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A Fabro l’Istituto Agrario apre le porte al futuro con agricoltura e ambiente

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 C’è chi ambisce a diventare carabiniere forestale, chi vorrebbe lavorare con gli animali e chi, magari, proseguire e sviluppare l’attività agricola del padre o del nonno. Sebbene le ambizioni e gli obiettivi possano anche divergere, un grande amore per la terra e la natura accomuna gli studenti dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente ‘Bruno Marchino’ di Fabro. Una passione che, in occasione dell’open day in programma martedì 16 gennaio (il prossimo sabato 20 gennaio), i ragazzi hanno cercato di trasmettere anche agli alunni che si accingono a scegliere il loro percorso scolastico superiore. In queste date vengono, infatti, presentate agli studenti delle scuome medie le attività che si svolgono quotidianamente durante il percorso scolastico e le competenze teoriche e pratiche che la scuola fornisce.

“Il nostro istituto – ha commentato l’insegnante Renzo Canonico – punta a valorizzare il mondo agricolo nei suoi aspetti ambientale, culturale e storico. Siamo, infatti, convinti che la sostenibilità ambientale, la difesa del territorio e l’agricoltura siano i settori del futuro per il nostro Paese”. E ciò a maggior ragione in un territorio come l’Alto Orvietano particolarmente vocato e attento a queste tematiche. È perciò che grande spazio la scuola riserva all’esperienza pratica e all’attività laboratoriale, dall’estrazione di dna dalla frutta alla preparazione di formaggio, birra artigianale, olio, aceto, sapone e deodoranti a base di essenze vegetali. “Accanto allo studio – ha spiegato Canonico – cerchiamo di focalizzarci sull’attività pratica e l’acquisizione di competenze trasversali così che gli studenti possano imparare a lavorare in team e collaborare”. “I ragazzi – ha commentato anche il docente Riccardo Cipolla –, attraverso una didattica un po’ più laboratoriale e legata alle tipicità del territorio, riescono a integrarsi bene con quelle che sono le nuove prospettive legate al mondo della terra, dell’agricoltura e del commercio di prodotti tipici. Molte esperienze che fanno, come le uscite didattiche, i viaggi d’istruzione e le attività con la rete degli istituti agrari, sono per loro motivo di arricchimento e forniscono nuovi stimoli per ulteriori conoscenze”.

Molto importanti sono ritenuti, inoltre, la collaborazione con le aziende del territorio e l’alternanza scuola-lavoro che prevede 400 ore di attività con aziende e soggetti convenzionati. Alla fine del terzo anno di studi si ottiene la qualifica di operatore agricolo mentre al quinto anno si consegue il diploma di agritecnico. “La scuola ha l’obiettivo di professionalizzare – ha concluso Canonico –, ma l’istruzione che diamo è a 360 gradi: usciti da scuola si può mettere immediatamente in pratica ciò che si studia, ma ci si può anche orientare verso percorsi universitari sia a carattere tecnico scientifico che umanistico”.

 

AVInews Nicola Torrini