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“Vicciuta” all’ultimo km. Un progetto da non interrompere. Anche alla Pieve si fanno i primi assaggi

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Una mattina di una fresca domenica di maggio, alle prime uscite dopo la seconda ondata di questa pandemia, l’appuntamento era nell’ampio giardino del Circolo Mocli a Città della Pieve. Amedeo Testa è arrivato con un borsone dove portava i suoi tesori. Un paio di bottiglie della sua azienda per me, e due bottiglie delle prime vinificazioni sperimentali dei vitigni della “Terre della Vicciuta”.
Da alcuni anni alcune aziende agricole della zona di Monteleone, Montegabbione e Città della Pieve, sotto la guida scientifica del Cnr di Arezzo e con un contributo della Regione Umbria, si sono impegnati in una ricerca particolare, quella del ritrovamento e dello sviluppo di vitigni locali non classificati. Dopo qualche anno di ricerca e di sperimentazione ne sono stati selezionanti sette che sono stati sottoposti ad una prima mini vinificazione, dopo una coltivazione fatta sui terreni della Tenuta Castello di Montegiove.
Noi abbiamo assaggiato, insieme ad Amedeo, a Gaetano Ria, a Bruno Trenta ed Ario Acquarelli, due bottiglie, la prima chiamata “Vicciuta” perché frutto di un vitigno sconosciuto e tutto da classificare, la seconda chiamata “Famoso” perché composta al 50% anche da un vitigni già conosciuto il “Famoso” appunto che viene coltivato nelle Marche. “Il progetto nasce , come dice la scheda riassuntiva che pubblichiamo nella sua interezza, da una idea del professor Luciano Giacchè, e del professor Mario Falcinelli, e vede protagonista per tutta la fase iniziale dall’ex sindaco di Montegabbione Renato Montagnolo. Con il 2020 il contributo della Regione Umbria, che si è sommato agli investimenti iniziali delle aziende, si è esaurito. Sarebbe un danno grave se un esperimento così ambizioso venisse interrotto proprio quando comincia a dare i suoi primi frutti. Anche da queste colonne vogliamo segnalare ai poteri locali interessati, Comuni e Regione, la opportunità di rilanciare e condividere attivamente un progetto che ha grande rilievo non soltanto in un comparto, quello vitivinicolo,  importante per l’agricoltura locale, ma anche per la difesa dell’identità e delle biodiversità di questo nostro territorio. (g.f)