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Lucia Fatichenti, vice sindaco “Nelle imprese pievesi c’è spirito di iniziativa, volontà di riscatto e anche una buona dose di ottimismo”

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Proseguiamo il ciclo di interviste ai rappresentanti dell’esecutivo dell’Amministrazione Comunale di Città della Pieve con una intervista a Lucia Fastichenti, vice sindaco e assessore allo sviluppo economico.

Lucia, qual è stato il tuo percorso politico e professionale, prima di questo incarico nella Giunta pievese?

Sono cresciuta in una famiglia che ha vissuto gli anni difficili del dopoguerra e il grande boom economico che è stato sì volano di grandi opportunità ma ha anche richiesto grande impegno sociale. In questo ambito si sono trovati i miei genitori che mi hanno cresciuto nell’ottica dell’impegno e dell’attivismo. Un ambiente che ha sempre guardato a sinistra nel quale io stessa ho mosso i primi passi. Ho avuto esperienza di politica attiva quando ero ancora una ragazza – mi sembra un secolo fa – e non ero ancora uscita dal guscio protettivo della famiglia e della piccola città. Erano gli anni dell’università, che ho frequentato a Perugia, in una esperienza da “quasi fuori sede”, ma sicuramente mi mancava l’esperienza e la conoscenza più ampia della società e dei meccanismi che la regolano che invece ho poi acquisito trasferendomi per lavoro in una grande città quale Roma e svolgendo un’attività professionale all’interno di una grande azienda che mi ha permesso di viaggiare in tutta Italia e fuori, confrontandomi con le situazioni più diverse, e anche di conoscere molte persone, di varia estrazione, che mi ha fatto comprendere meglio la realtà circostante e la dialettica delle relazioni interpersonali e mi ha portato a sviluppare un senso critico libero da concetti precostituiti. Ho maturato da tempo la convinzione che il civismo sia la forma più adatta a cogliere le necessità di una società e quindi mi è sembrato interessante ed entusiasmante il progetto propostomi da Fausto Risini che aveva colto quanto io stessa ravvisavo come necessario per la nostra città e che quindi mi ha visto e mi vede tutt’ora partecipe con entusiasmo.

Negli ultimi tempi c’è stato un interessante avvio di nuove attività a Città della Pieve, nel settore degli esercizi pubblici, della ricettività e dell’accoglienza. Avete notizie sulla situazione più generale delle nostre attività economiche e quali sono i problemi più urgenti creati della quarantena?

Sì, malgrado la grave emergenza sanitaria che ha comportato il lockdown e tutte le restrizioni che stiamo ancora oggi vivendo, c’è stato un fiorire di nuove attività su tutta l’area del territorio comunale. Questo non può che essere colto come un segnale positivo, soprattutto se penso ai mesi della piena emergenza quando invece le notizie che pervenivano dai vari imprenditori o operatori commerciali erano di tutt’altra natura. E’ evidente che lo spirito di iniziativa, la volontà di riscatto e anche una buona dose di ottimismo sono ancora presenti nel nostro tessuto imprenditoriale e questo è sicuramente positivo. Voglio pensare che quanto fatto dalle istituzioni abbia dato una mano in questo. Come amministrazione abbiamo dato seguito con appositi atti formali alle indicazioni del Governo centrale in termini di sgravi e facilitazioni nel pagamento delle imposte, provvedendo alla sospensione della TOSAP e alla riduzione della TARI per le attività ferme durante il lockdown, abbiamo sostenuto forme alternative per il proseguo delle attività quali le consegne a domicilio o l’asporto per le attività in condizioni di farlo, cercando sempre di sostenere i bisogni della nostra cittadinanza. Certamente non dobbiamo pensare che i problemi non ci siano in considerazione del fatto che purtroppo siano ancora lontani dal ritorno alla normalità. Certamente siamo pronti a cogliere ogni minimo segnale che possa portare un qualche beneficio a chi in questi mesi ha visto diminuire sia i fatturati che la possibilità di operare con la clientela o con l’estero, sempre nel rispetto degli equilibri di bilancio naturalmente. Sappiamo che molte attività sono ancora in bilico tra apertura e chiusura perché per lo più abbiamo piccole imprese che difficilmente riescono a sostenere crisi troppo durature ma abbiamo avuto un buonissimo segnale dall’estate passata che dobbiamo essere in grado di cogliere e sviluppare.

Ci sono ormai le condizioni per pensare a strutturare in questa nostra zona di confine umbro toscano, primi elementi di distretto del turismo. Un’area che ha grandi potenzialità ancora tanto da sviluppare. C’è un qualche progetto in questo senso da parte delle istituzioni o del mondo imprenditoriale?

