesistente interesse affinché gli operatori possano tamponare le spese di una riapertura. I mutui ovviamente sono stati congelati e fino a qui ancora si può ragionare. Via via vengono costituiti tavoli per stabilire strategie, interventi sempre a sostegno del settore. Ma Chianciano, la Chianciano degli alberghi non ce la fa. Le strutture per come sono concepite hanno bisogno di fare numero. Un albergo chiancianese per sopravvivere deve sommare diverse tipologie di clienti: gruppi, congressi, eventi di vario tipo e clienti “individuali. Quindi benché tutto sembra si stia muovendo, timidi movimenti per carità, gli alberghi vedono lontana la ripresa dell’attività. Bisogna considerare che la fetta più consistente del lavoro chiancianese è dato dal turismo straniero, ora con le frontiere chiuse, l’agenda delle agenzie, è del tutto cancellata. I congressi dato che assemblano gente proveniente da tutta Italia, sono depennati, rimandati se va bene alla stagione prossima e così gli eventi sportivi. Su quali prospettive possono aprire gli alberghi chiancianesi? E questo al di là dei protocolli più o meno macchinosi per salvaguardare la salute di clienti e dipendenti. Anche se tali procedure vengono ridimensionate (e sono quasi sicuro che avverrà) e gli alberghi si adeguano, sarà una sciagura inevitabile…anche aprissero le frontiere in un tempo ragionevole, bisognerebbe (per le agenzie) rifarsi daccapo a vendere viaggi… e ce ne sarebbe il tempo?

Rimane il turismo nostrano, basterà ad assicurare un incasso tale da giustificare l’apertura di un albergo a Chianciano? Chianciano, come le altre stazioni termali, è una realtà a parte, con un delicatissimo equilibrio, con incassi e profitti che camminano sul filo del rasoio. La vedo veramente dura…spero che esperti, fondi, strategie, riescano ad invertire questa che sembra una inevitabile deriva della nostra amata cittadina. Auguri cara Chianciano dal più profondo del cuore.

Nunzio Dell’Annunziata