Ad un anno esatto dall’inizio della pandemia, a Fabro, così come nel resto del Paese, la vita e le aspettative delle donne sono state stravolte.
Ci siamo, improvvisamente, ritrovate a gestire un sovraccarico di lavoro, familiare e professionale, senza precedenti.
Per non cadere nella solita liturgia sull’8 marzo, per il comune di Fabro e per tutto il territorio dell’Alto Orvietano, pongo alcune proposte concrete, che a mio avviso vanno verso una risoluzione delle fragilità della vita di ogni donna, portate prepotentemente in superficie dall’emergenza sanitaria:
• Garantire trasparenza e tempestività nelle comunicazioni riguardante la situazione dei contagi da covid 19 nelle scuole, in maniera tale da consentire alle famiglie e inevitabilmente alle donne di organizzarsi in modo adeguato nell’ipotesi di sospensione della didattica in presenza;
• Realizzare in tempi celeri la Casa della Salute di Fabro per puntare anche sulla medicina di genere e sulla prevenzione;
• porre in essere azioni concrete di potenziamento e riorganizzazione dei servizi consultoriali e ginecologici della Regione;
• Finanziare i Centri antiviolenza;
• Diffondere nelle scuole la cultura di genere e di valorizzazione delle differenze;
• Potenziare i servizi sociali, dall’asilo nido all’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità;
• Potenziare i servizi di aggregazione giovanile;
• Avviare una programmazione di sviluppo economico e occupazionale rivolto alle donne e ai giovani del territorio dell’Alto Orvietano.
La forza delle donne è stata trainante e fondamentale per affrontare questo anno drammatico, ma la pandemia ha portato a galla tante fragilità.
Molte nostre concittadine hanno perso il posto di lavoro, altre si sono dimesse per accudire figli e anziani, molte altre ancora sono in cassa integrazione. Tutto questo ha portato una evidente riduzione dell’entrate e soprattutto la mancanza di indipendenza economica.
Purtroppo molte di loro sono state costrette a rimanere a casa con un partner violento.
Nello stesso tempo donne occupate nelle attività lavorative essenziali in settori a forte vocazione femminili quali scuola, sanità, servizi sociali, commercio e pubblica amministrazione, si sono ritrovate in prima linea e nel garantire la presenza nel luogo di lavoro, si sono ritrovate nella difficile impresa di dover conciliare i tempi di lavoro con i tempi e le necessità delle famiglie.
I diritti delle donne, la parità di genere, l’emancipazione sono sempre duramente messe in discussione e tutte le volte che il Paese attraversa momenti di crisi economica, sociale e politica le donne vedono peggiorare le proprie condizioni.
Ed è quello che è accaduto in questa pandemia: le donne hanno pagato il prezzo più alto.
Occorre oggi più che mai puntare sulla valorizzazione del ruolo delle donne perchè è l’unica strada per una società più equa.
Manuela Pasquino, Segretaria del circolo del PD di Fabro.