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Banca Centro Toscana Umbria. Passaggio di consegne fra Giovagnola e Campagna. “Lascio una banca in salute”

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Quelle che erano sinora circolate come notizie ed anticipazioni, ora sono ufficialità. Dal primo gennaio Palmiro Giovagnola non sarà più alla guida di Banca Centro Toscana Umbria, al suo posto si insedierà Carmelo Campagna, un commercialista di Terni con venti anni di esperienza nel mondo del credito cooperativo, presidente della finanziaria pubblica umbra Gepafin, già protagonista del percorso di fusione per l’area del ternano. Un percorso che ha visto in prima fila le vecchie Casse Rurali di Moiano, Mantignana, Ficulle, e Terni, prima di aprire alla Toscana con Banca Cras di Sovicille, dopo aver tentato più volte, senza successo, l’intesa con la vicina BCC Valdichiana, che invece si è orientata ad associarsi con l’area del grossetano.

Alla conferenza stampa era presente tutto lo stato maggiore dell’azienda, Oltre a Giovagnola e Campagna erano presenti il vice presidente Florio Faccendi, che gli accordi prevedono come Presidente nel prossimo mandato, insieme al direttore generale Umberto Giubboni e al condirettore generale Marcello Morlandi.

E’ stato il commiato pubblico con Palmiro Giovagnola, che lascia da protagonista di queste fusioni, accellerate dalla legislazione e dalle autorità creditizie nazionali ed europee, ma non scontate come si è visto in diverse occasioni sia in Umbria che in Toscana. Giovagnola lascia dopo 37 anni di presenza nel mondo del credito cooperativo, presenza condivisa con diverse responsabilità a livello amministrativo e quasi un ventennio di presidenza nella varie tappe aggregative. Ha avuto ovviamente il ringraziamento di tutti a cominciare dal nuovo presidente che ha ricordato anche la figura ed il contributo di Franco Tomassoni.

Ma con l’occasione i vertici di Banca Centro Toscana Umbria, hanno voluto sottolineare anche il buon stato di salute della banca e il percorso fatto nonostante che tutto sia avvenuto all’interno della pesante fase sanitaria ed economica che stiamo vivendo. Basti pensare che l’azienda in questi mesi ha avuto il 40% del personale bloccato negli spostamenti.

E’ stato ricordato che a settembre la raccolta globale, è in crescita, ed ha raggiunto i 2,07 miliardi di euro e gli impieghi lordi alla clientela sono stati di 1,24 miliardi di euro. “La banca ha rispettato criteri di patrimonializzazione importanti – ha spiegato il direttore generale Giubboni a margine dell’incontro –. I risultati sono in linea con il piano industriale, nonostante tutto quello che abbiamo dovuto gestire in termine economici e di salvaguardia della salute. La fusione ha prodotto i risultati attesi e ci ha consentito di gestire uno dei periodi più imprevisti degli ultimi cinquant’anni”. Relativamente all’emergenza Covid, Banca Centro ha messo a disposizione un plafond di 70 milioni di euro, sospendendo 4.525 finanziamenti rateali (dati a ottobre 2020) e rispondendo al Decreto ‘Liquidità’ con 43 milioni di euro di prestiti, pari a oltre 2mila operazioni. Rispetto alle misure quali Ecobonus e Sismabonus, Banca Centro ha deliberato un primo plafond di 25 milioni di euro destinato all’acquisto di credito di imposta da privati e imprese.

Banca Centro in questo momento si colloca tra il decimo e l’undicesimo posto all’interno del Gruppo Iccrea che conta 140 banche, gruppo Iccrea che a sua volta si colloca al terzo posto nel sistema bancario nazionale. La soddisfazione di Giovagnola che nel suo intervento ha detto “Lascio una banca in salute” è comprensibile quindi.

Nel corso della conferenza stampa si è anche parlato dei problemi di rappresentanza territoriale, di coinvolgimento della base sociale di mantenimento delle caratteristiche e della “mission” particolare delle banche a proprietà cooperativa, problemi che nei processi di fusione si presentano sempre.

Tutti gli intervenuti sono stati concordi nel ritenere che l’identità e la peculiarità di questo tipo di aziende va mantenuta, anzi hanno riconosciuto che questo rappresenta un importante vantaggio competitivo e che saranno valutate forme di partecipazione e coinvolgimento dei soci, anche se non previste dallo statuto.

Nel salutare e ringraziare chi lascia e nell’augurare, per gli interessi delle nostre terre, buon lavoro a chi entra, non ci resta che attendere la conferma del tempo.

Gianni Fanfano