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Anniversari. Pierini, direttore della Galleria, parla dei progetti per il Perugino e si lamenta.

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Alcune settimane fa, è stato presentato  a Città della Pieve un progetto per il 2023 riguardante gli anniversari della morte di Pietro Vannucci e di Luca Signorelli, alla presenza della Presidente Tesei, cui partecipano la Regione, i comuni di Città della Pieve, Cortona, Todi e Orvieto, iAlcune  ed il Gal Trasimeno Orvietano in qualità di coordinatore.

Nei giorni scorsi abbiamo letto una intervista al Direttore della Galleria dell’Umbria Pierini, condotta da Gabriella Mecucci per la rivista “Passaggi Megazine” in cui si fa chiaramente riferimento a questa iniziativa. Per opportuna informazione la riportiamo nei passaggi che riguardano l’argomento. Il direttore si lamenta per il mancato coordinamento, e annuncia grandi iniziative sue e degli Uffizi di Firenze.

Speriamo che tutto questo non diventi l’ennesima occasione per emarginare i nostri territori. (g.f)

Già dal riallestimento apparirà chiaro che Perugino è la superstar dei prossimi due anni..

“Se intende che in Galleria faremo due stanze dedicate solo alle opere di Perugino, è vero. Sin qui erano distribuite in ben sei sale diverse, ci sembra opportuno riunificarle. Il visitatore potrà così ritrovare i quadri con maggiore facilità: da una parte il Perugino giovane e dall’ altra quello maturo”.

Ed ora siamo arrivati al progetto Perugino. E al modo in cui celebrerete il centenario della morte. Stanno fiorendo in regione e anche nella vicina Toscana (Cortona) iniziative diverse, tese a ricordare non uno ma due centenari del 2023: quello di Perugino e quello di Luca Signorelli. Come vi muoverete dal punto di vista organizzativo?

“La cosa che mi premerebbe di più sarebbe di riuscire a coordinarci. Sto però quasi per rinunciarci: lo sport di muoversi in ordine sparso mi sembra purtroppo molto diffuso. Noi come Galleria stiamo lavorando ad una grande mostra, anche se non raggiungerà le dimensioni di quella del 2004 che fu molto ricca. Esporremo una ottantina di pezzi in tutto. D’altro canto i soldi a disposizione saranno circa la metà: noi – se tutto va bene – avremo al massimo un milione e mezzo, contro i tre di allora. Posso annunciare comunque che abbiamo già fatto l’accordo con gli Uffizi e che quindi avremo gran parte delle opere del Perugino esposte in quella Galleria, che ne ospita alcune fra le più belle. Nei prossimi giorni poi abbiamo in programma incontri con la National Gallery e con il Louvre. E

naturalmente arriveranno pezzi anche dalle Marche, dalla Romagna, da Roma. Due saranno le linee portanti della nostra mostra”.

Quali?

“Innanzitutto non prenderemo nulla che provenga da chiese e da piccoli musei umbri. Non sottrarremo niente al territorio. Perchè nel centenario è giusto che si favorisca anche la visita al patrimonio decentrato. L’asse centrale della mostra sarà il racconto della forza, della capacità di fare scuola del Perugino in qualunque zona d’Italia abbia lavorato: da Firenze a Perugia, da Siena a Napoli, dalla Romagna all’approdo romano. Vogliamo raccontare la grande influenza del maestro in gran parte d’Italia: dalla Lombardia sino a Napoli. I perugineschi non si trovano solo a Perugia e dintorni ma in quasi tutto il nostro paese”.

Un Perugino superstar dunque, un artista egemone: un grande maestro da rilanciare?

“E’ proprio così. Vogliamo che questo centenario rappresenti il riscatto di Perugino. Questo artista ha avuto due sventure: da una parte venne letteralmente massacrato dal Vasari che lo definì ‘un uomo duro’, ‘un senza Dio’, un cervello di porfido’; dall’altra fu ed è tuttora, almeno nel senso comune, associato ad altri grandi artisti. Pietro Vannucci rappresentato come il maestro di Raffaello, l’amico di Leonardo, l’allievo del Verrocchio. Insomma, un eterno numero due, una sorta di spalla. Ma non è così, e noi metteremo al centro il giudizio che ne dette Agostino Chigi: ‘E’ stato il meglio maestro d’Italia’. Non lo fu per tutta la vita, ma nei venti anni finali del Quattrocento non ce n’era per nessuno”.

Un ultima domanda, lei ha detto che ritiene difficile riuscire a coordinare le iniziative del centenario, perchè? E voi intanto vi state dando una vostra organizzazione?
“E’ sempre difficile coordinarsi e poi la nostra Italia è fatta di campanili. Questo e’ il suo bello, ma crea anche molte difficoltà. Quanto a noi stiamo lavorando per dar vita ad un comitato nazionale. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma credo che gli Uffizi – dopo di noi – dovrebbero fare un’iniziativa sui due centenari: Perugino e Signorelli. Terminata la nostra mostra dovremo prestare loro le nostre opere. Restituire cioè la cortesia”.