 Come spesso viene ribadito dal Sindaco Risini dando voce ad una posizione che mi vede completamente d’accordo, la nostra posizione geografica ci pone al centro di un’area omogenea che abbraccia diverse province e regioni.

Pur rimanendo convintamente nell’ambito dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, non possiamo non considerare che molte nostre peculiarità, nonché la nostra storia e quindi la nostra conformazione culturale ci accomuna di più ai territori dell’alto orvietano o della bassa Toscana. Con queste aree abbiamo avviato già da tempo un dialogo per portare a compimento progetti di integrazione, sia a livello turistico che a livello sociale.

Un esempio su tutti il potenziamento del bus turistico che, dopo essere partito negli anni scorsi un po’ in sordina, è stato riorganizzato nel senso di una maggiore integrazione del territorio pievese nel percorso degli Etruschi, anche in virtù del concretizzarsi della nostra offerta anche in questo ambito. La pandemia ne ha fermato la riattivazione ma tutto è pronto per quando ci sarà concesso di riprendere i collegamenti tra i comuni.

Da poco, insieme al sindaco Risini, abbiamo partecipato ad una iniziativa privata sulla mobilità elettrica nella quale erano presenti sindaci di Chianciano, Cetona, Monteleone, Parrano, Panicale, in cui abbiamo messo le prime basi per un hub da costituire in territorio chiusino in prossimità della stazione, ma tanto per citare un paio di esempi, inerenti l’area di cui mi occupo, che ci vedranno parte attiva in questa definizione di un nuovo distretto territoriale al di là dei confini amministrativi. Città della Pieve inoltre, in virtù della sua oggettiva ricchezza in termini di riferimenti storico culturali e opere artistiche potrebbe divenire a breve anche il punto focale per una collaborazione con i comuni circostanti in quanto a fruizione delle opere stesse in una forma congiunta insieme alle offerte degli altri comuni. Devo dire in conclusione che stiamo trovando molta disponibilità e apertura da parte dei vari amministratori a costruire progetti comuni.

A quali bandi avete partecipato come Amministrazione nel settore turismo? Ci sono delle progettazioni già finanziate o a cui state partecipando?

 Sì, abbiamo potuto accedere a qualche finanziamento. Come sai la programmazione per i finanziamenti riguarda gli anni 2021-2024 pertanto nel nostro primo anno abbiamo potuto far conto solo sui residui del piano 2014-2020. Abbiamo però partecipato a 2 bandi della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, per due progetti di valorizzazione territoriale di cui uno ancora in stand-by causa pandemia e uno invece concesso. Con questo contributo abbiamo riprogettato la promodiffusione dello zafferano tramite una serie di eventi che si svolgeranno a cadenza trimestrale nell’arco dell’anno. I primi eventi sono stati purtroppo rimodulati per via delle normative anti-covid e stiamo rimodulando anche i prossimi step nel senso di un potenziamento delle attività previste. Inoltre nell’ambito dell’Unione dei Comuni abbiamo potuto accedere al Fondo di finanziamento dell’offerta turistica POR- FESR 2014-2020 a valere sul bilancio 2020-2022 con un progetto presentato insieme ai comuni di Passignano, Piegaro e Tuoro dal nome “Trasimeno Green Deal” per la valorizzazione dei percorsi sentieristici. Proprio in questi giorni stiamo finalizzando gli affidamenti per procedere con la progettazione. In questo momento inoltre stiamo valutando la partecipazione ad un nuovo PSR sempre nell’ambito delle misure 2014-2020 misura 16 di cui stiamo studiando gli ambiti di applicazione.

Poniamo molta attenzione a tutte le possibilità di finanziamento, di questo abbiamo fatto il cardine del mandato anche verso l’apparato amministrativo, poiché, come è noto, non possiamo contare su risorse di bilancio molto significative quindi per forza di cose dobbiamo cogliere ogni possibilità di integrazione economica che ci permetta di portare avanti gli ambiziosi obbiettivi che ci siamo prefissati volti alla promozione della città, alla valorizzazione di tutti gli ambiti che la città offre, non solo quello artistico ma anche quello paesaggistico, ambientale, commerciale, ricettivo e alla qualificazione delle presenze anche nel senso di una stabilizzazione delle stesse in città al di là del mordi e fuggi e del turismo di prossimità che va benissimo per creare circolarità nell’economia ma non è stanziale e quindi non soddisfa le esigenze della nostra ricettività.

