Home Argomenti Economia Aeroporto di Sant’Egidio. La Regione sfiducia il CdA, ma tutti restano lì.

Aeroporto di Sant’Egidio. La Regione sfiducia il CdA, ma tutti restano lì.

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(Rassegna stampa dal Messaggero Umbria di Giuseppe Caforio) Titoli del Corriere Pievese.

E ora basta umiliare l’aeroporto di Sant’Egidio. Emblema di tutto ciò sembra essere l’incredibile vicenda dell’aeroporto di Perugia e della società SASE che lo gestisce. Per chi non conoscesse le vicende di questa sorta di telenovela tragicomica, pare opportuno ricordare che nell’ultimo periodo l’aeroporto umbro è riuscito a perdere un gran numero di voli, ad annunciare accordi con compagnie per nuove tratte mai realizzate, ad elargire negligentemente 500.000 euro ad una società priva di patrimonio riuscendo a recuperarne solo la metà e, soprattutto, a redigere piani industriali e obiettivi sistematicamente mancati. A conclusione di questo nefasto percorso, il Consiglio Regionale, con la maggioranza compatta, si è visto costretto a deliberare una mozione che altro non è se non un atto di sfiducia nei confronti del Consiglio di Amministrazione della SASE.

La stessa Giunta Regionale, attraverso Sviluppumbria e il socio di maggioranza relativa, insieme ad altri enti pubblici della società aero portuale, ha dovuto prendere atto di tale situazione, dichiarando che sarebbero stati assunti i provvedimenti conseguenti. In un contesto normale, ma anche e soprattutto di rispetto istituzionale della massima assise regionale che rappresenta tutta la popolazione umbra, ci si sarebbe aspettati che il CDA si dimettesse non all’esito della votazione, ma addirittura il giorno prima, rimettendo il proprio mandato ai soci.

Incredibilmente, a quasi una settimana dalla univoca approvazione della mozione di sfiducia, il Consiglio di Amministrazione non si è mosso di un millimetro e, facendo finta di niente, va imperterrito avanti come se nulla fosse: un vero e proprio sgarbo istituzionale alla Regione e ai cittadini umbri che, si ricorda, sono coloro che foraggiano l’aeroporto visto che tutto il denaro di cui si parla è pubblico. La stessa fondazione Cassa di Risparmio di Perugia nella nuova gestione, liberatasi finalmente dall’ombra della precedente, che aveva portato anche a sostenere l’attuale CDA, ha più volte manifestato insofferenza e critica alla gestione della società, for te delle rilevanti somme che annualmente versa a vario titolo nelle casse della SASE. Ma questi signori, per altro incaricati di un pubblico servizio essendo di nomina di enti pubblici, si sono chiusi nel loro fortino e, facendo finta di non vedere e di non sentire, vanno avanti non si capisce bene a fare cosa. Gli strumenti giuridici per risolvere questa impasse, permanendo questo stato di cose, ci sono. Occorrerà che l’assemblea della SASE proceda con la revoca del CDA con atto formale e si riservi, a questo punto, di valutarne il comportamento, anche al fine di un’eventuale azione di responsabilità.