(dal blog atavoladame.wordpress.com). Sarà capitata a tutti l’esperienza di bambini ostinati a stare dappertutto tranne che a tavola, di mamme alla rincorsa con bocconi sulla forchetta e piatto in mano, di pargoli urlanti e petulanti, che impediscono qualsiasi conversazione, refrattari alla disciplina come all’uso di qualsivoglia posata.
Non ho mai capito perché certi genitori non si curino di rendere i propri figli personcine piacevoli da frequentare, perché di persone si tratta, non di animaletti da lasciare allo stato brado con la scusa che sono piccoli. E non c’è niente di più affascinante dell’incontro con un bambino, laddove anche il suo comportamento, oltre che il nostro, renda possibile questo incontro.
Insegnare come comportarsi nelle diverse situazioni ( anche a tavola ) e come adattarsi efficacemente alle novità ( ad esempio: avere ospiti o andare al ristorante) significa aiutare i bambini a sviluppare intelligenza emotiva e competenze sociali, ovvero le capacità di riconoscere e gestire le emozioni ( proprie e altrui ) e di realizzare buone relazioni con gli altri, basi del successo personale nella vita.
Dunque rivalutiamo l’educazione del bambino a stare a tavola, e pensiamola come parte di un percorso educativo e di crescita generale, ma certo occorre utilizzare qualche strategia, ricordando soprattutto che il buon esempio ( che vale sempre e per tutto) e gioco sono le chiavi per riuscire nell’impresa.
Partiamo dalle pietanze. La cucina è un magnifico teatro di magie, con cibi che si trasformano per consistenza, colore, forma. Fate stare i bambini in cucina, affascinateli a guardare come uova, farina, zucchero e burro possano uscire dal fono in forma di una torta dorata, fateli impastare, annusare, guardare;diventeranno più amici dei cibi che porterete in tavola, forse persino buongustai, e impareranno il valore della fatica che sta dietro il piatto che mangiano.
Fatevi aiutare ad apparecchiare la tavola: non solo impareranno gli aspetti fondamentali dell’apparecchiatura, ma sarà anche un modo per consolidare l’apprendimento di diversi concetti : a ) di organizzazione spaziale : ‘destra e sinistra’; ‘sopra-sotto’, ‘davanti e dietro’; b) relativi alle forme : tondo quadrato; c) alle grandezze e dimensioni: grande, piccolo, alto, basso. Senza contare che scegliere tovaglia e stoviglie ( e magari anche un fiore) può rappresentare un utile esercizio anche per riconoscere e abbinare i colori.
Divertiteli usando anche voi la celebre tovaglietta Montessori, su cui stanno disegnate le posizioni di piatti e posate
Inventate un gioco a premi se si ricorda le cose fondamentali, che sono almeno le seguenti 10.
1) Come usare il tovagliolo.Quando si inizia il pasto, il tovagliolo va posato sulle ginocchia. Prima e dopo aver bevuto ci si pulisce la bocca con il tovagliolo. Vietato pulirsi le mani e la bocca nellamaglietta appena cambiata, o con la tovaglia.
2) Come si usano e impugnano le posate. L’esperienza di toccare il cibo con le mani è importantissima, ma va riservata ad una primissima fase di apprendimento, quando il bambino deve pendere dimestichezza con il cibo e imparare ad amarlo anche attraverso il tatto.
Subito dopo arriva la fase di educazione all’uso delle posate. Per tagliare il cibo: il coltello si tiene con la mano destra- l’indice tenuto lungo il manico, per imprimere la forza necessaria al taglio-e la forchetta con la sinistra con i erbi rivolti all’ingiù (per i mancini è il contrario) per portare il cibo alla bocca si usa solo la forchetta con i nerbi rivolti all’insù. Il coltello non va mai portato alla bocca, Il suo uso va limitato all’indispensabile: solo per tagliare i cibi che non possono essere spezzettati con la forchetta.
Le posate non sono armi da combattimento e pertanto non vanno impugnate cometali, magari con i gomiti piantati sulla tavola.come disporre le posate a fine pasto forchetta e coltello vanno messe sul piatto nella posizione delle lancette dell’orologio a ore 6 .
3) Come si sta seduti a tavola. Stare seduti e composti sulla sedia ;la corretta posizione è con la schiena diritta e i gomiti stretti vicino ai fianchi e con le mani sopra la tavola, senza invadere lo spazio del vicino. È vietato mettere i gomiti sul tavolo , circondare il piatto col braccio, assumere posizioni yoga. Quando non si è impegnati nel maneggiare le posate, mentre si aspetta tra una portata e l’altra, sul tavolo è permesso appoggiare gli avambracci, mai i gomiti.
4) Come portare il cibo alla bocca, e non viceversa. I bocconi devono essere piccoli, masticati con grazia, a bocca chiusa, senza far rumore, evitando i due estremi: la voracità e la lentezza esasperante. Non parlare con la bocca piena, evitando di sputare tutto il cibo addosso solo perché devono dire qualcosa di urgente e non possono neanche aspettare di mandare giù il boccone.
5) Non ci si alza senza chiedere permesso.
6) Si parla a bassa voce, non si urla e non si litiga con fratelli e cugini
7) Si aspetta che tutti siano seduti a tavola per cominciare a mangiare.
8) Come si deve esprimere se una pietanza non piace. Supponendo che il vostro bimbo già sia stato abituato ad assaggiare tutto quello che viene portato in tavola, f
e se qualcosa non incontra immediatamente il suo gusto è comunque vietato usare espressioni dispregiative( tipo “Fa schifo” )
9) Non si gioca con le posate, la saliera, la zuccheriera, gli stuzzicadenti o l’oliera.
10) Alla fine del pranzo la zona attorno al piatto e al proprio posto deve essere il piùpulita possibile, senza macchie e resti di cibo sia sopra che sotto la tavola.
E se andate al ristorante, aggiungerei:
- i bambini non devono assolutamente disturbare i vicini di tavolo con urla e schiamazzi.
- I posti a tavola li decidono mamma e papà e non si cambiano nel corso della cena.
- Non si scorrazza né si gioca per la sala ristorante
Nel caso in cui il bambino faccia un capriccio- e può sempre succedere- portatelo fuori dalla sala da pranzo, e rimanete con lui ribadendo con calma le regole del comportamento . Siate cortesi nei confronti degli altri ospiti del locale, che hanno diritto di mangiare in pace e in allegria, e rientrate in sala soltanto quando il bimbo si sarà calmato.
Clienti e camerieri ve ne saranno grati, ed eviteremo il diffondersi di cartelli come questo
Daniela Barzanti