Si è svolta questa mattina, a Perugia, nella sala Fiume di palazzo Donini la conferenza stampa di presentazione del progetto terapeutico A gonfie Vele ideato dall’ Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus. Il progetto, nato nel 2012, viene svolto a Caprera, nell’arcipelago della Maddalena sulla costa nord-orientale della Sardegna (presso il Centro Velico Caprera).
Da due anni A gonfie Vele è approdato al Trasimeno grazie alla collaborazione del Club Velico Trasimeno.
Sono tre le motivazioni principali dell’approdo in Umbria: dare la possibilità anche a chi non può raggiungere Caprera, di usufruire dell’opportunità terapeutica; consentire alle persone che hanno vissuto una prima esperienza in Sardegna di continuare un percorso sportivo/terapeutico in Umbria; estendere il progetto terapeutico ai familiari dei pazienti oncologici. 115 i pazienti che hanno vissuto l’esperienza di Caprera e 25 al lago Trasimeno.
club velico trasimeno,
Sabato 8 giugno è prevista una nuova uscita al lago con un nuovo gruppo di partecipanti.
Si tratta di un’esperienza terapeutica stimolata dalla pratica dello sport velico. Il progetto si sviluppa su un concetto metaforico: imparare a navigare, a governare una barca significa simbolicamente riprendere il timone della propria esistenza e la gestione della propria vita segnata dalla malattia. Come nella navigazione è necessario sfruttare gli elementi favorevoli e imparare a gestire quelli avversi (il vento e le correnti) così nella malattia bisogna sfruttare e potenziare le proprie risorse e potenzialità, imparando a governare i propri limiti.
«Il contatto con la natura e con l’acqua, elemento primordiale di nascita e di rinascita, ricopre un ruolo fondamentale – dichiara Simonetta Regni, psichiatra e coordinatrice del progetto – Il contesto ambientale favorisce il contatto con se stessi e l’inserimento in un ciclo naturale che consente di vivere la malattia in modo meno traumatico e drammatico, in quanto ci si riappropria della naturalità degli eventi”.
Con la malattia si perdono i riferimenti di vita precedenti ed emergono conflitti dormienti. La persona si trova in un periodo d’incertezza e va alla ricerca di nuove modalità di esistenza. A gonfie vele intende rispondere a queste esigenze fornendo uno spazio fisico e mentale di rielaborazione di vissuti e di scoperta di nuove potenzialità sviluppando in particolare la capacità di adattamento ad eventi esterni indipendenti dalla propria volontà, la capacità di gestire la frustrazione, la capacità di condivisione.
“In barca a vela – continua la dottoressa Regni – si è equipaggio, non si è passivi. Il limite fisico che la malattia ci impone viene superato accettando il concetto l’equipaggio”.
Far parte di un equipaggio significa condividere, affidarsi all’altro e avere fiducia nell’altro. In barca non esistono differenze. In barca ognuno deve fare la propria parte perché solo grazie alla combinazione e al coordinamento delle singole azioni si ottiene un risultato. Allo stesso modo il percorso di cura deve essere affrontato affidandosi anche all’altro e cogliendo nell’altro il coraggio, la forza e la speranza.
“La malattia – conclude Simonetta Regni – funge da spartiacque tra un prima e un dopo. Imparare a muoversi su un elemento nuovo come l’acqua, significa comprendere che vivere in un altro modo che è possibile”.
Sandro Pasquali, sindaco Passignano sul Trasimeno ha dichiarato “Desidero fare i complimenti per il progetto che abbraccia sociale, sanità e l’ambiente. La comunità del Trasimeno ha accolto con entusiasmo l’iniziativa e siamo felici che un luogo bello e calmo come quello del lago sia di aiuto alle persone”.
Giovanni Rosi, Presidente Club Velico Trasimeno “Il Club Velico Trasimeno nasce cinquanta anni fa quando praticare tale sport non era molto consueto. Noi lanciamo un messaggio che è quello di venire al lago per sfruttare le grandi potenzialità del luogo. Promuoviamo la vela non solo in campo agonistico ma anche a livello sociale come dimostra la collaborazione con AUCC e con altre organizzazioni. Da poco abbiamo fatto delle uscite in barca con ragazzi con disabilità mentale che hanno giovato moltissimo a livello fisico e soprattutto mentale dell’esperienza”.
Giuseppe Caforio, Presidente AUCC“Un ruolo essenziale è ricoperto dai nostri volontari che danno un sostegno a tutte le nostre attività, in particolare quelle ospedaliera. Nei grandi ospedali di oggi c’è una sensazione di smarrimento che il volontario cerca di ridurre. Inoltre permettono di far conoscere ai pazienti le iniziative e i servizi dell’associazione, come il progetto A gonfie Vele”.
Il progetto è cresciuto grazie alla collaborazione della dottoressa Barbara Bernabei e del dottor Claudio Marinangeli.
Claudio Marinangeli, psiconcologo AUCC ha conlcuso dichiarando “La persona che partecipa al progetto torna con un bagaglio di emozioni nuove e gratificanti. Il nostro team di psicologi incontra mensilmente il gruppo per monitorarne i sentimenti. Le persone partono con molte perplessità e ritornano con la consapevoelzza che qualcosa di nuovo è possibile, anche un nuovo approccio alla malattia”.
Dott.ssa Rita Martone
Ufficio Stampa Comunicazione Fundraising
Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus