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29 marzo. Città della Pieve. Risini “Nessun nuovo caso. 2 guariti. Dialogo con l’Associazione Commercianti”

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++ AGGIORNAMENTO COVID-19 DOMENICA 29 MARZO ++

Cari concittadini,
sono veramente felice di informarvi che oggi non solo non abbiamo nuovi casi positivi al Covid-19, ma abbiamo ricevuto anche la comunicazione ufficiale di 2 soggetti negativizzati, quindi clinicamente guariti.

La pandemia del Coronavirus è una tragedia mondiale che ha colpito duramente anche la nostra piccola comunità.
Tanta preoccupazione, diversi casi positivi, fin troppi, quarantene obbligatorie per molte famiglie e la perdita di Francesco, un padre, un marito, un amico di infanzia, un riferimento per tutti, un imprenditore che è riuscito, con il sacrificio e la caparbietà, a creare un’azienda solida in grado di inorgoglire e portare Città della Pieve lontano, ben oltre i confini nazionali.
Non ci è stato possibile salutarlo come meritava, non abbiamo potuto stringerci alla sua famiglia, condividendo il dolore o porgendo la nostra spalla a conforto.
Sono certo che nonostante la distanza fisica che inevitabilmente ci separa in compartimenti stagni, ogni piccolo ingranaggio della nostra comunità sia più unito che mai.
Lo abbiamo dimostrato e lo stiamo dimostrando ogni giorno, proteggendoci l’un l’altro semplicemente restando a casa.
Ve l’ho ribadito tante volte, ma colgo anche questa occasione per dirvi che sono onestamente fiero del senso di responsabilità che sta mostrando la stragrande maggioranza di voi. Una comunità che ha eretto, mattone dopo mattone, un muro compatto contro questo virus.
Ringrazio di cuore i Pievesi in “prima linea”, che lavorano tutti i giorni per garantire l’erogazione dei servizi essenziali: donne e uomini che dimostrano, nonostante le evidenti difficoltà, grande coraggio e dedizione nei confronti del nostro Paese.
La tragedia che stiamo vivendo ha colpito duramente il sistema sanitario, era inevitabile trovarsi in sofferenza considerata la portata dell’emergenza, ma anche la scelleratezza delle politiche sanitarie messe in atto negli ultimi vent’anni ha fatto la sua parte.
Politiche rispondenti solo ad esigenze ragionieristiche: la drastica riduzione dei posti letto, la chiusura dei piccoli ospedali, le condizioni lavorative e la precarietà degli operatori, la chiusura degli ambulatori e dei presidi della salute territoriali è la dimostrazione lampante di come il diritto alla vita sia stato sacrificato alle logiche aziendali di profitto economico e di bilanci statali.
Abbiamo un Sistema Sanitario pubblico solido, ma non per questo esente da falle, sprechi, corruzione e promesse fatte e mai realizzate.
Anche nel nostro piccolo l’abbiamo toccato con mano con la chiusura del nostro Ospedale, del Pronto Soccorso e la mancanza cronica di posti letto nel nostro territorio.
All’inizio di questa emergenza, quando il nostro Comune era stato tra i primi colpiti dai casi positivi, giorno e notte ho pensato a cosa sarebbe successo se il Coronavirus avesse aggredito le nostre zone come in Lombardia.
La risposta mi ha messo i brividi e questa esperienza è per me uno stimolo ulteriore a rivendicare con forza la riapertura del nostro ex Ospedale, ovviamente insieme ai Sindaci con cui condividiamo già la ragione di questa battaglia. Ma torniamo al punto.
La mia più grande preoccupazione in questo momento è saper gestire al meglio il post-crisi. Non voglio esprimere giudizi sull’operato del Governo o sull’atteggiamento europeo, ma è anche vero che non possiamo chiudere gli occhi di fronte a ciò che sta succedendo: l’Italia rischia di ripiombare nuovamente in una crisi economica e sociale paragonabile a quella del dopoguerra, con effetti devastanti per la tenuta sociale di milioni di famiglie, centinaia di migliaia di disoccupati, la paralisi e la chiusura di negozi, attività commerciali, artigianato, aziende legate alla cultura e al turismo: il virus rischia di mettere definitivamente in ginocchio il nostro BelPaese.
Servono delle risposte chiare, efficaci e in tempi brevissimi. Non possiamo aspettare i tempi dei burocrati europei, non possiamo accettare passivamente i niet di Olanda e Germania. Al nostro Paese serve una manovra espansiva con un aumento sostanziale del debito pubblico e la perdita di reddito del settore privato deve essere riassorbita dal bilancio dello Stato.
Il Decreto Cura Italia non è sufficiente: serve un sostegno immediato e snello alla liquidità delle famiglie, sostegno all’occupazione e alla disoccupazione, sostegno ai Comuni nell’erogazione dei servizi essenziali, linee di credito e prestiti bancari a costo zero. Servono misure eccezionali per contenere danni altrimenti irreparabili.
Da soli, un Comune, un Sindaco, una Giunta, non possono sopportare e sopperire il peso di una recessione così pesante: non dormo la notte al pensiero di tutti i nostri piccoli commercianti, le partite IVA, le aziende con gli operai in cassa integrazione, gli artigiani che vivono da giorni senza incassare un euro e con l’incertezza del proprio futuro.
Nel frattempo, noi faremo la nostra parte, seppur piccola, senza perderci d’animo. Nessuno dei miei concittadini verrà lasciato indietro, questo ve lo garantisco e l’Amministrazione sta operando con tenacia ad iniziative da porre in essere in tempi rapidi.
Ho chiamato poi il Presidente dell’Associazione Commercianti di Città della Pieve per avviare un dialogo con tutte le realtà locali, confrontando idee e necessità sulla tassazione locale, per elaborare una progettualità mirata ed ottimizzata, fin da subito, con l’obiettivo di ripartire insieme e non farci trovare impreparati quando tutto ciò che stiamo vivendo si avvierà a conclusione.
Con la mia Giunta abbiamo deciso di non prendere iniziative unilaterali senza prima confrontarci con chi avrà l’onere di ripartire.
Siamo noi ad essere al servizio della Comunità e siete Voi cittadini a darci la forza e la determinazione di portare avanti il nostro lavoro, benchè gli strumenti a nostra disposizione restino pochi e limitati.
Sono certo, infine, che tutti noi, nel profondo, stiamo maturando una nuova consapevolezza grazie a questa brusca frenata: i limiti delle politiche liberiste sono palesi e spero che in questa esperienza risieda lo stimolo e l’energia per seminare un’economia più sostenibile, con un cambio di paradigma.
Abbiamo l’opportunità di riportare al centro la comunità, il territorio, la qualità di vita, l’equità e l’essenzialità. Il potenziale che ci circonda è veramente grande, basta volerlo.
In questi giorni ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà che mi sono arrivati come Sindaco da parte di non Pievesi che amano la nostra terra, le nostre tradizioni e la naturale capacità che abbiamo di unire tradizioni e culture diverse.
Un vero orgoglio essere il Sindaco di questa Citta’, senza avere la paura di affrontare i momenti difficili e complicati perché confido profondamente nella serenità, nella passione e nella tenacia di ognuno di voi per poterli superarli insieme.

Fausto Risini