Home Rubriche Aldo Sorci “Le emergenze che devono indurre Draghi a rimanere dove è.”

Aldo Sorci “Le emergenze che devono indurre Draghi a rimanere dove è.”

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Aldo Sorci, nato a Monteleone, di cui quando è tornato è stato anche sindaco, è stato Direttore Centrale di Finsider, Direttore Generale al Ministero delle Partecipazioni Statali e successivamente a quello dell’Industria.

Dal 1970 al 1977 ha tenuto i corsi di Finanza e di Tecnica Industriale presso l’Università “Pro-Deo” di Roma. Membro della “Economic Commission” dell’IISI di Bruxelles, ha pubblicato studi ed articoli su quotidiani e stampa specializzata. Membro di Consigli d’amministrazione e collegi Sindacali in varie Società e presso l’IRI dal 1989 al 1995.

Noi lo abbiamo conosciuto come, ancora oggi, apprezzatissimo docente della Libera Università di Città della Pieve. Dove sono stati presentati anche alcuni suoi libri. Ci fa molto piacere pubblicare questo suo contributo.  (g.f)

Il “nonno al servizio del Paese” come si è autodefinito Draghi, per la sua intelligenza e preparazione non può non rendersi conto che in questo momento non deve lasciarsi guidare dalla sua ambizione. E’ stato chiamato da Mattarella, abbastanza recentemente, per affrontare due emergenze che si alimentano sinergicamente: il covid e l’economia.

Ebbene, come già era fin da allora prevedibile, esse permangono entrambe e la seconda è avvolta da nubi minacciose di molteplice natura. In primo luogo la ripresa dell’inflazione in molti paesi, sostenuta negli USA e in Europa: in Italia siamo intorno al 4% su base annua. Essa porta con sè conseguenze serie come l’aumento dei prezzi e la lievitazione dei tassi di interesse (mentre si chiuderà l’ombrello della BCE) e quindi consistenti oneri per l’Italia che ha un debito pubblico del 154% del prodotto interno lordo (PIL).

Vorrei qui ricordare che negli ultimi trenta anni, i salari reali sono diminuiti in Italia del 2,9%, mentre in tutti gli altri paesi dell’Eurozona sono aumentati in maniera significativa. Ora, l’inflazione è una nuova imposta che grava su una occupazione dipendente in gran parte precaria. Al contempo, l’aumento del costo delle materie prime ed in particolare dell’energia aggrava ancora i bilanci delle famiglie e compromette la competitività delle imprese.

Il PNRR (Recovery plan) potenziale strumento di svolta strutturale per l’Italia, si può dire appena iniziato: dovremo spendere infatti 235miliardi di euro entro il 2026 con difficoltà enormi, tenuto conto che fino ad oggi siamo raramente riusciti ad utilizzare i fondi europei per importi molto minori.

Trattative fondamentali ci attendono in ambito europeo per riformare il “Patto di Stabilità”, tema sul quale i paesi sono divisi e che deve essere certamente meno “austero” di quello sospeso per fronteggiare la pandemia, ma neanche portare a pericolose sottovalutazioni dei rischi che un debito pubblico talmente elevato come quello italiano, può causare in presenza di eventi avversi. In merito, situazioni critiche sul piano politico e militare si registrano in più parti del mondo e purtroppo anche in Europa fra Russia ed Ucraina.

Potrei continuare, ma come sintesi ricordo solo che tutte le previsioni indicano rallentamenti dello sviluppo per i prossimi anni: dalla ripresa del 6,2% del PIL del 2021, essenzialmente dovuta al rimbalzo dopo la caduta di quasi il 10% del 2020, passeremmo a poco più del 2% nel 2024 e secondo FMI e OCSE andranno ancora riviste al ribasso.

Sia chiaro che i temi sopra elencati di natura interna e internazionale sono di competenza del Presidente del Consiglio, del Governo e del Parlamento e non direttamente del Presidente della Repubblica; la nostra infatti non è una Repubblica presidenziale, né tantomeno può diventarla di fatto. Ecco perché vedo come una iattura l’eventualità che Draghi possa lasciare Palazzo Chigi causando quasi certamente una crisi di Governo e forse elezioni anticipate, lasciando la nave senza timoniere in un mare in burrasca.

Egli conosce la situazione che ho descritto meglio di chiunque altro, come conosce le molti e difficili crisi aziendali che vanno risolte, la crescente e sempre più diffusa povertà con le immorali disuguaglianze del nostro Paese. Credo quindi che sia suo dovere farsi guidare dall’interesse generale e non da quello personale.

Aldo Sorci