A Chianciano la Pasqua ci ha fornito un ottimo spiraglio su quello che sarà l’andamento della stagione. Ecco e questa cartina di tornasole ha indicato un flusso turistico deludente o se si preferisce: non c’era quasi nessuno. Anzi c’era un torneo di calcio che in un certo senso era meglio se non c’era. E sì quando aumentano le presenze scattano aliquote, aumentano spese e l’incasso non è sufficiente a coprire il surplus dell’esborso. In una situazione di per se già in picchiata, non ha giovato certo la frana che ha isolato Chianciano da Montepulciano.
E le votazioni recenti ? Con la difficoltà che si intravvede nella formazione di un governo, l’incertezza che avvolge gli scenari futuri, certamente gli italiani non possono essere invogliati a mettere mano al portafoglio per spese vacanziere e meno ancora termali. Gli albergatori chiancianesi, non avevano ancora digerito un Paese di Babbo Natale da dimenticare. L’amministrazione dice che gli alberghi non aprono, l’associazione albergatori dice di non essere stata interpellata per stipulare un accordo sui prezzi minimi ai quali attenersi: risultato hanno lavoricchiato pochissimi alberghi a prezzi stracciati. Negli anni passati la sinergia tra albergatori e amministrazione comunale, che patrocina la manifestazione natalizia, aveva prodotto un lavoro tra novembre e dicembre che, senza risultati eclatanti, risultava interessante ed era auspicabile venisse supportato affinché progredisse, invece…qualcosa non ha funzionato.
Ora poi sulla stampa locale è apparsa la notizia che il comune di Chianciano vuole acquistare il Palamontepaschi, il cosidetto Bruco, per incentivare il turismo congressuale e i meeting sportivi. E’ una idea buona o cattiva? Intanto questo appare come un inizio di frammentazione patrimoniale e di identità delle Terme, che molti non vedono di buon occhio. Inoltre se l’incremento del turismo congressuale, sportivo, significa ospitare eventi organizzati da squali senza scrupoli, con a cuore solo il denaro che vogliono ficcare in saccoccia, non mi sembra una buona idea. Mi spiego meglio. Parecchi manifestazioni vengono promosse da gente che crea l’evento ad hoc, secondo l’ambiente nel quale opera. Sfrutta le strutture pubbliche chiancianesi. Impone agli albergatori una sorta di tangente per ogni persona che “porta” nella cittadina termale e alla fine se ne va col suo gruzzoletto. Agli operatori turistici non rimangono nemmeno le spese e Chianciano viene invasa e stuprata da un indistinto movimento che non dà ne lustro, ne pubblicità, ne giro economico, ne prestigio.
Se si riuscisse a calamitare, magari con l’acquisto del Bruco, delle manifestazioni di livello, con organizzatori che credono e amano l’evento del quale si fanno promotori e quest’evento richiamasse gente che autonomamente scegliesse, senza “invito” di venire a Chianciano, attirati dalla straordinarietà dell’eccelso evento, allora sì varrebbe la pena che il comune fosse proprietario della struttura. Ma se gli eventi devono, salvo qualche rara eccezione, essere quelli che si sono visti finora, non lo so quanto quest’idea sia valida in funzione di quel sospirato rilancio di Chianciano sempre strombazzato e mai venuto alla luce. E certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Gli amministratori, magari ce la mettono tutta a realizzare quel programma che hanno annunciato in campagna elettorale, ma non è detto che tale programma e le iniziative prese, sortiscano poi effetti miracolosi sull’economia o sulla qualità della vita delle persone. Inoltre, cercare di realizzare le cose promesse, mi sembra il minimo sindacale: se delle persone che si candidano vengono elette e non realizzano nemmeno buona parte del programma che hanno presentato in campagna elettorale allora verrebbe dire che scaldano le poltrone. La scommessa vera per il politico di razza è realizzare un programma che condiviso sul territorio, dalle varie organizzazioni e dal popolo stesso nella sua interezza, al netto dello scontro dialettico della parti, produca tangibili miglioramenti.
Se questo non avviene, c’è qualcosa che non va e non è questione di schieramento politico ma di scelte, di indovinate visioni del presente e di giusti calcoli per il futuro. Almeno per ora, la classe dirigente chiancianese, si scontra con problemi grossi e sedimentati, senza riuscire a trovare adeguate soluzioni.
Nunzio Dell’Annunziata