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Carlo Sacco “Ma c’è anche la storia di una bandiera che sconfina nel mistero”

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Ho letto con piacere la notizia della bandiera  del PSI ritornata in custodia a mani fidate a Città della Pieve, un fatto simbolico ma che contiene un altro fatto di grande valore che è quello della volontà di non disperdere la memoria e la storia di un partito che è nato come partito nobile a difesa dei ceti subalterni dalle angherie e dalla compressione di altri ceti sociali. Ma ce n’è anche un altra di storia della bandiera del PSI che riguarda Moiano.

Una storia che sconfina nel mistero perchè non ha avuto una conclusione, ed è quella della bandiera della prima sezione del PSI che è stata instaurata a Moiano soprattutto da  tre componenti fondatori della Casa del Popolo e cioè da Alessandro Marchini, da Benito Sacco(mio nonno)e da Dante Lombroni marito della famosa maestra Cecconi che si adoperò tanto per la formazione degli alunni nelle scuole di Moiano ai primi del secolo.

Il mistero che riguarda la bandiera quale epitaffio di una idea nobile come quella socialista poi degradatasi negli anni della prima e della seconda repubblica e del Craxismo è il seguente: durante le incursioni fasciste alla casa del popolo di Moiano Palazzolo fu deciso da parte dei dirigenti fra i quali mio zio Solismo Sacco che allora aveva assunto l’incarico di Segretario Giovanile della sezione,di nascondere tale bandiera in casa di contadini simpatizzanti che abitavano logicamente n campagna vicino Moiano,dove rimase celata per i lunghi venti anni del fascismo,poi restituita alla sezione socialista che quando ero piccolo ricordo che aveva la sua sede al cosiddetto ”Palazzo” all’ingresso di Moiano sulla sinistra dove c’è stata fino ad una cinquantina di anni or sono se non erro.

Tale bandiera era un reperto storico-e questo nessun lo sà- perchè proveniente da una delle prime sezioni socialiste del Trasimeno e forse di tutta l’Umbria fondata da mio nonno Benito Sacco nel 1892-1894,quella di Villastrada che fu poi chiusa dal fascismo.

Strana la storia di tale bandiera poichè la sua asta fatta di tre pezzi avvitati l’uno dentro l’altro fu costruita dal fabbro di Villastrada di nome Biribicchi che fra l’altro aveva aderito al Partito Nazionale Fascista, il quale evidentemente non si potette esimere di costruire in metallo detta asta dati i rapporti vigenti in un piccolo centro agricolo come era ed è quello di Villastrada dove tutti si conoscevano. Tale bandiera dopo il passaggio del fronte è rimasta logicamente di proprietà della sezione PSI  oggi chiusa e non si sà più il luogo dove sia stata custodita e forse-ma con beneficio di inventario-si potrebbe trovare dentro il locale di quella sezione chiuso da decenni.

Informazioni su tale reperto potrebbero essere richieste a persone ormai di una certa età come l’insegnante ormai in pensione Sergio Foscoli oppure a Vittorio Lucacchioni anche lui fabbro in pensione. Sarebbe una scoperta che avrebbe dell’ eccezionale se fosse ritrovata quell’asta fatta di tre pezzi avvitati fra loro e la stoffa rossa che sorreggeva come risulta da quell’immagine ormai icona fotografica del gruppo di uomini davanti alla casa dei socialisti a Palazzolo di Moiano scattata nel Settembre 1913 da un fratello di mio nonno di nome Emilio Sacco venuto espressamente dalla Sardegna e tenuta in mano da suo fratello Benito Sacco segretario della sezione.

Se si verificasse tale scoperta veramente ci sarebbe da imbastire una commemorazione per tale avvenimento. Personalmente custodisco tutta la storia di tale sezione alcuni libri della sua biblioteca salvatisi dalle incursioni fasciste e firmati a fine lettura di qualche volume dai componenti della famiglia Marchini di Moiano e da mio zio che essendo il segretario giovanile nel 1919 li fece rilegare e farli parte della  ” Biblioteca Giovanile di Moiano”.

Cose queste che sono omai dimenticate e che si perdono nella notte dei tempi, epitaffi di volontà ferree di uomini che hanno anteposto i sacrifici delle lotte sociali ai vantaggi personali. Merce rara al giorno d’oggi, un insieme di convinzioni e di idee dalle quali la nostra società dovrebbe ripartire se volesse avere un futuro di dignità umana.

Carlo Sacco