(Comunicato stampa)
Più di 30 documenti, tra richieste di informazioni, solleciti e risposte, comunicazioni telefoniche, brevi riunioni e interpellati istituzioni ad ogni livello. Sono le varie tappe di una vicenda, durata oltre due anni che alla fine ha prodotto quanto si chiedeva: un protocollo d’intesa che permetterà di monitorare l’acqua che entra nelle nostre case.
Augusto Peltristo, consigliere Comunale del Comune di Piegaro, chiede un’audizione riguardo a questa importante tematica alla Presidente Commissione Sanità, Eleonora Pace e al Presidente Commissione Attività Economiche e governo del territorio, Valerio Mancini.
Il protocollo ha permesso di fare dei controlli analitici alla ricerca di fibre di amianto nelle acque potabili, per la prima volta in Umbria, dopo due anni e mezzo di documentazione prodotta.
“Con grande soddisfazione ed orgoglio, dopo due anni di battaglie – dice Peltristo -, siamo riusciti nell’intento di far controllare in modo analitico le condutture alla ricerca di fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano. Il tutto ha prodotto un protocollo d’intesa tra Dipartimento di Prevenzione Usl Umbria 1 e Umbra Acque l’ente gestore”.
Il protocollo prevede controlli alla ricerca di fibre di amianto in tutta la Provincia di Perugia con 50 punti di prelievo, i campioni d’acqua prelevati verranno consegnati e analizzati presso il laboratorio del Dipartimento di Prevenzione e saranno resi pubblici.
“Tutto ciò – spiega il consigliere comunale – è molto importante in quanto dei settemila chilometri di rete idrica in 38 comuni, gestiti da Umbra Acque, 350 circa sono costituiti da cemento amianto, questo comporta un rischio di ingestione e di inalazione, legato a fenomeni di usura, dovute dalle escursioni termiche, smottamenti e dalle continue rotture-riparazioni delle stesse”.
La normativa attuale non prevede un valore limite per fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano e una correlazione causa-effetto, ma “questo – aggiunge Peltristo – non vuol dire abbassare la guardia, ma anzi bisogna prevedere ulteriori e serie campagne di monitoraggio e verifiche oltre che un piano per le bonifiche”.
L’acqua potabile non viene usata solo per bere, ma anche in cucina, lavaggio di superfici, quindi ci sono quantità di acqua che evaporano e potenzialmente producono fibre aereodisperse che possono essere inalate. “Il protocollo – continua Peltristo – andrà esteso anche alla provincia di Terni e quindi procedere con le stesse modalità tra il Dipartimento di Prevenzione Usl2 e i due gestori Valle Umbra Servizi e Sistema Idrico Integrato in modo da controllare analiticamente tutta la regione. Per la verità abbiamo già chiesto all’Usl 2 e ai gestori di adeguarsi, al momento sembrano “sordi”, ma siamo certi che a breve si adegueranno”.
E poi ancora: “Si deve approntare un piano aggiornato della sostituzione delle condotte in cemento amianto e sarà chiesto una legge regionale che fissi un valore limite per fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano e possibilmente promuovere anche studi epidemiologici in modo da verificare se possa esistere correlazione causa-effetto”.
“La salute pubblica – conclude Peltristo – debba essere una priorità assoluta da anteporre a qualsiasi altra cosa”.