L’estate Pievese è stata caratterizzata, come del resto nei paesi vicini, da un boom di presenze. Avete dei dati con cui confrontarsi rispetto agli anni precedenti? Come poter continuare a mantenere questo trend anche per gli anni a venire?

Sì, effettivamente l’estate, cominciata sotto i peggiori auspici, si è invece rivelata una delle migliori estati pievesi in termini di presenze, se consideriamo la situazione generale che ha comportato anche per la nostra città molti cambiamenti rispetto all’ordinario, uno per tutti la sospensione del Palio dei Terzieri. Devo dire invece che, anche se ancora non abbiamo disponibili i dati ufficiali, che sono in lavorazione presso i competenti uffici regionali, abbiamo potuto constatare un buon livello di presenze, confermate anche da molti operatori che hanno stimato aumenti di presenze di circa il 10 – 15% rispetto all’anno passato e un livello di occupazione vicino al 100%. Questo dato deve darci da un lato molta soddisfazione perché evidentemente la nostra città è stata ben promossa e ha saputo offrire quello che ha promesso – a tutti i livelli poiché abbiamo un turismo trasversale per quanto riguarda le fasce di età – dall’altro ci mette nella condizione di avere ancora maggiore responsabilità per il prossimo anno e per quando il fenomeno pandemia sarà finalmente scongiurato e quindi le mete tradizionali del turismo torneranno a farla da padrone.

Credo che però che il fatto di esserci potuti presentare ad un target nuovo di turisti ed aver soddisfatto le aspettative sia senz’altro un elemento di vantaggio da cui partire. A questo si uniscono gli investimenti che stiamo facendo a livello infrastrutturale e di cui sono particolarmente orgogliosa.

Parlo del nuovo marchio turistico, del virtual tour e del nuovo portale turistico che ancora non è stato presentato ma lo sarà a breve. Sono orgogliosa perché ritengo che quanto prodotto sia qualitativamente molto elevato ma anche perché siamo riusciti a realizzare tutto in pochissimi mesi, avendo sì in programma di farlo, questo già dalla fase elettorale, ma avendo colto l’occasione se così si può dire, del fatto che avevamo lo stop del lockdown, per concentrarsi sulle infrastrutture che sono la base del rilancio turistico. In pochi mesi, meno di tre, abbiamo realizzato tutto e questo credo sia un ottimo segno di dinamismo.

Con questi strumenti contiamo di lanciare la promozione del prossimo anno tramite azioni verso tour operator, scuole e potenziamento della comunicazione.

Abbiamo anche avviato un importante confronto con gli operatori anche delle strutture ricettive con i quali cercheremo di potenziare il marketing territoriale, in un’operazione congiunta e condivisa che faccia percepire Città della Pieve come un unicum omogeneo per offerta turistica.

Tra Recovery Fund, Mes, e linee di finanziamento ordinarie è stato calcolato un ammontare di circa 300 milioni ( importo complessivo/numero di abitanti) che teoricamente potrebbero toccare a questa zona. Anche se non sarà questa la cifra saranno risorse importanti. C’è una banca progetti su cui si sta lavorando?

 Certamente abbiamo una serie di progetti da realizzare non solo in ambito turistico ma in tutti i settori. Ancora non abbiamo idea di quanto avremo e quando quindi al momento dobbiamo fare conto sulle nostre forze e sui finanziamenti a cui come dicevo prima stiamo puntando. E’ evidente che se ne avremo la possibilità potremo valutare forme di investimento su progetti finalizzati alla crescita imprenditoriale, all’imprenditoria giovanile, abbiamo in mente progetti per la formazione professionale e per favorire il recupero delle tradizioni nell’ambito dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile; in ambito turistico puntiamo alla massima promozione, anche in vista dell’importante evento del 2023 sul Perugino e sfruttando le infrastrutture già create, vorremmo continuare negli investimenti, avviando un piano di comunicazione sempre più strutturato, completando le segnaletiche turistiche, anche nelle frazioni, punti di accesso al comune, ad integrazione di quanto stiamo facendo in questa fase con quanto già prodotto che stiamo però integrando e rinnovando anche alla luce del nuovo marchio adottato. E poi vorremmo partecipare alle prossime fiere internazionali del Turismo. In attesa che anche l’Umbria si strutturi con un brand turistico forte, strada peraltro già intrapresa, ci muoveremo da soli, se appunto potremo beneficiare di fondi anche in questo settore.

Grazie assessore e buon lavoro

 L’intervista è stata curata da Chiara Lucacchioni e Gianni Fanfano